Melassa di uva. I nuovi cibi è sicuramente un esperienza che tocca tutti i nostri sensi: la vista, il palato, l’olfatto, il tatto andando oltre tocca il nostro stato d’animo con le emozioni che può generare (gioia, nostalgia..); non ultimo riguarda il nostro benessere fisico soprattutto se il cibo rinforza, energizza e/o depura il nostro corpo.
È uno sciroppo della stessa densità del miele, dal colore molto scuro, derivato dalla bollitura del succo di uva ottenuto durante le vendemmie a settembre. La melassa di uva è in realtà già conosciuta nel bacino del mediterraneo per le sue caratteristiche sotto nomi e forme diverse: arrope, mostillo, mostarda, pekmez, petimezi… Infatti prima che gli arabi introducessero lo zucchero di canna nel bacino del Mediterraneo la melassa di uva (ma anche di fichi, melograno…) era un alternativa al miele, più costoso e di difficile reperimento (tuttora in Turchia il miele rimane mediamente più caro della melassa di uva).
La ricetta tradizionale italiana della mostarda di uva è semplicemente una variante della produzione della melassa: il vantaggio della melassa rispetto alla mostarda stà proprio nel poterla usare come dolcificante.
Questo dolcificante, esclusivamente derivante dal succo di uva, è ricco in calcio, potassio, magnesio e ferro, quindi il suo uso al contrario di uno zucchero bianco, che impoverisce il corpo demineralizzandolo, rinforza l’organismo. In particolare per la sua ricchezza in ferro viene consigliata nei casi di anemia: uno studio del “The Turkish Journal of Pediatrics” ha comparato l’assorbimento di ferro dalla melassa di uva e dal solfato ferroso (un tipo di ferro usato per il trattamento di persone anemiche) e dai risultati ottenuti la melassa sembra essere un ottimo trattamento per prevenire le carenze di ferro soprattutto durante l’infanzia.
Ricetta della melassa di uva fatta in casa
È possibile durante il periodo della vendemmia preparare in casa la propria melassa di uva, le quantità e i tempi sono leggermente variabili perché dipendono molto anche dal tipo di uva usata. La melassa di uva si ottiene dal succo non fermentato fatto bollire per un ora o più mescolando frequentemente per evitare che attacchi fino ad ottenere un composto scuro, appiccicoso, denso come il miele caldo.
Ingredienti :
10 kg di uva nera, 2 cucchiai di cenere.
Lavare accuratamente l’uva nera e pressarla per ottenere un succo (si può usare un passaverdure o schiacciarla con le mani) assicurandosi che non ci sia polpa: aggiungere la cenere durante il procedimento di pressatura così si amalgama insieme.
Filtrare il succo ottenuto dalla pellicina e semini con un colino a maglie larghe e metterlo in una pentola antiaderente e far bollire per almeno un ora. Il succo dovrà restringersi (un rapporto di circa 8:1) e diventare scuro, della consistenza del miele.
Per assicurarsi che sia al punto giusto di cottura prenderlo con un cucchiaino e posarlo su un piattino o dentro un bicchiere a raffreddarsi: la consistenza dovrà essere simile al miele e il coloro scuro. Attenzione a non farlo caramellare.
Una volta pronto si può versare caldo in dei barattoli e sterilizzarli a bagno maria per 10-15 minuti. Questi barattoli si possono conservare anche per mesi.
Fonti di calcio. Quali alimenti vegetali preferire? Siamo tutti a conoscenza del fatto che per il buon funzionamento del nostro organismo e per mantenere forti le nostre ossa e i nostri denti sia necessario introdurre nella propria dieta quantità adeguate di calcio.
Mentre, comunemente, l’apporto di calcio veniva associato all’assunzione di latte e latticini, al giorno d’oggi si sta assistendo ad un’inversione di tendenza relativamente a tale questione, da parte di coloro che sostengono come il calcio proveniente da latte e latticini non sia facilmente assorbibile da parte del nostro organismo e che la digestione di tali alimenti richieda a propria volta una sottrazione di calcio e di altri minerali alcalini dalle nostre ossa, a causa di una eccessiva acidificazione dell’organismo provocata dagli stessi.
I casi di osteoporosi sarebbero molto più numerosi in quelle popolazioni che assumono elevate quantità di calcio tramite i latticini, proprio a causa del fenomeno sopraindicato, come dimostrato dal più ampio studio sull’argomento, pubblicato nel 1983 tra le pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition.Fortunatamente, latte e latticini non sono le uniche fonti dalle quali attingere il calcio.
Esistono infatti diversi alimenti di origine vegetale ricchi di tale minerale, a cui soprattutto coloro che hanno deciso di escludere dalla propria alimentazione i prodotti caseari, o di ridurne l’assunzione, dovrebbero fare riferimento.
Secondo quanto indicato dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, l’apporto quotidiano di calcio per individui adulti dai 19 ai 50 anni è solitamente stimato attorno ai 1000 mg al giorno, che diventano 1200 mg dai 51 anni in poi.
Si trova il calcio nei semi di sesamo, semi di chia, cavolo verde e spinaci, semi di lino.
Melassa, arance. Legumi. Broccoli. mandorle e fichi secchi.
FONTI DI ZINCO
Un modo semplice per assumere il giusto quantitativo di zinco ogni giorno è quello di consumare cibi che lo contengono, tra gli alimenti più ricchi di questo minerale ci sono le ostriche e pesci come aringhe e sardine. È presente nella carne ma si può trovare anche in alimenti di origine vegetale come cereali integrali, legumi, noci e semi anche se l’assorbimento di zinco dagli alimenti vegetali può essere contrastato dalla presenza di fitati (in cereali e legumi) e ossalati (verdure e cereali).
Per assicurarsi la giusta dose di zinco quotidiana è bene inserire uno o più tra seguenti alimenti:
ostriche, aringhe, sardine, cereali integrali o pseudocereali come la quinoa, amaranto.
legumi (ceci, fagioli, lenticchie), noci, mandorle, anacardi, pinoli, semi di zucca, cacao.
Tuorlo d'uovo, funghi secchi.
DOSE GIORNALIERA CONSIGLIATA
La dose giornaliera di zinco da assumere varia sostanzialmente con l’eta o in condizioni particolari come gravidanza e allattamento. I Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana, il fabbisogno medio (AR) su base giornaliera varia da 2 a 10 mg.
A volte può essere utile prendere un integratore di zinco, soprattutto in periodi di aumentato fabbisogno di questo minerale come può essere la gravidanza. Si trova infatti spesso all’interno di specifici integratori pensati proprio per le donne in dolce attesa. Bisogna però stare particolarmente attenti alle dosi e ai tempi di somministrazione dato che stimola la crescita compresa quella di cellule neoplastiche eventualmente presenti. Evitate il fai da te e rivolgetevi sempre al vostro medico di fiducia.