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Casa Marta : il primo hospice pediatrico regionale della Toscana, destinato ad accogliere i bambini che necessitano di cure palliative e i loro familiari.
Stamattina è stata simbolicamente posata la prima pietra di "Casa Marta", il primo hospice pediatrico regionale della Toscana, destinato ad accogliere i bambini che necessitano di cure palliative e i loro familiari. A pochi passi dall'Ospedale Pediatrico Meyer, potrà garantire il diritto dei bambini ad avere standard di cura all’avanguardia, proprio nel momento in cui la loro vita si fa più difficile, in un contesto che costituirà un valido esempio a livello internazionale.
Fonte : Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer
Immagine tratta da(by) Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer Web Page
Francesco Maccioni Ricercatore Indipendente, filantropo
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Enzo Bianchi : " Vacanza è abitare con se stessi "
Caro/a amico/a e membro della grande "famiglia" di Cam.TV desidero avere il piacere di condividere con te un pensiero del saggista Enzo Bianchi apparso nella giornata di ieri sul quotidiano "La Repubblica", un pensiero il suo che mi ha particolarmente colpito
" È arrivato anche quest’anno il tempo delle vacanze per molti, anche se un buon numero a causa della crisi economica e dell’inflazione crescente non può permettersi questo tempo “altrove”, “fuori casa”, in cui si prendono le distanze dal quotidiano vivere e lavorare. Vacare, fare vacanza in realtà non è così facile, non è automatico, soprattutto se siamo convinti che nel vacare ci sia l’idea del “fare niente”. Il far nulla per riposare è infatti un’arte da imparare: non è difficile interrompere un’attività faticosa, ma questo non significa ancora riposare. Spesso si passa da un’occupazione all’altra, non si riesce a stare fermi, ad abitare con se stessi, e si continua a essere divorati da azioni varie che ci impegnano e non ci permettono il “fare niente”. Sembra che il pensiero soggiacente nelle persone sia quello di concedersi il riposo solo per poter lavorare e correre dopo.Eppure Pascal ammoniva: “Ogni male degli uomini viene soprattutto dal fatto di non saper stare a riposo in una stanza”. Diceva questo anche se era a conoscenza che nelle culture umane la tradizione sapienziale ripeteva: “Se vuoi essere un uomo non cercare mai il riposo!”. Ma il riposo non è inazione, bensì un compimento: è staccarsi dal lavoro e dal quotidiano per contemplare, osservare ciò che si è operato, misurarlo sulla bellezza, farne un discernimento a partire dalle proprie convinzioni, e quindi lasciar posto alle diverse domande che sorgono dalle nostre profondità.Proprio da questo stare in pace con se stessi, permettendo ai tumulti del cuore e alle angosce profonde di calmarsi, si può accedere a uno sguardo più libero che ascolta prima di guardare, che riscopre come la bellezza non sia un’idea, ma un evento da cui può nascere una comunicazione che ci apre alla comunione profonda. In quest’arte di riposare finiamo per tralasciare le molte parole con le quali riempiamo le nostre giornate, e impariamo ad ascoltare il silenzio che non è mai vuoto, ma sempre abitato da voci flebili che sussurrano, voci cariche di verità perché nascono dal nostro profondo.Ma dall’habitare secum nelle vacanze si deve passare anche all’habitare in mundum, abitando innanzitutto la natura. Facilmente ci possiamo accorgere che noi vediamo ma non guardiamo. Non abbiamo mai tempo nella vita quotidiana di guardare le cose nella loro bellezza o nella loro umiltà: anche un muro sgretolato può essere visto e diventare eloquente quanto un albero o un merlo che si avvicina beccando cibo nell’erba.C’è tempo per stupirci in vacanza, per la contemplazione, dicevano gli antichi, che è operazione per cui con altri occhi si vedono il mondo, le persone, il Creatore. Saint Exupery chiamava questo “vedere con il cuore”, primo passo per vedere in grande, pensare in grande, diventare visionari e profeti. Anche l’incontro con gli altri, o il “vacare con gli altri”, è un modo diverso per vivere le relazioni, rinnovando la grammatica umana dell’attenzione, della gentilezza, della pazienza. Per questo, Gabo Marquez diceva che le vacanze sono ricche di apocalissi, di rivelazioni. E nel vacare, almeno nel nostro occidente, fin dal tempo dei greci, non può mancare il libro, e oggi i diversi strumenti informatici, necessari per un dialogo nella solitudine, un dialogo nell’alterità, con altri mondi…Leggere per rendere abitato il riposo senza rompere il silenzio, leggere per rendere il riposo abitato, luogo di accoglienza culturale, spazio di amicizia senza confini."
Fonte : AlzogliOcchiversoilCielo
Fotografia delle DOLOMITI.com tratta da(by) abcDolomiti.com Web Page
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Trascorrere lunghi periodi seduti fa male al cuore
Essere sedentari per lunghi periodi di tempo, e in modo particolare seduti, potrebbe aumentare il rischio di problemi cardiovascolari. Questo è il risultato alla quale sono giunti, dopo una recente indagine, i ricercatori della Simon Fraser University nella British Columbia, in Canada. Non solo dato che una seduta prolungata potrebbe persino aumentare le probabilità di morire presto.
I ricercatori, insieme ai loro colleghi dell'Accademia cinese delle scienze mediche di Pechino, hanno analizzato i dati di oltre 105.000 partecipanti provenienti da 21 Nazioni, i quali sono stati seguiti per una media di 11 anni. Gli studiosi sono giunti a scoprire che le persone che hanno riferito di stare sedute dalle sei alle otto ore al giorno presentavano un rischio aumentato fino al 13% di sviluppare malattie cardiovascolari, nonché di morte prematura, rispetto ai loro coetanei più attivi. Coloro che hanno riferito di essere seduti per più di otto ore al giorno avevano un rischio addirittura maggiore del 20% di problemi di tale natura.
Caro/a amico/a e membro seppure questa conclusione non ha dimostrato causa ed effetto, costituisce un'altra buona ragione per cercare di favorire l'attività nella tua giornata, in particolare se lavori dalla scrivania. In effetti, i ricercatori inoltre hanno scoperto che quando le persone, le quali sedevano più di quattro ore al giorno, sostituivano solo mezz'ora di seduta con l'esercizio fisico, i loro rischi cardiaci e di morte diminuivano del due percento. Tale risultato della ricerca è stato pubblicato sulla rivista "JAMA Cardiology".
Fonte : Andrew Weil M.D.
Immagine tratta da(by) A TUTTO YOGA Web Page
Francesco Maccioni Ricercatore Indipendente, filantropo