Proprietà e usi erboristici del rabarbaro
Il rizoma di rabarbaro viene utilizzato per le sue proprietà lassative ma non si deve eccedere con le dosi, altrimenti può diventare una purga molto potente. Meglio chiedere consiglio in questo caso al proprio erborista di fiducia per conoscere le dosi esatte di rabarbaro da assumere per ottenere un effetto lassativo corretto.
Un tempo le radici di rabarbaro (termine che significa "radice barbara") venivano importate essiccate dalla Cina, poi la sua coltivazione si diffuse anche in Europa. In erboristeria si utilizza ancora il rizoma del rabarbaro dopo che è stato essiccato. Viene raccolto da piante che hanno raggiunto i 3 o 4 anni di età.
Per quanto riguarda gli usi erboristici con il rabarbaro, in particolare con il suo rizoma, si preparano decotti, infusi, tinture e estratti in polvere. I prodotti erboristici a base di rabarbaro vengono impiegati, ad esempio, in caso di stipsi, dismenorrea, amenorrea e per regolarizzare l'appetito.
Controindicazioni del rabarbaro. Il forte effetto lassativo del rabarbaro è la maggiore controindicazione legata al suo uso eccessivo. L'assunzione di rabarbaro è controindicata in gravidanza e allattamento, nei bambini al di sotto dei due anni e nei pazienti che soffrono di problemi gastro-intestinali come le coliti. Le foglie di rabarbaro contengono molti ossalati, la loro assunzione è fortemente sconsigliata a chi soffre di calcoli renali e in generale, le foglie di rabarbaro possono causare intossicazioni, dunque l'impiego del rabarbaro a livello erboristico e in cucina si limita soprattutto al rizoma e ai piccioli fogliari.
Il rabarbaro in cucina
In cucina e nell'alimentazione il rabarbaro viene utilizzato tradizionalmente per la preparazione di liquori e digestivi, oltre che di marmellate, infusi, decotti e confetture. A livello di produzione industriale, il rabarbaro è spesso presente come ingrediente per aromatizzare le caramelle alle erbe o le caramelle balsamiche. Per le vostre ricette userete le coste del rabarbaro.
Ricette con il rabarbaro
Il rabarbaro viene utilizzato per preparare ricette sia dolci che salate, a partire dalle classiche confetture, ma lo potrete scegliere anche per preparare un dolce, ad esempio una torta o una crostata, oppure un'insalata diversa dal solito da servire come contorno.
Il glifosato. Il legame tra l’erbicida e la celiachia spiegherebbe la recente epidemia. I sintomi della cosiddetta intolleranza al glutine e della celiachia sono estremamente simili ai sintomi riportati da animali da laboratorio esposti al glifosato e il numero dei casi è aumentato di pari passo con l’aumento dell’uso del glifosato nell’agricoltura. La celiachia e più in generale, l’intolleranza al glutine, è un problema crescente in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa e Nord America, dove si stima che ora ne soffra il 5% della popolazione. Lo studio, pubblicato sulla rivista Interdisciplinary Toxicologynel 2013, è stato completamente ignorato dai media, ad eccezione di Mother Earth News e The Healthy Home Economist. Ora che il glifosato sta avendo l’attenzione che merita dopo essere stato considerato colpevole in una causa da 280 milioni di dollari per cancro e definito cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe ora di analizzare il ruolo della sostanza nella celiachia.
I sintomi della cosiddetta intolleranza al glutine e della celiachia sono estremamente simili ai sintomi riportati da animali da laboratorio esposti al glifosato, sostengono gli autori dello studio Anthony Samsel, scienziato indipendente che è stato anche consulente dell’EPA sull’inquinamento da arsenico e della Guardia Costiera statunitense sulla reazione ai pericoli chimici, e Stephanie Seneff, ricercatrice del Massachusetts Institute of Technology (MIT). I due ricercatori segnalano uno studio recente, pubblicato su Journal of Crop and Weed, su come il glifosato influenzi il sistema digerente dei pesci. La sostanza diminuiva gli enzimi digestivi e i batteri, alterava le pieghe mucose e distruggeva la struttura dei microvilli nella parete intestinale. “Queste caratteristiche richiamano altamente la celiachia”, scrivono Samsel e Seneff. Inoltre, il numero di persone a cui è stata diagnosticata la celiachia e l’intolleranza al glutine è aumentato di pari passo con l’aumento dell’uso del glifosato nell’agricoltura, iniziato negli anni ’80 e diventato routine negli anni ‘90, soprattutto con la recente pratica di bagnare i cereali con l’erbicida poco prima del raccolto. Anche se alcuni sostengono che l’aumento dei casi di celiachia intorno all’anno 2000 sia semplicemente dovuto ai migliori strumenti diagnostici, i ricercatori hanno elencato i seguenti punti a sostegno della loro tesi:
Il glifosato è noto per inibire questi enzimi.
Le carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli rari associati alla celiachia possono essere attribuite alla forte abilità del glifosato di chelare questi elementi.
Le carenze di triptofano, tirosina, metionina e selenio metionina associate alla celiachia si abbinano alla riduzione di questi aminoacidi da parte del glifosato.
I pazienti celiaci hanno anche un maggior rischio di linfoma non-Hodgkin, implicato anche nell’esposizione al glifosato.
L’incidenza del linfoma non-Hodgkin è aumentata rapidamente nella maggior parte dei Paesi occidentali nel corso degli ultimi decenni. Le statistiche dell’American Cancer Society mostrano un aumento dell’80% dai primi anni ’70, quando il glifosato è stato introdotto sul mercato per la prima volta. I problemi di salute riproduttiva associati alla celiachia, come infertilità, aborto e malformazioni, possono essere spiegati dal glifosato. I residui di glifosato nei cerali, nello zucchero e in altre colture stanno aumentando probabilmente a causa della crescente pratica della disidratazione delle colture poco prima del raccolto, sostengono i ricercatori. La pratica illegale, diventata routine tra gli agricoltori dagli anni 90, aumenta la produttività uccidendo, le colture. Poco prima che le piante muoiano, rilasciano i loro semi per moltiplicare la specie. Dobbiamo diventare “glifosato-free” e non ” glutine-free. E questo significa convertirsi al biologico , soprattutto quando si tratta di cereali e animali che si nutrono di essi. Beatrice Raso.