Alimentazione corretta per la salute del fegato. Scopriamo quali sono gli alimenti che fanno bene al fegato. Curcuma: la spezia che depura La curcuma è molto conosciuta per le sue meravigliose virtù tutte dovute al suo principio attivo, la curcumina. Tra i tanti benefici possiamo annoverare anche la sua capacità di depurare il fegato perché supporta l’attività di alcuni enzimi epatici che hanno il compito di eliminare sostanze potenzialmente tossiche. Il consiglio è di aggiungere un cucchiaino di curcuma in polvere a sughi, minestre o verdure associandola sempre ad un pizzico di pepe nero che migliora l’assorbimento intestinale della curcumina. Carciofo: favorisce la produzione di bile.La cinarina è la molecola che rende questo ortaggio non solo disintossicante per il fegato ma gli dona anche attività coleretica e colagoga, ovvero favorisce la produzione di bile e il suo rilascio per la digestione e l’assorbimento dei grassi. Il carciofo è anche ricco di fibra, potassio, vitamina A e C. Per non perdere le sue preziose proprietà è preferibile assumerlo crudo, ad esempio, potete tagliare sottilmente la parte centrale, più tenera, e condirla con olio extravergine d’oliva, succo di limone e un pizzico di sale. Aglio: fonte di composti solforati. Non tutti lo amano per il suo sapore forte, ma l’aglio è un alimento molto importante per la salute del fegato. L’aglio contiene composti solforati. Verdure come broccoli cavoli, cavolini di bruxelles, spinaci, finocchi, sedano, insalate, radicchio.
Il fegato è un organo importantissimo, ma spesso trascurato. Ecco come prendercene cura iniziando dalla tavola.
Il fegato è uno degli organi più complessi dell’organismo, essenziale per svolgere diverse funzioni vitali; una fra tutte quella sintetizzare le proteine necessarie al processo di coagulazione del sangue, ossia i fattori della coagulazione.
Il fegato inoltre funge da deposito: vi si accumulano le riserve di ferro e di alcune vitamine liposolubili. Anche gli zuccheri vengono immagazzinati nel fegato, per poi essere rimessi in circolo in caso di necessità, per esempio quando, dopo molte ore di digiuno o durante la notte, i livelli di glicemia si riducono eccessivamente.
Il fegato svolge anche una funzione “produttiva”: circa la metà del colesterolo presente nell’organismo (la parte restante deriva dall’alimentazione) è infatti prodotta dal fegato. Il colesterolo è un componente della membrana cellulare ed è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali. La maggior parte viene tuttavia impiegata per sintetizzare la bile, sostanza importante per il processo digestivo. Grazie all’elaborazione dei nutrienti introdotti con la dieta, il fegato produce energia.
Altra fondamentale funzione del fegato è rendere possibile la depurazione dell’organismo dalle sostanze nocive circolanti. Le tossine vengono eliminate attraverso la bile o il sangue: gli scarti escreti nella bile passano dall’intestino e vengono espulsi con le feci; quelli immessi nel sangue giungono ai reni, filtrati ed eliminati dalle urine. Anche i farmaci subiscono questo processo e possono essere così metabolizzati.
Quando il fegato si ammala
Infezioni virali e malattie degenerative, come la cirrosi epatica, distruggono il fegato fino a impedirne la funzioni.
Ma molto più semplicemente, e in modo meno grave, la capacità del fegato di depurare l’organismo diminuisce anche quando la mole di tossine da elaborare è eccessiva: le sostanze tossiche rientrano quindi in circolo e possono diventare pericolose per l’organismo.
Il processo di smaltimento di farmaci, alcol, caffeina, residui metabolici e sostanze tossiche come i pesticidi, è favorito da un’alimentazione corretta. Al contrario, una dieta ricca di cibi fritti, grassi saturi e povera di frutta e verdura, così come pasti troppo abbondanti, sono infatti tra i principali motivi di affaticamento del fegato.
Sovrappeso e obesità provocano a lungo andare la steatosi epatica, comunemente nota come “fegato grasso”. Si tratta di una patologia emergente nei Paesi occidentali, che porta le cellule epatiche, nel tempo, a “infarcirsi” di grasso. Oltre alle persone obese, ne sono a maggior rischio quelle con diabete di tipo 2 e con livelli di trigliceridi oltre la norma.
Il fegato grasso si associa a una dieta molto ricca di calorie, zuccheri e grassi. Questa condizione è favorita inoltre dall’età avanzata e dall’abuso di alcolici, ma anche da una brusca perdita di peso e da malnutrizione.
Anche in presenza di un suo affaticamento è raro che il fegato dia segni di sé, a meno che l’organo si sia ingrossato. Dolori localizzati a volte attribuiti al fegato sono molto spesso dovuti alla sindrome del colon irritabile.