Effetti dell’alcol sulla pelle: quali sono e come contrastarli
Sapete che gli alcolici possono avere effetti dannosi anche sulla pelle? L’alcol, infatti, non incide solo su fegato, ritmo cardiaco, apparato gastrointestinale e mente, ma può rovinare la nostra cute. Oltre ad utilizzare creme e sieri, quindi, facciamo attenzione a cosa beviamo e in quali quantità.
Sapete che gli alcolici possono avere effetti dannosi anche sulla pelle? L'eccesso di alcool, infatti, non incide solo su fegato, ritmo cardiaco, apparato gastrointestinale e mente, ma può rovinare la nostra cute causando alcuni distubi e accentuandone altri. Oltre ad utilizzare creme e sieri, quindi, facciamo attenzione a cosa beviamo e in quali quantità.
Pelle spenta e opaca
L'eccesso di alcool, e con questo intendiamo l'assunzione costante di tre bicchieri al giorno, colpisce principalmente il fegato, organo deputato all'eliminazione delle tossine dal nostro corpo: gli alcolici, infatti, hanno un alto grado di tossicità che si ripercuote anche sulla nostra cute. La nostra pelle risulterà spenta e opaca con un colorito che può andare dal giallognolo al grigiastro. Ciò perché la cute non sarà pulita dall'interno e avrà un aspetto poco curato e asfittico.
Arrossamenti e macchie sul viso
Gli alcolici, in particolare i superalcolici, hanno un effetto vasodilatatore quasi immediato: soprattutto chi soffre di couperose avvertirà un rossore estemporaneo, ma è possibile anche la comparsa di macchie e una perdita di elasticità della pelle. La vasodilatazione causa anche gonfiore agli occhi e occhiaie, a causa della redistribuzione di liquidi che provoca nel nostro organismo. In casi gravi, l'eccesso di alcool può provocare anche l'insorgere della rosacea, malattia infiammatoria cronica della pelle che causa un rossore diffuso ed eruzioni cutanee su guance, naso, mento e fronte.
Invecchiamento precoce con comparsa di rughe
Un altro effetto dell'alcol è la disidratazione che causa invecchiamento precoce della pelle con conseguente comparsa di rughe e imperfezioni della cute. Ciò avviene a causa della mancanza di acqua, che comporta un dissolvimento repentino del nostro deposito di vitamina A e vitamina C: vitamine che agiscono come potenti antiossidanti, in quanto sono in grado di contrastare gli effetti dannosi dei radicali liberi.
Soffri di acne o psoriasi? La situazione potrebbe peggiorare
L'assunzione eccessiva di alcolici, quindi, causa una eccessiva idratazione della pelle che può accentuare problematiche della pelle come eczemi o psoriasi, che causano cute secca. Lo stesso vale per chi soffre di acne o di rosacea, e ciò è causato dall'effetto vasodilatatore degli alcolici, che possono peggiorare la situazione con conseguente aumento di rossore, eruzioni cutanee e brufoli.
Quali sono gli alcolici da evitare?
Se vogliamo difendere la nostra pelle, meglio stare alla larga o limitare tantissimo i superalcolici e soprattutto i cocktail. In quest'ultimo caso infatti, ad essere micidiale per la nostra cute, è in mix di alcol e zuccheri che, alzando l'indice glicemico, causano la comparsa di problematiche della pelle come dermatiti, acne e rughe precoci. Per non accentuare queste problematiche attenzione soprattutto a mojito e margarita, due drink ricchi di zuccheri e, nel caso della margarita, c'è anche il sale che accentua il gonfiore. Ogni tanto è quindi concesso un bicchiere per un brindisi con gli amici: da preferire un calice di vino oppure un amaro o un liquore digestivo una o due volte a settimana.
Come migliorare subito l'aspetto della nostra pelle
Se interveniamo subito possiamo però aiutare la nostra pelle a migliorare. La prima cosa da fare, quindi, è diminuire il più possibile l'assunzione di alcolici. A ciò va aggiunto il consiglio valido sempre, ancora di più in questo caso: bere 2 litri di acqua al giorno, per reidratare la cute ed eliminare le tossine accumulate.
Il succo di maqui. Il Maqui prima qualità salugea è un integratore alimentare liquido ottenuto da spremitura a freddo di frutti nativi di Maqui originari della Patagonia sud-americana, ed è conservato in bottiglie di vetro scuro di grado farmaceutico. E’ puro al 100%, non diluito in acqua o altri succhi: è sufficiente assumerne un misurino al giorno. Non contiene conservanti, coloranti o zuccheri aggiunti, e proviene da coltivazione biologica.
Grazie al Maqui Prima Qualità Salugea potrai:
Contrastare l’invecchiamento e ossigenare i tessuti.
Supportare e migliorare la performance sportiva.
Godere del suo effetto antinfiammatorio, analgesico e febbrifugo.
Rinforzare l’organismo e supportare la funzione epatica.
Il Maqui (Aristotelia chilensis) è una pianta sempreverde originaria della Patagonia, un’ampia regione dell’America meridionale. Gli Araucani, popolazioni locali del territorio di origine, consumano da sempre il suo frutto quale alimento tradizionale nella loro dieta quotidiana e lo apprezzano per le sue proprietà terapeutiche, quali il potere analgesico e febbrifugo, e la sua utilità nella cura delle infiammazioni.
Il Maqui è il frutto più ricco di antiossidanti al mondo, molto apprezzato dagli sportivi per le sue qualità: ritarda l’affaticamento e favorisce il recupero muscolare. Il Maqui Salugea è infatti molto impiegato come supporto negli allenamenti sportivi, per sostenere la rigenerazione ed il recupero organico, e per stimolare la prestazione fisica.
L’insieme degli attivi naturali contenuti svolge un’attività di contrasto dei radicali liberi che protegge dallo stress ossidativo tutto l’organismo, prevenendo l’invecchiamento precoce. Questa attività si riflette positivamente su tutte le funzioni organiche ed anche sul benessere di pelle e capelli.
Nel Succo di Maqui si concentrano molte qualità salutistiche, esso è particolarmente ricco di Antocianine e di Delfinidine, molecole antiossidanti naturali, Vitamina C, ferro, calcio e potassio. Tra gli effetti benefici, ha proprietà antinfettive ed antidegenerative, rafforza il sistema immunitario e favorisce sani livelli di zuccheri nel sangue.
La potente azione antiossidante del Maqui trova applicazione nel supporto alle convalescenze ed al recupero da malattie cronicizzanti, nel giovane e nell’anziano; il Succo di Maqui Prima Qualità Salugea è anche utile per ossigenare i tessuti ed apportare benefici alla funzione epatica.
Maqui
L’impervia e selvaggia Patagonia Cilena, oltre a custodire leggende e racconti di viaggi avventurosi, preserva un vero e proprio patrimonio naturale. Proprio in queste terre cresce quella che i Mapuche chiamano fin dall’antichità “la pianta di Dio“. Si tratta del Maqui, un grosso arbusto che può raggiungere i 5 metri di altezza, sul quale maturano quelli che sono considerati dei veri e propri “tesori”: delle bacche dal colore blu intenso, molto simili ai più noti mirtilli.
L’intensità del colore di questi straordinari frutti è dovuto all’alto contenuto diantocianine, un gruppo di polifenoli che proteggono l’arbusto dalle potenti radiazioni solari di quelle zone. Negli ultimi trent’anni il clima dell’emisfero australe, in concomitanza con l’aumento delle radiazioni solari, ha causato un progressivo aumento di questi pigmenti naturali, tanto da far diventare il Maqui la pianta con il maggior contenuto di antociani in assoluto.
Nello specifico, il Maqui è ricco di uno particolare tipo di antocianine, le delfinidine, che sono i più potenti tra i polifenoli: infatti, occorrerebbe bere 500 bicchieri di vino rosso per assumere la stessa quantità di delfinidine contenute in una capsula di estratto purificato di Maqui. E non è un caso se parliamo di capsule di estratto purificato: il Maqui è tanto prezioso quanto raro e delicato. Non è infatti possibile esportarlo nel nostro Paese dalle remote terre cilene. Le bacche vengono quindi disidratate e sottoposte ad una lavorazione meticolosa, che permette di ottenere l’estratto, chiamato “Maqui Rx” per distinguerlo dal frutto vero e proprio.
Per prima cosa sono dei potenti antiossidanti, combattono quindi i radicali liberi e l’ossidazione cellulare, contrastando l’invecchiamento dei tessuti dell’organismo e della pelle. Aiutano le cellule anche a contrastare l’infiammazione, un fenomeno naturale di alterazione che può diventare dannosa quando si conduce una vita stressante e ci si alimenta in maniera non equilibrata.
L’assunzione di polifenoli aiuta inoltre l’organismo a sentirsi meno stressato e più energico, questo perché i polifenoli coadiuvano le cellule nel conseguimento di uno stato energetico ottimale, facilitando lo sviluppo di energia dai grassi, riducendo la sintesi del colesterolo e migliorando il flusso sanguigno.
I polifenoli sono dunque un vero e proprio toccasana per il nostro benessere, come confermano anche diversi studi scientifici.
Barry Sears, massimo esperto mondiale sul controllo ormonale attraverso il cibo, nonché Presidente della Inflammation Research Foundation di Boston, afferma che:
“i polifenoli devono avere un ruolo importante nelle piante, altrimenti esse non impiegherebbero tante preziose energie per sintetizzarli. I polifenoli agiscono infatti da potenti antimicrobici e sono il mezzo con cui le piante si difendono da virus e batteri. Se i polifenoli non facessero parte della nostra dieta, l’organismo ne diventerebbe un facile bersaglio, e sarebbe più soggetto a malattie croniche e a un rapido invecchiamento“.
Ad ulteriore conferma delle eccezionali proprietà del Maqui, riportiamo le dichiarazioni di Juan Carlos Bertoglio, professore associato di Medicina all’Università Austral del Cile:
“Le popolazioni originarie dell’arcipelago di Juan Fernandez, i Mapuche, utilizzano il Maqui da sempre. Hanno richiamato la mia attenzione soprattutto le donne. Ci sono signore molto anziane che arrivano dalla campagna, che stanno al sole tutto il giorno, non hanno mai usato creme, intingoli di bellezza eccetera e hanno la pelle di una donna di 25/30 anni di età. Sicuramente questo è dovuto anche allo stile di vita, di cui fa parte un’alimentazione ricchissima di polifenoli e molto simile alla Zona, cioè essa comprende verdura e pesce, ma anche Maqui e movimento quotidiano“.
Insomma, un tesoro ancora più prezioso di quelli narrati dalle leggende, a cui la scienza sta dedicando studi e risorse, e che sarebbe davvero un peccato lasciarci sfuggire. Marta Albè