Founder Junior
La solitudine
Caro/a amico/a e membro dell' allargata "famiglia" di Cam.TV oggi desidero trattare insieme a voi l'argomento della solitudine proponendovi un interessante pensiero del bravo Fabrizo De Andrè, un pensiero il suo che ci offre degli spunti di riflessione. Personalmente credo che il noto cantautore ligure egli aveva ragione nel ritenere che un politico non si può permettere la solitudine, solitudine che colpisce tante persone.
“La solitudine, si sa, non tutti se la possono permettere. Non se la possono permettere i vecchi. Non se la possono permettere i malati. Non se la può permettere il politico. Un politico solitario è un politico fottuto di solito. Però, sostanzialmente, quando si può rimanere soli con se stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante. Il circostante non è fatto soltanto di nostri simili. Direi che è fatto di tutto l’universo, dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai nostri problemi e, credo, addirittura, che si riescano a trovare delle migliori soluzioni. E, siccome, siamo simili ai nostri simili, credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri. Con questo, non voglio fare nessun panegirico né dell’anacoretismo né del romitaggio. Non è che si debba fare gli eremiti o gli anacoreti. È che ho constatato, attraverso la mia esperienza di vita, ed è stata una vita, non è che dimostro di avere la mia età attraverso la carta di identità. Credo di averla vissuta. Mi sono reso conto che un uomo solo non mi ha mai fatto paura. Invece, l’uomo organizzato mi ha sempre fatto molta paura”.
Fonte : Fabrizio De Andrè - Amico Fragile Web Page
Immagine tratta da(by) Fabrizio De Andrè - Amico Fragile Web Page
Founder Junior
Il 20 Settembre 1870
Esattamente 151 anni fà la breccia di Porta Pia sanciva l'unificazione di Roma con il Regno d'Italia.Purtroppo l' attuale sistema politico oscura e rimuove il profondo significato di questa data. Una data storica che vede avverarsi l'Italia Unita, il Regno d'Italia.
Il 20 settembre 1870 nasceva l'Italia unita, laica e liberale, voluta da Cavour e dal re Vittorio Emanuele, da Garibaldi e Mazzini, e più in genere dagli italiani.
Le truppe del Regno d'Italia entrano in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia, sancendo così l'unificazione del Paese.La presa di Roma comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
L' anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma, attraverso la legge 3 febbraio 1871, n. 33.Il desiderio di porre Roma, la città eterna, a capitale del nuovo Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Camillo Benso conte di Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano datato l’ 11 Ottobre 1860, a Torino. Nel suo discorso Camillo Besno conte di Cavour affermò in parlamento che riteneva "necessaria Roma all'Italia", e che prima o poi Roma sarebbe stata la capitale.Come in altre province italiane, anche a Roma fù indetto un referendum per sancire l'avvenuta riunificazione della città con il Regno d'Italia.Il plebiscito si svolse il 2 Ottobre 1870 ed i risultati videro la vittoria molto netta dei sì, 40.785, a fronte dei no che furono appena 46.Il risultato complessivo nella provincia di Roma fu di 77.520 "sì" contro 857 "no". In tutto il territorio annesso i risultati furono 133.681 "sì" contro 1.507 "no".
L’ anniversario del 20 Settembre è stato festività nazionale fino alla sua abolizione dopo i Patti Lateranensi nel 1930 e a mio modesto parere dovrebbe ritornare ad esserlo.
Fonte : fonti storiche
Immagine tratta dal web
Francesco Maccioni
Founder Junior
La struggente poesia di Eduardo de Filippo dedicata alla moglie Isabella
Cari amici e membri dell'allargata "famiglia" di Cam.TV "Quando non ci sarò più, guarda bene, perché, in tanti segni, io mi paleserò e tu mi troverai” e' il messaggio della struggente poesia del bravo Eduardo de Filippo per la moglie Isabella, poesia scritta nel 1963 che desidero avere il piacere di condividere con voi e che rappresenta un valido esempio.
“Sto ccà”.
Sto ccà, Isabè, sto ccà..
.Ch'è, nun me vide?
Già, nun me può vedé...
ma stongo ccà
.Sto mmiez' 'e libre,
mmiez' 'e ccarte antiche,
pe' dint' 'e tteratore d' 'o cummò.
Me truove quann' 'o sole tras' 'e squinge
se mpizz' 'e taglio
e appiccia sti ccurnice
ndurate
argientogrosse e piccerell
e'e lignammo priggiato -
acero
noce
palissandromogano -pareno
fenestielle e fenestelle
aperte ncopp' 'o munno...
Me truove quann' 'o sole se fa russo
primmo ca se ne scenne aret' 'e pprete
ndurann' 'e rame 'e ll'albere
e se mpizza
pe' mmiez' 'e fronne,
pe se fa guardà.
Si no, me può truvà, scurato notte,
rint' a cucina
p'arrangià caccosa:
na puntella 'e furmaggio,
na nzalata...
chellu ppoc
oca te supponta 'o stommeco
e te cucche.
Primmo d' 'a luce 'e ll'alba
po'
me trouve a ttavulino
,c' 'a penna mmiez' ' ddete
e ll'uocchie ncielo
pensanno a chello ca t'aggio cuntato
e ca nun aggio scritto
e ca
va trova
si nun è stato buono
ca se songo perduto sti penziere
distratte
e stanche d'essere penzate
che corrono pe' ll'aria nzieme a me.
E si guarde pe' ll'aria
po' succedere
ca si ce stanno 'e nnuvole
me truove.
O viento straccia 'e nnuvole
e comme vene vene
,e può truva ciert'uoccie
ca te guardeno
sott' 'a na fronta larga larga
e luonga
e ddoje fosse scavate...
'e può truvà."
Sto qua"Sto, qua, Isabella, sto qua.
Che c'è? Non mi vedi?
Già, non puoi vedermi,
ma sto qua, sono in mezzo ai libri,
tra le carte antiche,
dentro ai cassetti del comò.
Mi trovi quando il sole entra di sguincio,
s'intrufola di taglio
e fa brillare queste cornici dorate
d'argento
grandi e piccoline
di legno pregiato
acero noce palissandro mogano
sembrano finestrini e finestrelle
aperte sul mondo…
Mi trovi quando il sole si fa rosso
prima che tramonti
dipingendo d'oro i rami degli alberi
e s'infila tra le foglie
per farsi guardare.
Altrimenti mi potrai trovare
quando è notte
in cucina, per cercare qualcosa da mangiare
un pezzetto di formaggio, un'insalata,
quel poco che ti sostiene lo stomaco
e poi te ne vai a letto.
Prima della luce dell'alba poi
mi trovi alla scrivania,
con la penna tra le dita
e gli occhi al cielo,
pensando a ciò che ti ho raccontato
e non ho scritto
e chissà se non sia stato un bene
che questi pensieri si siano persi,
distratti, e stanchi di essere pensati,
che volteggiano nell'aria insieme a me.
E se guardi lassù
può succedere
che se ci sono le nuvole
mi trovi.
Il vento straccia le nuvole
e, così, come viene viene,
puoi trovare certi occhi che ti guardano.
Sotto una fronte larga larga
e lunga
e due solchi lungo il viso…
sì, li puoi trovare.
- Eduardo De Filippo
Fonte : Amore per la cultura, la letteratura e la grammatica italiana
Arte e Cultura Italo- Polacca
Immagine tratta da(by) Arte e Cultura Italo- Polacca Web Page