Founder Junior
Caro/a amico/a e membro della "grande" famiglia di Cam.TV personalmente concordo nel ritenere che l' inclusione scolastica è l'ennesima prova pensata da coloro che vivono la scuola con l'intento di non lasciare indietro nessuno e uno di questi è il mio amico fraterno Professor Architetto Rocco Romeo autore anche di diversi testi tra i quali " Scuola inclusiva e strategie di intervento " edito da edizioni Agape Academy Internacional e con la prefazione a cura del Professor Claudio Bonvecchio.
Caro/a amico/a e membro desidero lasciarti riportando le parole dell'amico fraterno e autore Rocco Romeo sul tema dell' inclusione scolastica, un pensiero il suo che apprezzo molto e che sento di condividere.
Caro/a amico/a e membro sento inoltre di aggiungere un estratto dalla prefazione al libro curata dall' egregio Professor Claudio Bonvecchio che ci illustra maggiormente l' argomento nonchè le qualità della persona e di insegnante in Rocco Romeo
"
Il compito dell’istituzione scolastica diviene fondamentale nell’attuare quelle strategie di intervento che possano assicurare ad ogni studente una didattica personalizzata che ne scopra, sviluppi ed esalti le potenzialità.
In un’ottica dell’inclusione e della valorizzazione della persona, dunque, il docente finisce con l’avere una rilevanza sociale ed etica per l’intera collettività."
- Rocco Romeo
"Il lavoro di Rocco Romeo si propone proprio questo: offrire una mappa aggiornata di come muoversi in questo campo intricato e complesso in cui si sovrappongono (e spesso confliggono) anche aspetti legislativi e istituzionali. Ma l’attenzione di Rocco Romeo non si appunta solo aiprocessi di apprendimento e alle relative e più moderne tecniche di attuazione. Si sofferma anche sulle prospettive lavorative – inseparabili dall’educazione e dalle prospettive di vita – e che richiedono, ovviamente,capacità di relazione, di reciproca cooperazione e di collaborazione. Va da sé che Rocco Romeo non pretende di ovviare, con il suo studio, a tuttii problemi connessi alla necessità di una inclusione piena e completa. Tuttavia, fornisce un compendio di grande interesse e di facile consultazione per affrontarli in maniera adeguata. Dobbiamo essergligrati."
- Claudio Bonvecchio
L’ autore
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania, elenco Pubblicisti, collabora attivamente con le emittenti televisive RTN TV e Telemia TV e con il quotidiano online ExPartibus e con la rivista digitale FNISM, Federazione Nazionale degli Insegnanti.
Fonte : Professor Rocco Romeo
ExPartibus Quotidiano online di informazione, cronaca e cultura
Immagine del libro " Scuola inclusiva e strategie di intervento " tratta da(by) ExPartibus Quotidiano online di informazione, cronaca e cultura
Francesco Maccioni Ricercatore Indipendente, filantropo
Founder Junior
La Puglia è la regione d'Italia dove si adottano più cani abbandonati.
I pugliesi sarebbero i più generosi con gli animali abbandonati dato che secondo il rapporto del Ministero della Salute nell’ultimo anno la Puglia è risultata in testa nella classifica delle regioni che hanno trovato una casa ad un cane abbandonato (6.259 gli animali adottati in Puglia) seguita dalla Campania (5.526) e dal Lazio (4.693).
Le adozioni in Italia sono state complessivamente 33.981 nel corso dell’anno, con una maggiore concentrazione nel sud. Al Lazio spetta il primato come la regione con la maggiore accoglienza di randagi ed una sostanziale conferma del successo della collaborazione con le associazioni nella lotta al randagismo.
“Nel 2021 l’ Enpa ha recuperato ogni giorno 21 cani abbandonati” è quanto ci conferma la brava Dott.ssa Carla Rocchi, Presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali.
Il rapporto evidenzia il lavoro svolto dai canili italiani nei dodici mesi del 2021, i quali hanno accolto 72.115 cani e dei canili rifugio che ne hanno protetti 29.194. Complessivamente 101.309 nuovi ingressi supportati dal lavoro dei numerosi volontari e gruppi locali. Una nota lieta è data dal fatto che negli ultimi anni il controllo del randagismo in Italia è sensibilmente aumentato, facendo registrare una diminuzione degli animali randagi sul territorio.
Fonte : Mezzopieno News
Immagine tratta da(by) Pinterest Web Page
Founder Junior
Sarebbe bene insegnare ai nostri figli che il fallimento è una grande opportunità di crescita, che da esso si impara, che si cade per poi rialzarsi e dire a loro..
Caro/a amico/a della grande "famiglia" di Cam.TV desidero avere il piacere di proporti uno spunto di riflessione, in ambito pedagogico, offertoci dalla brava insegnante Cinzia Pennati che nella sua professione sperimenta metodologie innovative e alla quale non viene a mancare l' impegno nel sociale .
“Ci sono cose da dire ai nostri figli.
Come ad esempio che il fallimento é una grande possibilità. Si ricade e ci si rialza. Da questo s’impara. Non da altro.
Dovremmo dire ai figli maschi che se piangono, non sono femminucce. Alle femmine che possono giocare alla lotta o fare le boccacce senza essere dei maschiacci.
Dovremmo dire che la noia è tempo buono per sé. Che esistono pensieri spaventosi, e di non preoccuparsi.
Dovremo dire che si può morire, ma che esiste la magia.
Ai nostri figli dovremmo dire che il giorno del matrimonio non è il più bello della vita. Che ci sono giorni sì, e giorni no. E hanno tutti lo stesso valore.
Che bisogna saper stare, e basta. E che il dolore si supera.
Ai nostri figli maschi dovremmo dire che non sono Principi azzurri e non devono salvare nessuno. Alle femmine che nessuno le salva, se non loro stesse. Altrimenti le donne continueranno a morire e gli uomini a uccidere.
Ai nostri figli dovremmo dire che c’è tempo fino a quando non finisce, e ce ne accorgiamo sempre troppo tardi.
Dovremmo dire che non ci sono né vinti né sconfitti, e la vita non è una lotta.
Dovremmo dire che la cattiveria esiste ed è dentro ognuno di noi. Dobbiamo conoscerla per gestirla.
Dovremmo dire ai figli che non sempre un padre e una madre sono un porto sicuro. Alcuni fari non riescono a fare luce.
Che senza gli altri non siamo niente. Proprio niente.
Che possono stare male. La sofferenza ci spinge in avanti. E prima o poi passa.
Dovremmo dire ai nostri figli che possono non avere successo e vivere felici lo stesso. Anzi, forse, lo saranno di più.
Che non importa se i desideri non si realizzano, ma l’importante è desiderare. Fino alla fine.
Bisogna dir loro che se nella vita non si sposeranno o non faranno figli, possono essere felici lo stesso.
Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare.
Che la povertà esiste e dobbiamo farcene carico.
Che possono essere quello che vogliono. Ma non a tutti i costi.
Che esiste il perdono. E si può cedere ogni tanto, per procedere insieme.
Ai figli dovremmo dire che possono andare lontano. Molto lontano. Dove non li vediamo più.
E che noi saremo qui. Quando vogliono tornare.”
- Cinzia Pennati
Fonte : Nel Cuore Di Annette
Immagine tratta da(by) Eticamente Web Page
Francesco Maccioni Ricercatore Indipendente, filantropo