Founder Junior
Dalla lettera di Manfredi Borsellino al caro papà Part.1
Caro/a amico/a e membro dell'ormai numerosa community di Cam.TV come ben saprai ieri ricorreva il ricordo della strage di via D'Amelio nella quale persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta tra i quali vi era la giovane poliziotta Emanuela Loi ; per l'occasione desidero proporti le parole che Manfredi spende verso il suo papà attraverso la lettera a lui dedicata e che ci offre maggiori spunti per capire l'uomo Paolo Borsellino, un Grande Uomo.
"Ho iniziato a piangere la morte di mio padre con lui accanto mentre vegliavamo la salma di Falcone nella camera ardente allestita all’interno del Palazzo di Giustizia. Non potrò mai dimenticare che quel giorno piangevo la scomparsa di un collega ed amico fraterno di mio padre ma in realtà è come se con largo anticipo stessi già piangendo la sua
.La mattina del 19 luglio, una domenica, mi alzai abbastanza tardi, perlomeno rispetto all’orario in cui solitamente si alzava mio padre che si alzava ogni giorno alle 5 del mattino per “fottere” il mondo con due ore di anticipo.
Mio padre tentò di scuotermi dalla mia “loffia” domenicale tradendo un certo desiderio di “fare strada” insieme, ma non ci riuscì. L’avremmo raggiunto successivamente insieme agli zii ed a mia madre. Mia sorella Lucia sarebbe stata impegnata tutto il giorno a ripassare una materia universitaria di cui avrebbe dovuto sostenere il relativo esame il giorno successivo a casa di una sua collega, mentre Fiammetta era in Thailandia con amici di famiglia e sarebbe rientrata in Italia solo tre giorni dopo la morte di suo padre.
Quell’ estate la villa dei nonni materni era rimasta chiusa. Ricordo una bellissima giornata, quando arrivai mio padre si era appena allontanato con la barchetta di un amico per quello che sarebbe stato l’ultimo bagno nel “suo” mare e non posso dimenticare i ragazzi della sua scorta, gli stessi di via D’Amelio, sulla spiaggia a seguire mio padre con lo sguardo e a godersi quel sole e quel mare.
Anche il pranzo fu un momento piacevole per tutti.
Ricordo che in TV vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realtà non dormì nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all’immaginazione.
Dopo mio padre raccolse i suoi effetti, compreso il costume da bagno (restituitoci ancora bagnato dopo l’eccidio) e l’agenda rossa della quale tanto si sarebbe parlato negli anni successivi, e dopo avere salutato tutti si diresse verso la sua macchina.
Mia madre lo salutò sull’uscio, io l’accompagnai portandogli la borsa sino alla macchina, sapevo che aveva l’appuntamento con mia nonna per portarla dal cardiologo. Mi sorrise, gli sorrisi, sicuri entrambi che di lì a poche ore ci saremmo ritrovati a casa a Palermo con gli zii.
Ho realizzato che mio padre non c’era più mentre quel pomeriggio giocavo a ping pong e vidi passarmi accanto il volto funereo di mia cugina Silvia, aveva appreso dell’attentato dalla radio. Sono salito sulla moto di un amico d’infanzia che villeggia lì vicino ed a grande velocità ci recammo in via D’Amelio.
Non vidi mio padre, o meglio i suoi “resti”.
Seppi successivamente che mia sorella Lucia non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all’interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell’esplosione ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre.
Oggi vorrei dire a mio padre che la nostra vita è si cambiata dopo che ci ha lasciati ma non nel senso che lui temeva: siamo rimasti gli stessi che eravamo e che lui ben conosceva, abbiamo percorso le nostre strade senza “farci largo” con il nostro cognome, divenuto “pesante” in tutti i sensi, abbiamo costruito le nostre famiglie cui sono rivolte la maggior parte delle nostre attenzioni come lui ci ha insegnato, non ci siamo “montati la testa”, rischio purtroppo ricorrente quando si ha la fortuna e l’onore di avere un padre come lui, insomma siamo rimasti con i piedi per terra...
Il testo di Manfredi Borsellino è tratto dal volume “Era d’estate” a cura di Roberto Puglisi e Alessandra Turrisi.
Fonte : Amore per la cultura, la letteratura e la grammatica italiana Facebook Page
Fotografia del Giudice Paolo Borsellino con i figli Fiammetta, Manfredi e Lucia tratta da Amore per la cultura, la letteratura e la grammatica italiana Facebook Page
Founder Junior
La poesia di Rudyard Kipling
Caro/a amico /a e membro dell'ormai numerosa "famiglia" desidero condividere con te una poesia del grande Rudyard Kipling che mi sta particolarmente a cuore e con essa desidero augurarti una Serena Giornata : Se
Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L 'hanno persa e danno la colpa a te,
Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina
E trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi,
O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori.
Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce
,E perdere, e ricominciare dal principio
e non dire mai una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il popolo,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio !
- Rudyard Kipling
Fonte : Verso la Consapevolezza
Immagine tratta da(by) Biografieonline Web Page
Founder Junior
Essere uno spirito libero
Caro/a amico/a e membro della community di Cam.TV desidero affrontare insieme a te il tema dell'essere uno spirito libero proponendoti 2 interessanti pensieri che non possono non indurci in uno stato di riflessione, nel valutarci come spirito libero.
Il primo pensiero appartiene al noto filosofo Nietzsche mentre il secondo al bravo scrittore e ricercatore Marcello Mondello, contenuto nell'immagine in allegato ed estratto dal libro " L' ultimo degli Osim".
E tu caro/a amico/a e membro quanto ti senti uno spirito libero, quanto procedi controcorrente ?
Fonte : Verso La Consapevolezza
Immagine tratta da(by) Verso La Consapevolezza
Francesco Maccioni Ricercatore Indipendente, libero pensatore