Per chi non ha problemi, ecco una buona ricetta. Ingredienti: 200 g di pasta (per esempio i garganelli), 2 zucchine piccole, 2 cipollotti 150 g di fave sgranate, un mazzetto di basilico, olio extravergine d’oliva, sale, pepe. Per 4 persone. Lessare le fave in poca acqua salata e scolarle non appena diventano tenere. Mondare i cipollotti, lavarli e affettarli. Lavare le zucchine, spuntarle e tagliarle a bastoncini. Rosolare i cipollotti in un tegame con 2 cucchiai di olio, unire le fave e le zucchine e farle cuocere a fiamma media per pochi minuti. Salare, pepare e profumare con le foglie di basilico spezzettate con le mani. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Scolarla al dente e trasferirla subito nel tegame mescolandola alle verdure. Chi lo desidera aggiunge un po' di parmigiano. Servire ben calda.
Il favismo è causato dalla presenza di un difetto congenito in un enzima contenuto normalmente nei globuli rossi, il G6PD. Questo difetto enzimatico si trasmette per via ereditaria con il cromosoma X del sesso: i maschi ne sono colpiti in forma grave, mentre le femmine sono solitamente portatrici sane del gene anomalo e possono trasmetterlo ai figli, o ammalarsi in forma lieve. Il favismo è molto diffuso in Africa, ma anche in Asia meridionale e in alcune zone del Mediterraneo, soprattutto in Grecia e in Sardegna. Il consumo di fave espone le persone che hanno una carenza dell'enzima G6PD, al rischio di crisi emolitiche. L'anemia emolitica potrebbe però verificarsi anche come conseguenza di polmonite, malaria, chetoacidosi diabetica ed epatite virale. Nei soggetti che soffrono di favismo, detti fabici, i sintomi si manifestano nelle 12-48 ore dopo l'assunzione di fave fresche, o di altri alimenti e medicinali che possono scatenarli. Tra i sintomi più diffusi ci sono ittero su cute e mucose, che può essere associato a febbre. Nei casi più gravi viene distrutta circa la metà dei globuli rossi: le urine diventano di colore giallo-arancio, il soggetto si presenta pallido e debole e compaiono i primi segni di collasso cardiocircolatorio. I più colpiti sono i bambini tra i 2 e i 10 anni e si tratta più spesso di maschi. Il favismo, si può accertare attraverso un esame del sangue che determina la presenza dell'enzima G6PD nei globuli rossi. Si tratta di un esame indispensabile per la diagnosi, oltre ad essere utile per l'identificazione dei portatori sani di questo difetto genetico: in questi casi i valori saranno intermedi tra quelli dei soggetti che hanno carenza e i soggetti normali. In genere i portatori di questo gene anomalo sono le donne, quindi madri o sorelle del bambino affetto da favismo.Favismo: i cibi da evitare e quelli consigliati. Come abbiamo visto, per prevenire i sintomi del favismo nelle persone affette da carenza di enzima G6PD, è importante non assumere alcune tipologie di farmaci, sostanze e alimenti. Oltre a fave e piselli è meglio evitare il consumo anche di altri alimenti che potrebbero scatenare una crisi emolitica: tra i cibi da evitare troviamo anche la verbena, i lupini e gli arachidi. Alcuni soggetti affetti da favismo preferiscono evitare anche il consumo di tutti i legumi, di vino rosso, in quanto contiene solfiti, ma anche di mirtilli e acqua tonica, oltre ad evitare prodotti che contengono mentolo, come alcuni dentifrici e caramelle. Le persone con deficit della G6PD dovrebbero invece consumare regolarmente cibi ricchi di antiossidanti, che riducono lo stress ossidativo sui globuli rossi. I cibi consigliati sono quindi verdure, soprattutto quelle a foglia verde, cereali e agrumi, ricchi anche di vitamine. Una volta accertato il deficit, è importante consultare il medico, che indicherà anche i cibi più adatti, con una dieta mirata per evitare una crisi emolitica.