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Francesco Maccioni Consulente G&Life S.p.A. brand Generame
Tel.3284930730
Email : [email protected]
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Le Pettole Tarantine ( L' PETTLE )
Le " Pettole tarantine " sono morbide pallottole di pasta fritta che vengono preparate in una pentola dai bordi alti ed in abbondante olio e che rappresentano una golosissima ricetta pugliese. Esse si preparano per la la vigilia di Santa Cecilia e durante tutte le festività natalizie. La leggenda vuole che le " Pettole " nascono nella città di Taranto dove una donna, durante la notte di Santa Cecilia, distratta dalla musica degli zampognari, i quali suonavano lungo le vie di Taranto e che seguì mentre, com'era per una vecchia tradizione, era alle prese con la preparazione e lasciò lievitare troppo a lungo l'impasto con il quale avrebbe dovuto fare il pane in casa. La signora allora decise di immergere nell'olio bollente le palline di pasta che chiamò "pitte" (forse dal greco moderno "pita", era cosi' chiamato il tipo di pane anticamente usato per verificare la temperatura ottimale del forno a legna) pensando ad un tipo di focaccia che in dialetto " cataldiano " si chiama "Pitta".Per alcune persone la "Pettla" è l'italizzazione della parola albanese "petullat", consumata nei centri arbëreshë (etnonimo da Arbër, importante principato albanese in età medievale) del Sud d'Italia.
Le " Pettole " sono ottime se le si mangia calde. Alcuni le gustano spolverate di zucchero, mente ad altri piacciono salate. In passato in alcune case si preparavano " Pettole " con il ripieno di cavolfiore o baccalà prelessati, o anche con filetti di acciughe o con i pomodorini secchi.
Ingredienti lievitino:
- 1/2 bicchiere Acqua (tiepida)
- 8 g Lievito di birra fresco
- 1 cucchiaio Farina
- 1/2 cucchiaino Zucchero
Ingredienti impasto :
- Lievitino
- 500 g Farina 00
- 350 ml Acqua
- 2 cucchiaini Sale
- q.b. Olio di semi di arachide (per friggere)
Preparazione :
Per procedere alla realizzazione delle vostre gustose " Pettole " occorre iniziare dalla preparazione il lievitino quindi prendete una coppetta e versate dentro 1/2 bicchere d’acqua, 1 cucchiaio di farina , il lievito e 1/2 cucchiaino di zucchero.Successivamente girate bene e fate riposare per un arco di tempo di circa 20 minuti.
Ora potete mettere il lievitino ottenuto in planetaria, quindi aggiungete la farina, il sale e iniziate a lavorare con il gancio a uncino, aggiungete poco per volta l’acqua tiepida e fate lavorare la planetaria fino a completo assorbimento della farina , per circa 10 minuti.
Nel caso in cui non disponete di una planetaria potete ovviare mettendo il lievitino e tutti gli ingredienti in una ciotola.
Dopo di chè aggiungete l’acqua poco per volta ed iniziate ad impastare con le mani tenendo presente che il segreto per una buona riuscita delle " Pettole " sta nell' impastare in modo energico.
Mettete successivamente a riposare l’impasto per un periodo di tempo di circa 3 ore, l’impasto ideale deve formare delle bollicine in superficie.
Quindi passerete a friggere in abbondante olio prendendo il composto con un cucchiaio ed avvalendovi di un dito per farlo cadere nell’olio. Aspettate la doratura e scolate bene le " Pettole " che cospargerete di zucchero semolato quando sono caldissime e le vostre squisite " Pettole " saranno pronte per essere servite !
Fonte : Blog Giallo Zafferano
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Immagine tratta da(by) Blog Giallo Zafferano Web Page
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Sentirsi oppressi dalle dalle difficoltà offerte dalla vita e/o quando ci smarriamo in un bicchier d'acqua
Cari amici e membri della community quando ci sentiamo oppressi dalle difficoltà che la vita ci offre e/o ci perdiamo in un bicchier d'acqua possiamo trovare una soluzione, trovare molto utile la seguente storiella Zen :
Un uomo si sentiva oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un vecchio e saggio maestro.
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo:
“Queste sono le tue sofferenze”.
Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì.
Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com’era prima.
“Vedi?” spiegò il maestro. “Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.
Cari amici noi tante volte ci perdiamo in quel bicchier d’acqua .. perché non ci rendiamo conto di poter tuffarci nel " mare " illustrato dalla storiella e di poter attribuire un significato diverso a quelle emozioni.
Fonte : Scuola di Meditazione Trascendentale Sardegna
Immagine tratta da(by) SCUOLA TIANDIHE Web Page