Founder Junior
Una meditazione semplice di Osho, che parte dalla fragranza di un fiore e ci accompagna delicatamente nell’interezza, dove semplicità e complessità si fondono in un tutto in espansione…
Immagina un fiore, oppure guardalo: quanto è semplice? Ora prova ad avvicinarti, e man mano che i tuoi occhi entrano in contatto con lui, lasciati stupire dalla sua complessità.
Semplicità e complessità nella meditazioneSemplicità e complessità non sono per forza inconciliabili: la semplicità del fiore è visibile da lontano, mentre la sua complessità, fatta dai minuscoli pistilli, dal misterioso ermetismo dei sepali, dall’evanescenza dei petali con le loro sfumature seducenti, si manifesta solo a uno sguardo più attento.
Così è nella meditazione: sembra la cosa più semplice del mondo, perché apparentemente non fai nulla. Te ne stai seduto a occhi chiusi e niente sembra accadere. Di fatto, se lo hai mai praticato, sai che meditare ti apre alle profondità dell’universo, svelandoti la sua complessità, i suoi livelli, le intersezioni fra visibile e invisibile, le armonie fra i sensi e gli elementi, i movimenti immobili, l’integrazione degli opposti.
La meditazione di Osho che oggi condivido con te, tratta dal “Libro arancione”, parte come sempre dal corpo, e in particolare dall’olfatto, il senso più ancestrale che abbiamo, per attraversare la semplicità del profumo di un fiore.
Leggila con attenzione, e scoprirai come sia immediato, attraverso la fragranza del fiore, affinare la nostra percezione e diventare quella stessa fragranza, entrando in punta di piedi fra gli strati che conducono all’invisibile. Ogni livello che attraversiamo ci dona una comprensione un po’ più profonda, uno stato dell’essere un po’ più leggero, fino ad estendere la visione interiore sull’intero universo.
Praticandola con costanza, riusciremo a entrare anche nell’assenza di quella fragranza, nel lato ombra dell’esistente, che poi è la pienezza del Tao. E’ allora che ciò che crediamo ombra si rivela come l’altro lato della medaglia, come la Luna che si manifesta quando non c’è il Sole. A quel punto, non ha più importanza ciò che stai percependo, perché sarai nella pura osservazione.
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Alloro. Una pianta simbolo di gloria e saggezza ma anche un’ottima erba aromatica ricca di proprietà.
Ci sono diverse piante che apprezziamo e utilizziamo comunemente, tra queste l’alloro, conosciuto soprattutto in quanto pianta aromatica in grado di insaporire i cibi. Oggi vogliamo parlare però non tanto delle caratteristiche delle foglie di alloro in quanto condimento ma dei benefici che offrono al nostro organismo.
Alloro, benefici e utilizziLe foglie di alloro ricche di principi attivi possono essere utili in diverse circostanze e produrre una serie di effetti benefici nel nostro corpo.
Le sue foglie sono utilizzate in cucina per le essenze aromatiche e possono essere raccolte tutto l’anno.
Grazie al suo alto contenuto di oli essenziali, l’alloro rappresenta un ottimo alleato della nostra salute e un profumato ingrediente in cucina.
Già Greci e Romani sfruttavano l’alloro per le spiccate proprietà benefiche che lo hanno reso celebre nei secoli come pianta della salute dalle molteplici applicazioni.
Alloro proprietà nutritive
Il consumo delle foglie fresche assicura un ottima riserva di vitamina C.
Versare l'alloro nell'acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l'infuso e bere l'infuso per favorire la digestione, soprattutto, per chi ha problemi di fermentazione, aiuta nei casi di inappetenza, combatte i dolori dello stomaco e gli stati influenzali.
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Dalla tradizione giapponese ecco la semplice ricetta:
Ingredienti- Una tazza di fagioli azuki secchi
- Una tazza di zucchero di canna grezzo muscovado (la ricetta originale utilizzava zucchero bianco e le dosi erano di una tazza e mezzo, a voi la scelta)
La notte prima mettere a bagno i fagioli secchi in abbondante acqua fredda. Il giorno dopo scolarli e metterli in una pentola capiente. Aggiungere 3 tazze di acqua e portare rapidamente a bollore.
Abbassate il fuoco, lasciate bollire per 5 minuti, poi spegnete, scolate i fagioli dall’acqua di cottura e lavate la pentola. Coprite di nuovo i fagioli con 2 o tre tazze di acqua fredda, aggiungete lo zucchero e riportate a bollore, per poi abbassare il fuoco e far cuocere a fuoco lento per circa due ore, fino a quando i fagioli non sono morbidi e ben cotti.
Aggiungete altra acqua durante la cottura se è necessario, alla fine i fagioli devono essere umidi ed avere un po’ di liquido.
A questo punto io, ho inserito il minipimer nel composto e l’ho frullato, per ottenere una bella crema. Sicuramente il colore ed il sapore utilizzando lo zucchero di canna grezzo sono leggermente differenti dall’originale, ma il risultato è soddisfacente. Il sapore è particolare, vagamente nocciolato, per niente fagioloso.
Potete servire la crema fredda con il gelato di riso, oppure come accompagnamento a pancakes, farcitura di torte.