Maria Silvia Muscatello
Founder Junior
Qual è il segreto per vivere più a lungo? Ce lo chiediamo spesso e molto probabilmente esiste più di una risposta. La scienza e l’esperienza umana da molto tempo cercano di individuare un elisir di lunga vita che garantisca benessere e salute. Le ricerche più recenti ci vengono in aiuto per capire cosa fare per vivere meglio e di più, mantenendo una qualità della vita elevata. Ecco i 10 principali segreti della longevità. Riposo, il segreto della longevità è nel riposo, oltre che in una dieta sana. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori che ha studiato le abitudini di vita degli abitanti dell’isola greca di Ikaria, dove l’1,1% della popolazione è costituito da persone che superano i 90 anni. Grazie alla buona abitudine della siesta, abbinata al consumo di té e ad un’alimentazione ricca di frutta e verdura, malattie come ipertensione diabete e ipercolesterolemia fanno la loro comparsa tra gli abitanti dell’isola in un’età molto più avanzata rispetto al resto della Grecia. Vacanze, le vacanze aiutano a vivere più a lungo, soprattutto se durano almeno 8 giorni e se le trascorriamo a diretto contatto con la natura. A parere degli esperti, la vacanza può ridurre del 29% il rischio di morte. Allora scegliete una destinazione immersa nel verde e accompagnate il viaggio da una leggera attività fisica. Passeggiare nel verde è benefico non soltanto per il movimento, ma anche perché aumenta i livelli di serotonina riducendo quelli di ansia. Omega 3, un elisir di lunga vita? Gli omega 3 non sono presenti solo nel pesce, ma anche in cibi vegetali come semi di lino, olio di lino, semi di canapa e noci, in alcuni vegetali a foglia verde e legumi. Secondo uno studio condotto ad Harvard, livelli più alti di omega 3 nel sangue sono associati ad un minor rischio di morte prematura negli anziani, dunque alla longevità. Gli omega 3 aiutano a ridurre la mortalità generale del 27% e la mortalità legata alle malattie cardiache di oltre un terzo (35%). Bacche di goji, in Tibet vengono definite frutti della vita e della longevità per via dei preziosi nutrienti di cui sono composte. Sono nutrienti e ricche di sostanze benefiche per il nostro organismo. I monaci tibetani e la medicina cinese ne fanno largo uso. Sono molto ricche di antiossidanti, in grado di contrastare l’effetto dei radicali liberi. Oltre alle bacche di goji, non dimenticate altri alimenti che rappresentano fonti importanti di antiossidanti naturali, come i frutti rossi, i frutti di bosco, le fragole, i pomodori, i peperoni, le carote e gli spinaci. I 5 tibetani, sono esercizi di ricarica e di ringiovanimento, che a quanto pare presentano poteri straordinari per contrastare l’invecchiamento e per mantenere il nostro organismo e la mente in salute. Contribuiscono all’elasticità di tutto il corpo e per eseguire una sola serie delle famose cinque posizioni bastano davvero pochi minuti. Gli esercizi andrebbero svolti ogni giorno per trarre i massimi benefici. Ai 5 riti tibetani abbiniamo anche la pratica dello Yoga e la meditazione. Sistema immunitario, perché le donne in media tendono a vivere più a lungo degli uomini? Secondo una ricerca condotta in Giappone il segreto della longevità femminile riguarderebbe il sistema immunitario, che sarebbe in grado di rallentare il declino. Tra le donne gli esperti hanno rivelato una differenza importante per quanto riguarda i linfociti. La loro presenza con l’avanzare dell’età diminuisce negli uomini, ma aumenta nelle donne. Dunque proprio nelle donne il declino delle cellule del sistema immunitario sarebbe più lento.
Maria Silvia Muscatello
Founder Junior
Vitamina D: l’importanza del sole e i miti da sfatare. La vitamina D è una sostanza piuttosto anomala. A differenza di altre vitamine, si comporta come se si trattasse di un ormone. Viene definita come un gruppo costituito da 5 pro-ormoni liposolubili, identificati nelle vitamine D1, D2, D3, D4 e D5. È necessario assumere determinati alimenti o integratori per assicurare il nostro fabbisogno quotidiano di vitamina D? La questione è molto delicata. Quando pensiamo alla vitamina D, richiamiamo alla mente cibi come i latticini, le uova, l’olio di fegato di merluzzo, il salmone o altri pesci che contengono una forma alimentare di vitamina D, oppure integratori da dover assumere per far fronte ad una carenza. Non tutti sono a conoscenza di come sia sufficiente una regolare esposizione alla luce del sole, anche di circa 10 minuti al giorno, per permettere al nostro organismo la produzione della vitamina D necessaria al suo corretto funzionamento. L’integrazione di vitamina D dovrebbe essere consigliata soltanto in caso di reali carenze, di particolari condizioni di salute o momenti della vita, e di impossibilità ad un’esposizione regolare alla luce solare, un’eventualità che colpisce soprattutto gli abitanti dei Paesi nordici. È infatti nel momento in cui i raggi solari colpiscono la nostra pelle che il nostro corpo può iniziare a sintetizzare la vitamina D. La vitamina D che ricaviamo dall’esposizione alla luce solare viene trasformata dal nostro corpo in una forma di vitamina D superattiva utile nella prevenzione di numerose malattie. L’argomento vitamina D in correlazione all’importanza dell’esposizione alla luce solare e agli aspetti correlati alla prevenzione viene approfondito all’interno di “The China Study“, volume dedicato ad uno studio approfondito sull’impatto dell’alimentazione contemporanea in relazione alle malattie del benessere condotto da parte dell’esperto di fama internazionale T. Colin Campbell, e nel corso del documentario che porta il titolo di “A Delicate Balance”, incentrato sul delicato equilibrio tra alimentazione e salute, disponibile per la visione online nella versione italiana. Un periodo di esposizione al sole pari a 15-20 minuti ogni due giorni permette infatti al nostro organismo di produrne la quantità necessaria. A partire da essa, il nostro organismo sintetizza una forma di vitamina D “superattiva”, utile nella prevenzione di malattie come il cancro, l’osteoporosi, le patologie autoimmuni, e non solo. La vitamina D superattiva, che ne rappresenta la forma più importante, non può essere ottenuta tramite l’alimentazione o l’assunzione di integratori. È il nostro organismo a svilupparla, quando si trova in condizioni di buona salute. Quali sono i fattori che possono ostacolare la produzione di vitamina D superattiva da parte del nostro organismo? L’insufficiente esposizione al sole, innanzitutto, ma non solo. Campbell indica ulteriori aspetti che potrebbero lasciare stupiti molti. Si tratta dell’assunzione di alimenti che arrestano la produzione di vitamina D superattiva: latticini e cibi contenenti proteine animali. Le proteine animali, oltre che nel latte e nei formaggi, sono contenute in tutti i derivati del latte, nella carne, nel pesce e nelle uova. Questi alimenti, sebbene possano contenere una forma di vitamina D alimentare, impediscono la produzione da parte dell’organismo della vitamina D superattiva. Che cosa accade quando i livelli di vitamina D superattiva nell’organismo sono costantemente bassi? Una simile situazione ci espone al rischio di numerose patologie, con particolare riferimento ai tumori. Se gli alimenti di origine animale, alcuni dei quali vengono comunemente considerati fonti di vitamina D a cui ricorrere, comportano un blocco della produzione della vitamina D nella forma più attiva da parte del nostro organismo.
Maria Silvia Muscatello
Founder Junior