Founder Junior
Sarebbe bene insegnare ai nostri figli che il fallimento è una grande opportunità di crescita, che da esso si impara, che si cade per poi rialzarsi e dire a loro..
Caro/a amico/a della grande "famiglia" di Cam.TV desidero avere il piacere di proporti uno spunto di riflessione, in ambito pedagogico, offertoci dalla brava insegnante Cinzia Pennati che nella sua professione sperimenta metodologie innovative e alla quale non viene a mancare l' impegno nel sociale .
“Ci sono cose da dire ai nostri figli.
Come ad esempio che il fallimento é una grande possibilità. Si ricade e ci si rialza. Da questo s’impara. Non da altro.
Dovremmo dire ai figli maschi che se piangono, non sono femminucce. Alle femmine che possono giocare alla lotta o fare le boccacce senza essere dei maschiacci.
Dovremmo dire che la noia è tempo buono per sé. Che esistono pensieri spaventosi, e di non preoccuparsi.
Dovremo dire che si può morire, ma che esiste la magia.
Ai nostri figli dovremmo dire che il giorno del matrimonio non è il più bello della vita. Che ci sono giorni sì, e giorni no. E hanno tutti lo stesso valore.
Che bisogna saper stare, e basta. E che il dolore si supera.
Ai nostri figli maschi dovremmo dire che non sono Principi azzurri e non devono salvare nessuno. Alle femmine che nessuno le salva, se non loro stesse. Altrimenti le donne continueranno a morire e gli uomini a uccidere.
Ai nostri figli dovremmo dire che c’è tempo fino a quando non finisce, e ce ne accorgiamo sempre troppo tardi.
Dovremmo dire che non ci sono né vinti né sconfitti, e la vita non è una lotta.
Dovremmo dire che la cattiveria esiste ed è dentro ognuno di noi. Dobbiamo conoscerla per gestirla.
Dovremmo dire ai figli che non sempre un padre e una madre sono un porto sicuro. Alcuni fari non riescono a fare luce.
Che senza gli altri non siamo niente. Proprio niente.
Che possono stare male. La sofferenza ci spinge in avanti. E prima o poi passa.
Dovremmo dire ai nostri figli che possono non avere successo e vivere felici lo stesso. Anzi, forse, lo saranno di più.
Che non importa se i desideri non si realizzano, ma l’importante è desiderare. Fino alla fine.
Bisogna dir loro che se nella vita non si sposeranno o non faranno figli, possono essere felici lo stesso.
Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare.
Che la povertà esiste e dobbiamo farcene carico.
Che possono essere quello che vogliono. Ma non a tutti i costi.
Che esiste il perdono. E si può cedere ogni tanto, per procedere insieme.
Ai figli dovremmo dire che possono andare lontano. Molto lontano. Dove non li vediamo più.
E che noi saremo qui. Quando vogliono tornare.”
- Cinzia Pennati
Fonte : Nel Cuore Di Annette
Immagine tratta da(by) Eticamente Web Page
Francesco Maccioni Ricercatore Indipendente, filantropo
Founder Junior
C' era una volta...
Caro/a amico/a e membro della community di Cam.TV desidero avere il piacere di condividere con te un pensiero tratto dal web che mette a confronto la realtà odierna con quella di qualche decennio fà.
Caro/a amico/a e membro augurarti delle Buone Vacanze al di là di tutto, ferie ampiamente meritate.
" C'era una volta la vacanza estiva che durava dai due ai tre mesi. Aveva un nome obsoleto ed in disuso, "la villeggiatura".
Tanti partivano addirittura ad inizio giugno od ai primi di luglio e tornavano a metà settembre. L' autostrada era una fila di Fiat 850, 600, 1100, 127, 500 e 128, Maggiolini e Prinz. Non era guardato affatto chi aveva la Bmw la Mercedes o l'Audi, perché gli status symbol allora non esistevano. Era tutto più semplice e più vero
.La vacanza durava talmente tanto che avevi la nostalgia di tornare a scuola e di rivedere gli amici del tuo quartiere, ed al ritorno non ricordavi quasi più dove abitavi. La mattina in spiaggia la 50 lire per sentire le canzoni dell'estate nel juke box o per comprare coca cola e pallone
.Il venerdì chiudevano gli uffici e tutti i papà partivano e venivano per stare nel fine settimana con le famiglie. Si mandavano le cartoline che arrivavano ad ottobre ma era un modo per augurare "Buone vacanze da..." ad amici e parenti.
Malgrado i 90 giorni ed oltre di ferie, l'Italia era la terza potenza mondiale, le persone erano piene di valori e il mare era pulito.
Si era felici, si giocava tutti insieme, eravamo tutti uguali e dove mangiavano in quattro mangiavano anche in cinque, sei o più. Nessuno aveva da studiare per l'estate e l'unico problema di noi ragazzi era non bucare il pallone, non rompere la bicicletta e le ginocchia giocando a pallone altrimenti quando rientravi a casa ti prendevi pure il resto.
Il tempo era bello fino al 15 di Agosto, il 16 arrivava il primo temporale e la sera ci voleva il maglioncino perchè era più fresco.
Intanto arrivava settembre, tornava la normalità. Si ritornava a scuola, la vita riprendeva, l'Italia cresceva e il primo tema a scuola era sempre.
"Parla delle tue vacanze". Oggi è tutto cambiato, diverso. La vacanza dura talmente poco che quando torni non sai manco se sei partito o te lo sei sognato. E se non vai ai Caraibi a Sharm o ad Ibiza sei uno stronzo. O magari hai tante cose da fare che forse è meglio se non parti proprio, ti stressi di meno.
Una risposta certa è che allora eravamo tutti più semplici, meno viziati e tutti molto più felici, noi ragazzi e pure gli adulti. La società era migliore, esisteva l’amore, la famiglia, il rispetto e la solidarietà. Fortunati noi che abbiamo vissuto così.
La vita era quella vera insomma."
Fonte ; Atlantide
Immagine tratta da(by) Atlantide Web Page
Founder Junior
Spreco alimentare : in Spagna per legge non si potrà più buttare il cibo
Il cibo non andrebbe buttato e in Spagna ciò sarà a breve una realtà: dal 2023 infatti, grazie ad un poderoso piano anti-spreco che coinvolge medie e grandi imprese , le quali saranno “costrette” a trasformare la frutta non vendibile, ad esempio, in marmellata o in succo. Mentre i ristoranti si doteranno obbligatoriamente della “Doggy bag”. Sono solo alcune delle proposte contenute nel disegno di legge al vaglio del Governo spagnolo che poche settimane, guidato dal Presidente socialista Pedro Sánchez, ha approvato un progetto che punta ad un unico obiettivo: non gettare via il cibo con l’ambizione per giunta di fare scuola in Europa.Come spiegato dal ministro spagnolo dell’agricoltura, della pesca e dell’alimentazione Mr. Luis Planas, il nuovo strumento adottato dal Governo modificherà i processi della catena alimentare nei punti in cui essa è più inefficiente. Un progetto che è anche ispirato all’economia circolare dato che il “progetto di legge sulla prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari” è notevole anche sul piano etico, dal momento che esso include progetti collaborativi tra i ristoranti, le organizzazioni di quartiere e le banche alimentari. La pena prevede multe molto salate che possono arrivare fino a 500 mila euro. I numeri dello spreco alimentare sono di fatto impietosi: 1.300 tonnellate di cibo ( per 31 kg pro capite) che ogni anno vengono gettate dai cittadini.
Auspico personalmente che presto un'iniziativa in tal senso venga seguita in tutto il continente europeo.
Fonte : la Repubblica
Immagine tratta da(by) EUFIC org - The European Food Information Council Web Page
Francesco Maccioni