Founder Junior
Gli Arancini ai funghi
Dalla facile preparazione e qualunque sia il loro ripieno gli Arancini di riso siciliani rappresentano sempre un' irrisistibile bontà e non fanno certamente eccezione gli Arancini ai funghi! La loro preparazione è molto simile a quella dei classici Arancini al ragù, dai quali differiscono solo per il ripieno, morbido e cremoso, a base di mozzarella filante, besciamella e ovviamente dei gustosi funghi !
Ingredienti :
200 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
Olio extravergine d'oliva q.b.
Per la preparazione :
Potete iniziare la preparazione dei vostri squisiti Arancini facendo cuocere il riso in parecchia acqua bollente salata; una volta spento il fuoco passerete ad insaporite con il burro e con 80 g di Parmigiano Reggiano grattugiato. Successivamente mettete da parte il riso per farlo raffreddare e nel frattempo pulite i funghi passondovi sopra un canovaccio umido per eliminare i residui terrosi, per poi eliminare la parte terminale dei gambi e tagliarli a pezzetti molto piccoli. Quindi scaldate in padella un filo d’olio extravergine e fatevi soffriggere 1 spicchio d’aglio; dopo circa 2 minuti toglietelo dalla padella e mettete in cottura i funghi, cuoceteli per 7-8 minuti e verso fine cottura aggiustate di sale ed aggiungete anche il prezzemolo.Successivamente preparate il ripieno: incorporate alla besciamella i restanti 120 g di Parmigiano, mescolate bene e aggiungete anche la mozzarella tagliata a cubetti, i gustosi funghi, il sale ed un pizzico di pepe.
Quando il riso si sarà raffreddato, prendetene una piccola quantità (circa un pugno) in mano e lavoratela leggermente fino a creare una piccola cavità nella quale disporrete 1 cucchiaio di ripieno ai funghi. Chiudete quindi l'Arancino con un altro poco di riso, formando una piccola palla ben compatta e chiusa.
A questo punto cuocerete gli Arancini: dopo averli passati nell’uovo sbattuto e successivamente nel pangrattato, metteteli a friggere nell’olio di semi caldo (abbondate pure con l'olio dato che gli Arancini devono essere immersi quasi completamente);durante la cottura girateli di tanto in tanto per farli dorare uniformemente: quando saranno ben coloriti potete toglierli dall’olio con una schiumarola ed adagiarli in un piatto coperto di carta assorbente.
Ora non vi rimane cari amici che servire gli squisiti Arancini ben caldi con una spolverizzatina di semi di sesamo !
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Il pò di divinità che è in ognuno di noi
Rifacendosi ad un principio orientale il maestro gesuita Francesco Piras s.j. ha insegnato a noi suoi allievi che in ognuno di noi è presente un pò, un briciolo di divinità pertanto è con tanto piacere che rivolgo l'attenzione al seguente pensiero trovato nel web :
" In questa giornata molto particolare ognuno di noi possa scegliere, volontariamente e consapevolmente, di seguire le indicazioni della propria anima, che sempre ci guida verso la Luce. E' ritrovando il contatto con Lei che possiamo davvero conoscere chi siamo, la nostra origine, il nostro Essere Divini, e di non perderci nel buio che ci avvolge e tenta di catturarci tra le sue spire."
Cit. tratta da(by) La finestra sul cielo interiore Facebook Page
Immagine tratta da(by) La finestra sul cielo interiore Facebook Page
Founder Junior
Il gioco ed il suo ruolo : ritornando alle barchette di carta
Cari amici e membri della community oggi desidero affrontare insieme a voi il tema del gioco proponendovi e riportandovi un interessante e prezioso articolo curato dalla brava Dott.ssa Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludo-biblio AOU Meyer, il mio pensiero va in modo particolare ai più piccoli ed ai genitori :
Si fa presto a dire ai ragazzini di 10-11 anni: “Lascia stare il tablet, basta con Fortnite, abbozza con il telefonino, tempo scaduto… a stare sempre connesso ti ammali”. La questione di fondo che spesso angustia babbi mamme e familiari vari è con quali pensate, con quali proposte, distogliere dai media device figli e nipotini.
Proporre, solo per fare un esempio, la costruzione di una barchetta di carta, piacerebbe di sicuro a Woody Allen ma farebbe arricciare il naso, imbarazzato, anche al ragazzino più ubbidiente e consenziente del pianeta! Certo, per accendere la lampadina della curiosità, si potrebbero mettere in acqua più versioni così da varare una mini cantieristica navale. Meno scontata, per esempio, è l’idea di un guscio di noce ben diviso in due e svuotato, una goccia di cera fusa, uno stuzzicadenti, un nonnulla di carta e voilà, ecco una caravella pronta a attraversare i tempestosi flutti di un catino o l’oceano della vasca.Da appuntare come più nuovo il giudizioso accantonamento dei bastoncini usati dei ghiaccioli o dei gelati che poi, intrecciati fra loro, sortiranno l’effetto di una zattera; come pure originali sono i magnifici catamarani ottenuti con i segmenti di bambù tagliati per lungo e legati con un po’ di spago. Utili anche i tutoli di grano turco o i rami di sambuco, come pure: per un gommone modello Ranieri i tappi di sughero, per una nave da crociera il contenitore in cartone delle uova e per il sottomarino Nautilus di 20.000 leghe sotto il mare il cartone del latte.Particolarmente intrigante e inedita risulta la procedura per creare un istioforo, il nome scientifico con il quale si indica il pesce vela. In ogni caso: tanta operosità e molta fantasia!
Informare poi gli armatori in erba che a Santa Caterina di Nardò, in provincia di Lecce, si svolge da anni un’incredibile competizione intitolata Barche di Carta potrebbe elettrizzarli ma il vero asso nella manica, per i ragazzini di oggi, è mettere un pizzico di scienza nell’iniziativa e dare luogo a una esclusiva, straordinaria, “barchetta a sapone”. Il retroterra scientifico è che la barchetta si sposterà da sola grazie al fenomeno della tensione superficiale (alias legami tra molecole d’acqua).Il sapone, riducendo la tensione stessa, farà sì che la maggiore tensione che resta all’acqua non saponata, tirerà a sè la barchetta. Alla fine, il sapone posizionato nella parte posteriore della barchetta, spingendo l’acqua all’indietro, produrrà il movimento in avanti. Una meraviglia sorprendente.
E veniamo a noi. Cosa serve? Semplice: due cartoncini colorati, più stuzzicadenti, più detersivo per i piatti, più colla forbici e l’immancabile bacinella.
Si inizia ritagliando il cartoncino in una forma triangolare di circa 4 cm di lato dando alla poppa della barca (il lato posteriore) una forma concava. Dopo aver ritagliato a proprio piacere la vela, la si infila sullo stuzzicadenti con la punta smussata così da incollarlo facilmente sulla barca.
Dopo di che arriva il bello: si mette la barca in acqua, posizionata in un angolo della bacinella e con un altro stecchino si deposita una goccia di detersivo nell’acqua proprio dietro alla barca e... la barca si muoverà! Quando si ferma, non ci sarà che da rifare il pieno con un’altra goccia di sapone.
I giocatori potranno essere da uno a quanti si vuole… Si consiglia come colonna sonora dell’intera operazione “Barche di carta” di Angelo Branduardi e, volendo, per i più scatenati il grido: “Forza pirati salite a bordo!”.
Ringrazio personalmente la gentile ed esperta Dott.ssa Manuela Trinci per il prezioso spunto di riflessione che ci ha offerto !
Fonte : Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer Web Page
Immagine tratta da(by) Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer Web Page