Francesco Maccioni

Founder Junior

2022-05-21 10:58:30

 Un sereno Sabato a voi cari amici e membri lontano dalle emozioni negative come la rabbia, vi propongo un breve e pratico vademecum per riconoscere e gestire al meglio la rabbia  Part.2 

- Cerca delle soluzioni

uno degli errori più comuni è concentrarsi sul problema invece che sulle soluzioni possibili. Invece di lasciarti sopraffare dalla emozioni negative è molto importante lavorare sulla soluzione e chiedersi come fare a risolvere il problema.

- Usa l’umorismo

Esso permette di alleggerire ciò che stai percependo come un grande problema e quindi ridimensionarlo. Attenzione però! questo non significa negare l’esistenza del problema ma solamente cercare di non vederlo in maniera ingigantita per darci il tempo di trovare delle soluzioni idonee.

- Rilassati

Quando la rabbia sembra prendere il controllo di te è molto importante fermarti e mettere all’opera le abilità di rilassamento come il training autogeno, la meditazione o la respirazione profonda che permettono di sospendere per un tempo definito il pensiero permettendo di recuperare la lucidità senza essere sopraffatto dalla reazione eccessiva.

- Pratica sport

Come possiamo sfogare la rabbia e svuotare la mente dopo esserci caricati negativamente? Lo sport potrebbe risultare un’ottima soluzione, una corsa o una semplice camminata, infatti, producono endorfine e ti aiuteranno a ristabilire un equilibrio corporeo e mentale.

Fonte : Consultorio Antera - Associazione Onlus

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Francesco Maccioni  Ricercatore Indipendente, filantropo 

Francesco Maccioni

Founder Junior

2022-05-21 10:49:26

Un sereno Sabato a voi cari amici e membri lontano dalle emozioni negative come la rabbia, vi propongo un breve e pratico vademecum per riconoscere e gestire al meglio la rabbia

La rabbia è un’emozione di base, universale che appartiene all’esperienza umana comune e condivisa a prescindere dall’età, dalla cultura e dall’etnia di appartenenza. Essa trova origine dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova; possiamo pertanto affermare che essa ha una funzione adattiva.

Spesso guardando un bambino appena nato o di pochi mesi possiamo notare dei comportamenti che suggeriscono che quest’emozione esiste da sempre e permette di sopravvivere anche se sopraggiunge una condizione di disturbo.

All’inizio la rabbia è quindi adattiva; successivamente, un ambiente ostile o dei bisogni negati potrebbero far manifestare la rabbia “disadattiva” che crea invece malessere.

In gergo comune quella che spesso viene chiamata rabbia fa riferimento a un’emozione che può definirsi a valenza negativa e ad alta intensità che si manifesta negli individui e in alcuni casi porta all’attuazione di agiti, mentre in altri casi è repressa o inibita.

Rabbia come processo multicomponenziale

La rabbia, come le altre emozioni è da intendersi come un processo multicomponenziale, tra le sue componenti riscontriamo:

  • l’attivazione dell’organismo (le espressioni facciali e la tendenza all’azione)
  • la componente cognitiva (interpretazioni cognitive, pensieri credenze e immagini)
  • la componente fenomenologica (consapevolezza soggettiva ed etichettamento lessicale)
  • la componente espressiva comportamentale (il linguaggio del corpo)

Queste dimensioni interagiscono tra loro influenzando l’esperienza della rabbia che rimane individuale. Soffermandoci nello specifico sull’attivazione fisiologica dell’organismo, vediamo come si manifestino variazioni fisiologiche caratterizzate da picchi in eccesso chiamati collera, esasperazione, furore , oppure da picchi di intensità minore come l’irritazione o il fastidio. In ogni caso si tratta di una risposta emotiva intensa ma transitoria che si protrae per brevi momenti.

La manifestazione della rabbia è coadiuvata da una mimica facciale particolare: aggrottiamo la fronte, le sopracciglia e serriamo i denti. L’organismo assume una postura che gli permette di entrare in azione da un momento all’altro e si manifestano delle variazioni fisiologiche come l'aumento del battito cardiaco, l'aumento dell’afflusso del sangue nella periferia del corpo, una maggiore tensione muscolare e l'iper sudorazione.

Tutto questo ci fornisce l'informazione di come il corpo è pronto per difendersi dall’ostilità.

La rabbia che crea sofferenza: come riconoscerla e imparare a gestirla

In linea generale si parla di rabbia disadattiva quando crea sofferenza individuale o compromette le relazioni sociali spingendo ad azioni dannose verso persone, cose o verso se stessi. Un accumulo di tensione può causare sintomi fisici importanti oltre che malessere psicologico quindi riconoscere, esprimere e gestire la rabbia diventa fondamentale per il nostro benessere.

Ciò che possiamo sicuramente controllare è il modo in cui reagiamo a un evento:

- Impara a riconoscere i sintomi della tua rabbia

la prima cosa da fare è imparare a capire quando la rabbia sta per prendere il controllo di te stesso, ricorda che è fondamentale riprendere le redini del tuo controllo prima che arrivi a gestire questa parte. Tra i segnali più comuni troviamo: mancanza di controllo delle emozioni, sensazione di essere impaziente e di essere irritato da molte persone. Saper riconoscere questi segnali permette di controllare la situazione quindi: ascolta il tuo corpo e ascolta ciò che ti sta dicendo!

Francesco Maccioni

Founder Junior

2022-05-20 16:06:41

Gli errori che commettiamo più comunemente nell'alimentazione  Part 2

Non assumere abbastanza acidi grassi

I grassi sono fondamentali per la nostra salute. Solo per citare alcune delle loro importanti funzioni, hanno un ruolo nella coagulazione del sangue e nel corretto funzionamento del sistema cardiovascolare e immunitario, oltre a costituire una eccellente riserva di energia.

Eliminare i lipidi dalla nostra dieta è assolutamente da evitare: ciò che si può fare è prediligere grassi “buoni”, di origine vegetale, come quelli ricavati dall’olio d’oliva, dal pesce azzurro, dalla frutta secca, dall’avocado, ed evitando i prodotti industriali, spesso ricchi di zuccheri aggiunti.

Prediligere cibi “light”

Per poter essere definiti tali, gli alimenti “light” devono avere il 30% in meno dell’apporto calorico della versione del prodotto di partenza. Tuttavia, andrebbe confrontata attentamente l’etichetta di entrambi i prodotti, per assicurarsi che non vi siano aggiunti, ad esempio, zuccheri o grassi idrogenati. Meno calorico non sempre corrisponde a più sano.

Chiedere consiglio a Internet al posto di uno specialista

Internet è una risorsa inestimabile, ne siamo tutti consapevoli.

Tuttavia, sono molte le persone che si affidano al web per definire il proprio regime alimentare. Difficilmente ciò che si trova in Internet risponderà esattamente ai bisogni alimentari del singolo individuo: cercare diete fantasiose e fai da te è assolutamente da evitare.

Nella migliore delle ipotesi queste diete non servono a nulla, nella peggiore, al di là del portare eventuale aumento di peso, possono provocare scompensi nutrizionali.

Affidarsi a uno specialista è la carta vincente se si ha come obiettivo il raggiungimento del peso forma, o di una migliore condizione di salute in generale."

Fonte : Humanitas Salute

             REGENERA - SOSTEGNO DALLA NATURA

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Francesco Maccioni  Ricercatore Indipendente, filantropo 

 

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