Curiosita'
I giapponesi sono incredibilmente attenti alle formalità e alle buone maniere, specialmente a tavola.
Alcuni consigli comportamentali se siete in procinto di intraprendere un viaggetto in Giappone.
Fare rumore quando si risucchia un ramen o una zuppa calda in Giappone è considerato un segno di apprezzamento del pasto.
Soffiarsi il naso in pubblico è maleducazione in Giappone, peggio se fatto a tavola, meglio piuttosto alzarsi e appartarsi un attimo o se non ci si riesce, tamponare delicatamente il naso invece che soffiarlo.
Quando si è a tavola non ci si riempie mai il bicchiere da soli, è sempre il padrone di casa che offre da bere agli ospiti.
Non esiste la distinzione fra antipasti, primo, secondo, normalmente le portate vengono servite insieme, non esagerare con il servirsi delle porzioni.
Finito il pasto un bel sospiro indica non solo la sazietà ma anche un indice del gradimento del pasto.
Capelvenere è una pianta che appartiene alla famiglia delle Adiantaceae, una vasto gruppo di felci. Queste, così come il capelvenere, sono piante terrestri note per la peculiarità del loro sistema vascolare e il trasporto dei liquidi all’interno della loro struttura. Per molto tempo queste piante hanno costituito un mistero per i botanici, perché rimaneva ignoto il meccanismo di riproduzione.
Il capelvenere è una felce di dimensioni piuttosto ridotte: le piante mature superano raramente i 30-40 cm di altezza. Dal punto di vista morfologico, il vegetale è costitutito da:
radice rizoma strisciante;
foglie cuoriformi lunghe fino a 10 centimetri, che formano una chioma ampia e lucida, da cui appunto il nome “capelvenere”: il nome fa riferimento alla capigliatura delle Dea romana della bellezza. Rami scuri e sottili su cui si innestano le foglie.
Cresce spontaneamente in Europa è piuttosto comune anche nei nostri boschi. Come tutte le felci è presente in luoghi in ombra e molto umidi, tipici appunto del sottobosco. La temperatura ideale è compresa tra i 18 e i 22 °C, ma sopporta bene temperature minime fino ai 10 °C. Viene coltivata anche in vaso e in giardino per la bellezza della sua chioma.
La pianta, oltre che per il suo aspetto, è nota anche per una pianta medicinale le cui proprietà sono riconosciute da diverso tempo. I principi attivi responsabili dei suoi effetti sono:
tannini, conosciuti per le loro proprietà astringenti e antinfiammatorie;
adiantone, un derivato fenolico antiossidante la cui azione è intensificata anche dalla presenza di esteri solforati dell’acido idrossicinnamico;
triterpenoidi, composti noti per la loro efficacia come antinfiammatori, mucillagini e gomme.
Le parti della piante che vengono impiegate a scopo fitoterapico sono le foglie, raccolte nei mesi estivi, ossia quando sono presenti anche le spore. Una volta raccolte, le fronde vengono raggruppate in mazzi legati alla base e appesi capovolti al buio, in luoghi ben areati. Le foglie essiccate sono utili per realizzare il decotto, l’infuso e lo sciroppo.
L’efficacia come fitoterapico del capelvenere è nota fin dalla fine del sedicesimo secolo, quando un medico francese ne scoprì l’impiego per il trattamento dell’asma e della pertosse. Oggi è noto che l’infuso di questa pianta, preparato con 1,5-2 g di foglie essiccate per ogni tazza, è un rimedio naturale utile per:
fluidificare le abbondanti secrezioni nasali e bronchiali in caso di raffreddore, raucedine e bronchite;
favorire la sudorazione in caso di leggera febbre o malessere generale, provocato dalle affezioni respiratorie.