La depressione è un male le cui concause sono molteplici; si suddividono infatti tra fattori biochimici, psicologici, ambientali, emotivi. L’individuazione delle cause reali può non essere semplice, sia per il medico che per il paziente che cerca di autoanalizzarsi. La depressione colpisce maggiormente le fasce di popolazione comprese tra i 14 e 40 anni, dunque, prevalentemente, adolescenti, giovani uomini e donne. Nei casi più gravi si è obbligati a ricorrere a farmaci. Un piccolo aiuto in più, sia per chi soffre realmente di depressione, sia per chi attraversa semplicemente un periodo nero, può arrivare da qualche semplice, ma non scontato, suggerimento riguardante una maggiore attenzione alla propria alimentazione, l’importanza di trascorrere una parte della giornata all’aria aperta, il prendersi cura del proprio universo interiore. Il tutto condensato in dieci rimedi da sperimentare, non dimenticando di chiedere un parere al proprio medico. Provate ad individuare i motivi per cui vi sentite depressi.Spesso i motivi che fanno precipitare l’umore verso il basso possono essere legati a circostanze particolari della vostra vita. Chiedetevi dunque se le cause siano legate ad un lavoro eccessivamente stressante, che fagocita ogni giorno tutte le vostre energie, ad improvvisi o prolungati problemi economici, a gravi questioni che affliggono la vostra famiglia. Siate onesti con voi stessi in modo da poter raggiungere il vero nocciolo del problema e riuscire a reagire per risolverlo, cercando un aiuto mirato.Fate più movimento. Dedicarsi all’esercizio fisico rilascia endorfine, sostanze che contribuiscono a stimolare sensazioni positive, agendo da anti-depressivi. Non abbandonate quindi il vostro sport preferito, dedicatevi alla corsa o fate lunghe passeggiate. Oppure provate ad avvicinarvi a discipline allo stesso tempo energizzanti e rilassanti, come lo yoga e il pilates. Non saltate i pasti. Suddividete la vostra alimentazione prevedendo tre pasti principali e due spuntini, uno a metà pomeriggio e uno a metà mattina. Abituandovi a questa routine contribuirete a mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue, evitando così oscillazioni dell’umore.Seguite una dieta pro-serotonina. Molti medicinali antidepressivi hanno lo scopo di innalzare chimicamente i livelli di serotonina. Un effetto simile può essere ottenuto grazie all’assunzione di alcuni alimenti, come aringhe, alici,salmone, olio e semi di lino, noci, che sono tra i cibi più ricchi di acidi grassi omega-3. Scegliete cibi “allegri” ed energetici.Tra gli alimenti che aiutano a migliorare l’umore vi sono le banane e il cioccolato. Le banane contengono fruttosio, che offre al corpo uno sprint immediato, e fibre, che vanno a formare una scorta di energia, pronta per il momento in cui l’organismo ne richiede. Il cioccolato, meglio se fondente, contiene alti livelli di triptofano, precursore della serotonina, e di flavonoidi, antiossidanti che aiutano il buon funzionamento del cervello e la circolazione del sangue. Non dimenticate i semi di zucca. Una manciata al giorno, grazie all’elevato contenuto di acido folico, contribuisce a regolare gli sbalzi d’umore. Livelli troppo bassi di acido folico favoriscono stati di irritabilità e di insonnia. Evitate la caffeina. Se assumete troppi caffè al giorno, diminuite progressivamente il numero delle vostre tazzine abituali. La caffeina infatti riduce i livelli di serotonina.Vivete all’aria aperta. Esporsi alla luce del sole aiuta a migliorare immediatamente l’umore. Godete il più possibile dei benefici della bella stagione, tra cui l’aumento della produzione di vitamina D, dato dalla maggiore esposizione del nostro corpo ai raggi solari, senza ovviamente dimenticarvi di proteggere la vostra pelle dai danni causati da UVA e UVB, scegliendo preferibilmente protezioni solari contenenti filtri fisici. La meditazione ha effetti benefici provati per l’umore, la mente e l’intero organismo. Una pratica regolare vi potrà aiutare a ritrovarevia via quella capacità di concentrazione. di Marta Albe'.
La depressione è un male tipico del mondo occidentale a cui spesso si danno delle motivazioni di tipo fisiologico e biochimico. Ma è davvero solo un problema di squilibrio di alcune sostanze che circolano nel nostro cervello per compensare le quali sono necessari dei farmaci? Sempre più esperti ritengono di no. A volte chi prende farmaci per la depressione è costretto ad aumentare la dose raggiungendo quella massima e, nonostante ciò, non riesce mai davvero a risolvere il problema che lo affligge. Potrebbe dunque non essere questa la strategia migliore per trattare la depressione? La depressione viene spesso misurata dagli scienziati attraverso la Scala di Hamilton che va da un punteggio di 0 (nessuna traccia del problema) a 59 (a rischio suicidio). Apportare delle modifiche alla propria vita può aiutare ad aumentare il proprio punteggio e dunque a sentirsi meglio: 6 punti si guadagnano ad esempio migliorando il sonno e 1,8 punti assumendo antidepressivi (quest’ultimi hanno dunque un effetto modesto rispetto ad altri metodi). Hari un noto medico, fa riferimento soprattutto alle ricerche del dottor Vincent Felitti che inizialmente si è occupato di obesità ma poi ha scelto di indagare come questo problema, insieme ad altri tra cui appunto la depressione, potesse essere legato a dei traumi infantili. Felitti ha somministrato un semplice questionario a 17.000 pazienti di San Diego che necessitavano di assistenza sanitaria generale (da un banale mal di testa ad una gamba rotta). Ha chiesto loro se gli erano mai capitate una o più tra le 10 cose più brutte che possono accadere ad un bambino come ad esempio essere trascurato, fisicamente o emotivamente maltrattato, ecc. Poi ha chiesto a tutti i partecipanti se soffrivano o avevano sofferto di uno o più dei 10 problemi psicologici principiali tra cui ovviamente la depressione. Si è scoperto così che i traumi infantili aumentano il rischio di depressione negli adulti. Chi aveva spuntato sette categorie di eventi traumatici da bambino, aveva il 3,1% in più di probabilità di tentare il suicidio da adulto e più del 4% di probabilità di diventare tossicodipendente. Felitti scoprì però anche che l’opportunità di parlare del proprio trauma con una persona di fiducia permetteva di scaricare quell’insano senso di colpa che spesso accusano le vittime di abusi e di allontanare la vergogna provata. La semplice possibilità di togliersi un tale peso portava ad un drastico calo delle patologie future. Il medico ha scoperto infatti che già dall’anno successivo il bisogno di cure mediche si riduceva del 35% e a lungo andare arrivava ad oltre il 50%. Sfogarsi, dunque, rimane confermato come un ottimo metodo terapeutico.In conclusione possiamo dire che, secondo le teorie di Felitti riprese nel libro di Hari, le cause di depressione vanno ricercate soprattutto all’interno di eventi chiave della nostra vita e molto meno nella biologia del corpo. Scavare nella nostra infanzia è più che mai importante! letto da Fanpage.