Guggul: proprietà .
Il guggul è sostanza naturale che si presenta come un'oleoresina gommosa e viene impiegata in fitoterapia sotto forma di polvere per le due proprietà ipocolesterolemizzante.
Dove si trova il guggul viene estratto per incisione della corteccia della Commiphora mukul, piccolo albero spinoso, conosciuto anche come albero della mirra, che si trova prevalentemente in Rajastan, Gujarat e Maharushtra, molto ramificato, con corteccia cartacea argentata. Se il tronco viene inciso, l'albero secerne questa sostanza resinosa ed aromatica. Ogni pianta produce circa 1 kg. di resina oleogommosa di colore giallo pallido fino a marrone. E' un rimedio antichissimo utilizzato da sempre nella medicina ayurvedica per i disordini metabolici che si accompagnano all'obesità e all'aterosclerosi. La proprietà ipocolesterolemizzante del guggul è dovuta al guggulipide capace di ridurre significativamente il colesterolo totale, il colesterolo LDL (quello cattivo) e i trigliceridi. Questa azione è dovuta in parte a un aumento del numero dei recettori per il colesterolo LDL, posti sulla superficie delle cellule del fegato e a un miglioramento del legame colesterolo-recettore. In questo modo i lipidi vengono eliminati a livello ematico e degradati poi attraverso la bile. Il guggul si è rivelato un efficace rimedio per la colesterolemia alimentare, causata principalmente da una dieta molto ricca di grassi.Inoltre questa sostanza svolge un'azione antisclerotica in quanto inibisce l'ossidazione delle LDL, processo responsabile della formazione di placche a livello delle arterie e dell'indurimento delle pareti venose. Controindicazioni del guggul. In alcuni pazienti può provocare nausea, eruttazioni, singhiozzo. A dosi elevate provoca diarrea, che regredisce con la sospensione dell'assunzione. Letto su Fanpage.
Nonostante freddo e maltempo
Elleboro. Le piante selvatiche di questo genere hanno i petali quasi invisibili, mentre i sepali sono grandi e coriacei, di solito di colore verde, tranne che nell'Elleboro nero (Helleborus niger), che ha sepali di colore bianco e si trova in queste regioni italiane. Le specie selvatiche più comuni sono Helleborus viridis ed Helleborus foetidus, hanno i fiori di colore verde e come tutte le piante di questo genere contengono degli alcaloidi tossici e sostanze come il glucoside elleborina, glicoside ellebrina glicoside elleboreina, che possono avere effetti letali se ingeriti, in quanto danneggiano il cuore, e hanno la proprietà di essere assorbiti anche dalla pelle. Quindi vanno sempre maneggiati utilizzando guanti protettivi. I semi e i rizomi hanno, inoltre, proprietà purganti fortissime, che venivano utilizzate per ripulire l'intestino degli animali. Secondo Dioscoride, le viti che crescevano vicino a molte piante di elleboro, producevano un vino dalle proprietà purganti. Come mai allora Paracelso descriveva queste piante come "elisir di lunga vita", in particolare le foglie secche dell'Helleborus niger? Quello che ad alte dosi è un veleno, a piccole dosi è un cardiotonico, che è stato utilizzato per centinaia di anni nella cura dell'attività cardiaca, in particolare negli anziani. Nell'antichità l'elleboro nero era considerato un rimedio contro le malattie mentali. È con l'elleboro che Ercole guarì dalla follia, e il pastore Melampo con il latte delle capre che avevano mangiato l'elleboro curò le figlie di Preto di Argo, diventate furiose.
La scienza ufficiale ha confermato che l'elleborina ha proprietà narcotiche, che venivano sfruttate per sedare la follia, l'ellebrina è efficace come tonico cardiaco, mentre l'elleboreina è capace di provocare vomito e diarrea. Questo alleato vegetale non è assolutamente da utilizzarsi come rimedio casaligo, ma è importante conoscere le sue proprietà e la sua pericolosita, anche perchè le varietà coltivate sono spesso inserite in mazzi di fiori e bouquet.