La vitamina D è una sostanza fondamentale per fissare il calcio e dunque per la salute delle ossa. È questa in prima analisi la risposta alle domande delle mamme sul perché sia così importante somministrare questo tipo di vitamina ai propri figli sin dalla nascita. La vitamina D, infatti, rientra in quel gruppo di sostanze nutritive che sostengono la crescita e la salute delle ossa: il presupposto è proprio che è molto importante avere buone dosi di vitamina D nella fase della crescita perché è proprio in questo periodo che si gettano le basi per una giusta mineralizzazione delle ossa, con conseguenze e ripercussioni in età adulta (se carente si può incorrere in rachitismo e osteomalacia). La funzione della vitamina D nei neonati e nei bambini, quindi, è soprattutto quella di promuovere un ottimo sviluppo delle ossa. Essa aiuta a sintetizzare quegli enzimi presenti nelle mucose preposti al trasporto attivo del calcio disponibile ed è necessaria affinché ossa e denti dei più piccoli calcifichino bene.
La vitamina D è una vitamina liposolubile, per cui può essere assimilata sia con l’ingestione che con l’esposizione alla luce solare. La vitamina D si trova in molte fonti alimentari come pesce, uova, alcuni latti addizionati e olio di fegato di merluzzo. In genere, al momento delle dimissioni dall’ospedale, si prescrive al neonato un integratore specifico, da prendere per almeno i primi tre mesi di vita. È importante, quindi, che i piccoli consumino alimenti ricchi di calcio: non solo latte e latticini (su cui ci sono diversi dubbi sulla all’effettiva capacità del nostro organismo di utilizzare quel calcio), ma anche tanti alimenti vegetali come mandorle o semi di sesamo.
Inoltre, è ormai risaputo che sarebbe sufficiente una regolare esposizione alla luce del sole, anche di circa 10 minuti al giorno, per permettere al nostro organismo la produzione della vitamina D necessaria al suo corretto funzionamento.
Non dimenticate mai, poi, di far fare attività fisica ai vostri cuccioli e garantire loro uno stile di vita sano. Il sovrappeso e l’obesità sono nemici (anche) della vitamina D che essendo liposolubile rimane “incastrata” nei depositi di grasso non riuscendo ad arrivare agli organi che ne hanno bisogno
Il rachitismo e l’osteomalacia sono le classiche malattie da carenza di vitamina D, nei bambini il deficit causa il rachitismo che evolve in deformità scheletriche. Per ovviare è bene che già durante la gravidanza e poi durante l’allattamento le donne mantangano livelli adeguati di vitamina D per proteggere il bambino.
Vitamina D è fondamentale per il nostro organismo. È nota per la sua capacità di mantenere le ossa in salute ma è benefica anche per il cervello e per il cuore. Ma cosa succede in caso di carenza? Quali sintomi possono comparire?
Le fonti da cui il nostro organismo può ottenere vitamina D sono essenzialmente l’alimentazione e l’esposizione al sole. Non sempre ci si rende conto di essere soggetti ad una possibile carenza di vitamina D fino a quando essa non viene diagnosticata (solitamente con un esame del sangue).
I soggetti maggiormente esposti ad una carenza di vitamina D sono rappresentati da coloro che trascorrono ben poco tempo all’aria aperta durante la vita quotidiana e da chi non assume fonti alimentari di vitamina D. In caso di carenza di vitamina D il medico potrebbe prescrivere un cambiamento dello stile di vita o dell’alimentazione, oppure l’assunzione di un integratore specifico. Le donne in gravidanza e in allattamento, gli anziani e i bambini dovrebbero tenere sotto controllo i propri livelli di vitamina D per evitare carenze.
Esporre al sole almeno il viso e le braccia per 15-20 minuti al giorno, ovviamente con le dovute cautele, è una delle indicazioni di base degli esperti per permettere al nostro organismo di sintetizzare vitamina D grazie alla luce naturale. Quando la stagione lo permette possiamo trarre vantaggio in tal senso dalle giornate soleggiate. Tutti dovrebbero comunque cercare di trascorrere più tempo all’aria aperta per favorire il proprio benessere. La vitamina D infatti regola il metabolismo del calcio ed è fondamentale per il sistema nervoso e per il cuore.
Per quanto riguarda l’alimentazione, le fonti di vitamina D possono essere sia di origine animale, come uova, latte e derivati, sia cibi di origine vegetale, con particolare riferimento ai funghi. Dieta equilibrata ed esposizione al sole dovrebbero garantire livelli adeguati di vitamina D.
Sintomi della carenza di vitamina D
In caso di carenza di vitamina D ci possiamo trovare alle prese con diversi tipi sintomi non sempre subito riconducibili a questo problema in quanto, nella maggior parte delle persone, risultano essere talmente lievi e sottili da non destare alcun campanello di allarme. Tra i sintomi più frequenti troviamo:
Dolori alle ossa e debolezza muscolare: questi sono sintomi che possono essere confusi con quelli di una banale influenza oltre che di un’altra lunga serie di problemi di salute.
Osteoporosi: una carenza di vitamina D espone maggiormente al rischio di soffrire di osteoporosi.
Problemi cardiaci: a lungo andare anche il cuore potrebbe risentire di scarsi livelli di vitamina D nel corpo, ecco allora che ad una carenza di questa vitamina in alcuni casi si associano anche problemi cardiaci.
Asma nei bambini: i più piccoli, soprattutto se trascorrono molto tempo in casa, sono a rischio carenza e un sintomo che si può ricondurre ad una concentrazione non ottimale di questa vitamina nel sangue è la comparsa di asma.
Disturbi cognitivi: soprattutto gli anziani che spesso sono carenti di questa vitamina possono veder comparire problemi alla sfera cognitiva.
Disturbi psicologici ed emotivi: una carenza di vitamina D può portare alla comparsa di umore altalenante e tristezza immotivata
Sudorazione delle mani: quando questo sintomo compare in maniera apparentemente inspiegabile spesso si associa proprio alla carenza di vitamina D, in quanto sarebbe uno dei campanelli d’allarme più frequenti di questo deficit.
Le conseguenze di una carenza di vitamina D possono variare in base all’età, allo stato di salute e al periodo della vita dell’individuo. Sulla carenza di vitamina D può incidere anche il luogo in cui viviamo.