Founder Junior
La LIBERTÀ INTERIORE e la FELICITÀ secondo il "Sannyasa" sono interconnessi
Caro lettore, cara lettrice il coach life Roberto Potocniak, citando e facendo suoi i principi del "Sannyasa"", ci rivela : "Nel tempo e dopo molti errori compresi che la felicità è strettamente connessa alla libertà interiore.
Libero dal successo e dall'insuccesso.
Libero dal guadagno e dalla perdita.
Libero dalla lode e dal biasimo.
Libero dall'attaccamento e dal non attaccamento.
Libero di essere e di non essere.
Libero nel mondo e dal mondo cammino felice su un sentiero mai tracciato prima d'ora."
Il "Sannyasa", parola sanscrita che letteralmente significa "rinuncia" o "abbandono", è una forma di monasticismo induista.Tale forma monastica può essere intrapresa dai fedeli induisti o sin da giovani, facendosi monaci e intraprendendo per tutta la vita la via spirituale, o negli ultimi stadi dell'Āśrama (la vita del fedele), solitamente oltre i cinquant'anni. I membri degli ordini sannyasa vengono chiamati sannyasin o sannyasi. Questi ultimi conducono una vita senza possedimenti, praticando lo yoga e il bhakti, ossia la preghiera alle divinità . L' obiettivo finale della vita monastica è il mokṣa, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni e l'unione con il Brahman. Pochi sannyasin vivono in monasteri chiamati "matha", i quali fungono più che altro come centri educativi dato che la maggior parte di loro conducono una vita come vagabondi.
Ho scritto l' articolo avvalendomi delle spunto offertomi generosamente da Roberto Potocniak e spero che esso possa indurti aduno stato di riflessione, stato di riflessione che possa rivelarsi a te utile e costruttiva nella crescita personale.
Fonte : Post di Roberto Potocniak sulla pagina web "WAKEUP"
       Wikipedia
Immagine tratta dalla pagina web "WAKEUP"
Francesco Maccioni
Founder Junior
Secondo un passo tratto da un insegnamento del Ven. Dilgo Khyentse Rinpoche la mente abita il nostro corpo come un visitatore in una casa. Qualunque cosa il corpo incontri, è la mente che la vede, sente, annusa, gusta e prova
Caro lettore, cara lettrice desidero proporti un prezioso passo tratto da un insegnamento dal tema della mente del Maestro Venerabile Dilgo Khyentse Rinpoche, per il quale il dharma deve essere applicato alla mente :
" DOVE ABITA LA MENTE ?
La mente abita il corpo come un visitatore in una casa. Qualunque cosa il corpo incontri, è la mente che la vede, sente, annusa, gusta e prova.
Quando la mente se ne va, il corpo è solo un cadavere.
Non gli importa se viene lodato o insultato. Non sente alcun piacere quando viene avvolto nel broccato, né dolore quando viene bruciato.
Di per sé, il corpo è un oggetto non essenzialmente diverso da un ammasso di terra o di pietra. E quando il corpo e la mente si separano, anche la parola, che si trovava da qualche parte nel mezzo, scompare, come un'eco che svanisce.
Tra corpo, parola e mente, la mente è ciò che conta, ed è alla mente che il dharma deve essere applicato."
Passo tratto da un insegnamento del Ven. Dilgo Khyentse Rinpoche e dedicato al beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Fonte : Il Buddhismo Tibetano nella vita quotidiana
Immagine tratta dalla pagina web "Il Buddhismo Tibetano nella vita quotidiana"
Francesco Maccioni Â
Founder Junior
Una preziosa storiella sul sentimento della rabbia del maestro Zen Thich Nhat Hanh
Caro lettore, cara lettrice un pò tutti noi veniamo colti dal provare il sentimento della rabbia, che può essere risolto previo un lavoro interiore.Oggi desidero proporti una preziosa storiella sul sentimento della rabbia del maestro Zen Thich Nhat Hanh che potrebbe rivelarsi utile a superare il tale sentimento negativo e ritornare in stato di Serenità , la rabbia infatti ci conduce ad uno stato di sofferenza e di questo non sempre ne siamo consci:
"Â LA RABBIA
 Un monaco decide di meditare da solo. Lontano dal suo monastero, prende una barca e va in mezzo al lago, chiude gli occhi e inizia a meditare.
Dopo alcune ore di silenzio imperturbabile, improvvisamente sente il colpo di un'altra barca che colpisce la sua. Con gli occhi ancora chiusi, sente crescere la sua rabbia e, quando li riapre, è pronto a gridare al barcaiolo che ha osato disturbare la sua meditazione.
Ma quando ha aperto gli occhi, ha visto che era una barca vuota, non legata, che galleggiava in mezzo al lago.Â
In quel momento, il monaco raggiunge l'autorealizzazione e capisce che la rabbia è dentro di lui; ha semplicemente bisogno di colpire un oggetto esterno per provocarlo.
Dopodiché, ogni volta che incontra qualcuno che irrita o provoca la sua rabbia, si ricorda; l'altra persona è solo una barca vuota. La rabbia è dentro di me."
 - Thich Nhat Hanh
Fonte : Condivisione di Daniele Bonaveri sulla pagina web "Il Buddhismo Tibetano nella vita quotidiana"
La fotografia raffigurante una persona in stato di rabbia è tratta dalla pagina web della Dott.ssa Psicologa Federica Santucci
Francesco MaccioniÂ