Founder Junior
Il porto di Oristano ed i suoi numeri da record nei primi mesi dell’anno, indicatori di una grandissima ripresa dell’import export come non accadeva da anni.
Il porto di Oristano è situato al centro dell’omonimo golfo, tra lo stagno di Santa Giusta ed il mare del versante sud occidentale, è composto da una grande area organizzata con terminali diretti lotti industriali localizzati a bordo banchina ed è affacciato su un ampio canale navigabile, vanta una sua specializzazione industriale, direttamente connessa alle attività imprenditoriali localizzate all’interno, ed una prettamente commerciale, legata alla movimentazione delle merci alla rinfusa nel Piazzale Portuale.
Il porto di Oristano pertanto è prettamente industriale e, quindi non sono presenti servizi passeggeri seppure occasionalmente vi sono scali di navi da crociera ed i servizi passeggeri sono attivati secondo diverse modalità. E’ obiettivo dell’AdSP procedere con un’adeguata infrastrutturazione a servizio dell’utenza.
A rilevare i numeri da record del porto nei primi mesi dell’attuale anno è l’Unione sarda e come sia stato rilanciato lo scalo nonché quanto ormai questo porto industriale sia diventato un punto di riferimento per le rinfuse in Sardegna.
Esso svolge servizi verso l’estero con materie prime per l’industria (feldspato per la Spagna, perlite, bentonite, clinker) e con l’arrivo di mangimi e granaglie (agribulk), idrocarburi e fertilizzanti.
Proprio nel Porto Industriale di Santa Giusta ha sede la Seagull, società del Gruppo Minerali, controllata al 100% dalla Maffei Sarda Silicati, azienda presente nel porto dal lontano 1979, che offre servizi portuali adattati sulle specifiche esigenze dei clienti, dal carico/scarico di merci alla rinfusa, al deposito, stoccaggio, special cargo, shipping e altro ancora.
La Seagull vanta circa 1 milione di tonnellate all’anno di merci alla rinfusa movimentate, tra cui agribulk, feldspati, sabbie, argille, scarti industriali, breakbulk e componenti eolici ed una dotazione di circa 150.000 m2 di area di stoccaggio, banchine di lunghezza dai 300 ai 500 metri ciascuna, nonché un adeguato parco mezzi.
La Seagull ha cosi’ la capacità di caricare e scaricare agevolmente anche strutture di grandi dimensioni, come impianti e macchinari, e di stoccarli nei piazzali e capannoni adiacenti.
Sono proprio le caratteristiche del Porto Industriale, tra cui la posizione baricentrica, l’ ampio pescaggio e la grande metratura di banchina, a renderlo uno scalo ideale anche nelle rotte dei traffici internazionali.
Inoltre sono numerosi i progetti avviati nell’area industriale, dove sono giunte ed hanno trovato luogo nuove aziende, e i progetti di ampliamento previsti dall’Autorità portuale della Sardegna, nuovi progetti che rappresentano oggi grandi opportunità per lo scalo di Santa Giusta.
Fonte : Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna
Minerali Industriali s.r.l.
Immagine tratta da( by) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna
Francesco Maccioni Mediatore Marittimo ed Aereo – Nautic Broker Manager
Founder Junior
Per Rudolf Steiner nella nostra epoca occorre necessariamente imparare a saper vivere con vera " FIDUCIA ", “divenire sovrani” nella nostra volontà e cercare il risveglio interiore quotidianamente
Cari amici e membri della community di Cam.TV desidero avere il piacere di condividere con Voi un pensiero del bravo e noto Rudolf Steiner, teosofo austriaco e fondatore dell' Antroposia, un pensiero il suo che mi ha particolarmente colpito trovandomi per giunta in accordo.
Cari amici e membri sento di augurarVi un sereno proseguimento di giornata
" Nella nostra epoca è veramente necessario imparare a saper vivere con vera FIDUCIA senza alcuna preventiva rassicurazione esistenziale, con la fiducia nell’aiuto sempre presente del mondo Spirituale. In verità, affinché oggi il coraggio non venga meno, non resta che “divenire sovrani” nella nostra volontà con la giusta disciplina e cercare il risveglio interiore ogni mattina e ogni sera."
- Rudolf Steiner
Fonte : La finestra sul cielo interiore Facebook Page
Immagine tratta da(by) Dimensione Perfomance Web Page
Founder Junior
Il trascorrere del tempo lascia segni profondi sull’organismo che arrivano fino ai geni, ma grazie a scelte giuste e mirate a tavola è possibile intervenire su alcuni dei processi tipici dell’invecchiamento, arrivando anche ad interferire con le malattie tipiche dell’età che avanza.Cari amici vediamo insieme il perché e come l’organismo invecchia: in realtà vi sono tante teorie, ma nessuna esaustiva. Il perché si invecchia? È una domanda che noi uomini ci poniamo sin dai tempi antichi e che nel corso dei secoli ha generato diverse risposte tra gli esperti di medicina e della salute, basate sulle conoscenze scientifiche del momento. Vi è la “teoria genetica”, la quale sostiene che l’invecchiamento sia la diretta conseguenza di un programma genetico ben definito, quella “cellulare” che lega la senescenza dell’organismo a quella delle cellule, capaci di riprodursi un numero limitato di volte. Ma vi sono anche la teoria neuroendocrina, quella immunologica e quella dei radicali liberi, tutte teorie basate su dati scientifici che spiegano da punti di vista differenti, ma spesso complementari il perché e come l’organismo invecchia. Indipendentemente dalle specifiche teorie, il mondo scientifico concorda su un dato: l’invecchiamento è un fenomeno fisiologico molto complesso che viene influenzato dall’interazione costante tra diversi fattori genetici e ambientali ed è un processo che ci rende unici, ognuno di noi invecchia in modo differenti da tutti gli altri nostri simili.Tra i fattori ambientali la dieta riveste senza dubbio un ruolo di primissimo piano nel buon invecchiamento, come emerge dai numerosi studi che dimostrano l’effetto positivo o negativo degli alimenti e delle nostre abitudini a tavola sullo sviluppo di patologie tipiche dell’età avanzata: dalle demenze all’osteoporosi, dal diabete di tipo 2 alle malattie cardiovascolari. Le più recenti ricerche, basate anche su sofisticate tecniche di analisi del Genoma, puntano in modo particolare a chiarire il legame tra il cibo ed il DNA, con l’obiettivo di arrivare a mettere in campo strategie efficaci per prevenire patologie croniche e, più in generale, per poter invecchiare in modo migliore.In una società che invecchia, la salute della popolazione anziana assume un ruolo di protagonista anche nella ricerca biomedica. Infatti utilizzare la dieta come strumento di benessere e di buon invecchiamento rappresenta l’obiettivo finale di tanti recenti studi, i quali sono riusciti a dimostrare come le caratteristiche genetiche dell’individuo, oltre a determinare la sua predisposizione ad alcune patologie, determinano anche la risposta ai nutrienti introdotti con la dieta.A questa nuova branca della scienza chiamata Nutrigenomica se ne associano altri che puntano invece a comprendere come il cibo possa influenzare il DNA e l’espressione di geni e proteine. In particolare si guarda alle cosiddette modifiche epigenetiche, in grado di modificare, cambiare la molecola del DNA senza modificarne la sequenza originale. Sin dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, gli scienziati hanno ipotizzato un forte legame tra i cambiamenti epigenetici e l’ invecchiamento, ma solo recentemente le moderne tecniche di analisi ci hanno permesso di far luce su alcune di queste connessioni.E’ stato osservato in modo particolare che lo stato di metilazione del DNA (una modifica chimica epigenetica della molecola di DNA) varia durante ilcorso della vita e che nelle persone più anziane assume caratteristiche specifiche, le quali rendono per esempio l’organismo più soggetto all’instabilità genomica tipica delle cellule che invecchiano.Ma come si inserisce il cibo in tale discorso? La risposta generale è piuttosto semplice anche se i meccanismi fini sono stati chiariti solo in parte: i micro ed i macronutrienti del cibo causano delle modifiche epigenetiche al DNA e possono modulare i processi tipici dell’invecchiamento. E così per esempio la riduzione delle calorie aumenta l’espressione e/o l’attività del SIRT1, una molecola coinvolta in specifici meccanismi epigenetici (deacetilazione). Anche il noto resveratrolo, presente nel vino rosso, nelle fragole e nei mirtilli, ha la capacità di attivare la molecola SIRT1, simulando in un certo senso la riduzione calorica. Altre molecole come l’epigallocatechina gallata del te verde, il sulforafano presente nei cavoli e broccoli, la genisteina della soia e la quercetina delle cipolle e degli agrumi hanno effetti epigenetici che aiutano, favoriscono il buon invecchiamento e che i futuri studi potranno magari trasformare in vere e proprie terapie di prevenzione.Cari amici dovremmo tenere ben in considerazione l’importante ruolo che la prevenzione riveste
.Fonti: Rescigno T, et al. Molecules. 2017 Jan 8;22(1). Review. Park JH, et al. Prev Nutr Food Sci. 2017 Jun;22(2):81-89. Review.
G&Life S.p.A brand Generame
Immagine tratta da (by) Istituto Danone Web Page