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Con la cessione anche delle 2 ultime navi della flotta volge al termine la storia della Giuseppe Bottiglieri Shipping Company
Queste cessioni, se confermate,
Cosicchè a breve a flotta della società partenopea Giuseppe Bottiglieri Shipping Company, oggi controllata dal fondo di private equity Bain Capital, risulterà completamente ‘svuotata’.
Secondo quanto riportano diverse società di brokeragigo navale le ultime due bulk carrier di proprietà, vale a dire le post-panamax " Bottiglieri Franco Vela" e "Bottiglieri Giulio Borriello", sarebbero in procinto di passare rispettivamente in mani greche e cinesi per 17,5 e 18,5 milioni di dollari. A gennaio del 2020 la società partenopea aveva ancora 15 navi tutte destinate alla vendita: 4 erano tanker e 11 bulk carrier.Se confermate, queste cessioni segneranno la definitiva liquidazione degli asset sotto il controllo dell’azienda che fino a pochi anni fa era guidata e controllata dal bravo comandante Giuseppe Bottiglieri insieme alle figlie ma che, in seguito ad una lunga e complessa ristrutturazione finanziaria del debito, è passata appunto sotto il controllo dell’investitore istituzionale, chiamato questo per condividere un piano di rilancio del business. L’epilogo è stato però differente rispetto a quelle che parevano potessero essere le aspettative: la famiglia Bottiglieri ed il fondo Bain Capital hanno convissuto sul ponte di comando fino al 2019, quando quello che nel frattempo era diventato l’azionista di controllo ha deciso di procedere a una progressiva liquidazione degli asset in flotta non appena il mercato avrebbe reso conveniente questo processo. Cosa che è avvenuta soprattutto nell’arco degli ultimi due anni: dapprima sono state infatti dismesse le quattro navi cisterna e negli ultimi sedici mesi tutte le restanti bulk carrier. Il periodo di mercato particolarmente alto nel biennio 2020 – 2021, sia per le tariffe di nolo che nei valori delle compravendite per il dry bulk shipping, ha consentito a Bain Capital di massimizzare il ritorno sperato dalla liquidazione ordinata della flotta ed uscire definitivamente dall’operazione Giuseppe Bottiglieri Shipping Company che ebbe inizio nel 2018.
Essatamente quattro anni fa, arrivò il via libera da parte dell’adunanza dei creditori alla proposta di concordato preventivo presentata appunto da Bain Capital Credit (con il supporto dei Bottiglieri) in concorrenza rispetto a quella messa sul piatto dal gruppo greco Oceanbulk insieme al gruppo armatoriale napoletano Augustea Holding della famiglia Zagari (anche se il piano presentato da quest’ultimi attraverso la società Lighthouse non venne poi ammesso al voto). Fra i moltissimi creditori spiccavano in modo particolare diversi istituti di credito: Banca Monte dei Paschi di Siena, Mps Capital Service, Banco di Napoli e UniCredit. In un primo momento la Bain Capital si era detta pronta a mettere sul piatto solo circa 120 milioni di euro per rilevare l’intera esposizione finanziaria in mano alle banche a pari a 419 milioni di euro, mentre Lighthouse a sorpresa propose l’accollo dei debiti ipotecari per 205 milioni trasformando il resto dell’esposizione in strumenti finanziari partecipativi a favore delle banche.
La Bain Capital ,per prevalere, fù cosicchè condotta ad alzare la propria offerta di acquisto dei crediti in portafoglio alle banche da 120 a 205 milioni di euro.
Fonte : Shipping Italy Il quotidiano online del trasporto marittimo
Immagine tratta da(by) Shipping Italy Web Page
Francesco Maccioni Mediatore Marittimo ed Aereo - Nautic Broker Manager
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Quattro pizzerie sarde sono state premiate tra le migliori 100 d'Italia da " 50 Top Pizza", scopriamo quali sono
Ci sono quattro pizzerie sarde nella classifica delle migliori 100 pizzerie italiane stilata lo scorso autunno dalla rinomata guida “50 Top Pizza”.
24° Pizzeria Panetteria Bosco a Tempio Pausania
“Nel cuore di Tempio Pausania, la pizzeria Bosco continua a crescere. Recentemente ristrutturati gli interni – bagni per disabili in primis -, il locale è perfettamente amalgamato con lo stile del borgo gallurese. L’arredo denota una grande attenzione al dettaglio che si riversa sul servizio e sulle pizze. Tutte le ricette presenti in carta sono disponibili sia nella versione tonda che in quella alla pala. Ulteriore costante l’impasto morbido e leggermente crunchy di Massimo Bosco. Pizza dell’estate la Portocervo: limoni, carpaccio di pesce spada marinato al gin e stracciata di bufala. Buona proposta beverage, compresa una piccola carta distillati e alcune etichette importanti”
37° Pizzeria Framento a Cagliari
“Nell’orizzonte turistico medio di Cagliari spicca per identità e carattere. Il format ricorda quello di molte pizzerie contemporanee con ambiente moderno, menu destrutturato nella forma (è sul tavolo) e lavagna per le proposte del mese. Il credo del pizzaiolo è per il lievito madre e lunghe lievitazioni, che regalano un prodotto profumato e digeribile. Personale preparato ma leggermente distratto quando i numeri cominciano a crescere. Carta dei vini in decisa crescita. La proposta gastronomica è territoriale e concreta, con delle virgole di fantasia, come la pizza dell’estate: la Rimuginata, con muggine affumicato a tocchetti, pomodorini, fiordilatte e menta”.
74° Pizzeria Maiori a Cagliari
“Da Pozzuoli a Cagliari Emanuele Riemma si conferma pizzaiolo di grande spessore e porta nel capoluogo sardo un prodotto 100% partenopeo. E tradizionale. Come antipasto: frittata di pasta, arancino e crocché. La prima superlativa, gli altri due migliorabili. Il menu è agile, non ci sono troppe ricette complicate. Le pizze classiche (margherita, marinara e bufalina) sono da top della Sardegna. Ingredienti di grande qualità su una pizza morbida, ben lievitata, decisamente molto digeribile e dal sapore deciso nonostante la leggerezza. Il servizio è impeccabile (non solo esteticamente). Nota di merito l’American Bar, gestito in maniera eccelsa”.
76° Pizzeria Sa Scolla a Cagliari
“Spin-off della casa madre di Baradili, in Marmilla, mantiene lo stile pop-contadino. Il servizio è semplice nei modi, sempre puntuale e preparato. L’offerta gastronomica prevede un incrocio tra pizzeria e cucina. Come antipasto la tartare con salse fatte in casa e a seguire la Montanara fritta con pomodoro e latticini locali. Il set da tavola è basic ma ben curato, con mise en place di carta che racconta gli ingredienti tipici di ogni stagione e il menu che cambia regolarmente. Identitaria nell’offerta con la capacità di unire tradizione sarda e italiana, come nel caso della pizza “Zucchine e bottarga”. Si distinguono la carta dei vini e la selezione di liquori e distillati”.
Fonte : Vistanet.it Web Page - 50 Top Pizza
Immagine della Pizzeria bosco di Tempio Pausania tratta dal (by) Web
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Una dieta ricca di fibre puo’ migliorare la risposta alle terapie anticancro è quanto è emerso da uno studio internazionale su pazienti sottoposti a immunoterapia per melanoma e pubblicato sulla rivista Science
Uno studio internazionale apparso sulla nota rivista scientifica Science ha dimostrato come i pazienti sottoposti ad immunoterapia per il melanoma rispondono meglio alla cura se assumono molte fibre con la dieta. Si apre cosi' il dibattito sull’effetto degli integratori probiotici.
Cosicchè una dieta ricca di fibre può migliorare la risposta terapeutica del tumore all’immunoterapia grazie ai suoi effetti benefici sul Microbiota intestinale: è quanto conferma un nuovo studio apparso sulla rivista scientifica Science, al quale ha contribuito l’Istituto Europeo di Oncologia.
Il team di ricercatori, guidato dal MD Anderson Cancer Center (Houston, TX) ha esaminato retrospettivamente i dati di un gruppo di 438 pazienti, i quali hanno ricevuto immunoterapia per melanoma metastatico, studiando la composizione del loro Microbiota e le caratteristiche clinico-patologiche. A chi è entrato nello studio all’inizio della terapia è stato chiesto di compilare un questionario sugli stili di vita e le abitudini alimentari.E' stato possibile valutare radiologicamente la risposta terapeutica all’immunoterapia in 293 pazienti ed in ben 193 di essi la riposta è stata positiva. Nell’ambito di questo sottogruppo di “responders”, è emerso che i 128 che assumevano una quantità maggiore di fibre con la dieta sono quelli che hanno risposto meglio alla cura.
Il bravo Dott. Luigi Nezi, Direttore del l’Unità di “Microbiome and antitumor immunity” dell’Istituto Europeo di Oncologia e tra gli autori dello studio ci illustra egregiamente “Sappiamo che il microbiota intestinale, vale a dire l’insieme dei microorganismi che popolano il tratto gastrointestinale, influisce sull’ attività del sistema immunitario ed è in parte dimostrato che, proprio per questa sua funzione “immunomodulante”, gioca un ruolo nella risposta dell’organismo alle cure oncologiche, in particolare all’immunoterapia. Tuttavia, ancora non conosciamo tutti i dettagli di come questo avvenga – spiega il Dr. Luigi Nezi, che dirige l’Unità di “Microbiome and antitumor immunity” dell’Istituto Europeo di Oncologia ed è tra gli autori dello studio – Il nostro studio ha offerto delle prime risposte. Sappiamo che la composizione del microbiota, oltre che a fattori genetici, è legata allo stile di vita dell’individuo ed è influenzata da molteplici fattori esterni come stress, attività fisica e dieta. Noi ci siamo concentrati su quest’ultima, focalizzandoci sull’assunzione di fibre, che sappiamo essere regolatori essenziali della flora intestinale. Dall’analisi dei dati clinici è emerso un forte legame tra risposta terapeutica e contenuto di fibre nella dieta, a suggerire che i pazienti che assumono un quantitativo più alto di fibre traggano maggiore beneficio dall’immunoterapia. Per stabilire se ci fosse una relazione di causa-effetto, è stata modulata sperimentalmente l’assunzione di fibre in modelli preclinici e, analogamente a quanto osservato nei pazienti, si è avuta conferma che il gruppo al quale veniva fornita una dieta ad alto contenuto di fibre rispondeva significativamente meglio all’immunoterapia rispetto al gruppo di controllo. È importante sottolineare come la migliore risposta clinica sia stata accompagnata da un cambiamento della composizione e struttura del microbiota intestinale, che acquisisce tratti simili a quelli osservati nei pazienti abituati ad una dieta ricche di fibre.”E' da sottilineare il punto di vista riguardante l’utilizzo di probiotici come supporto all’immunoterapia dei tumori dato che i risultati pubblicati sulla rivista Science mostrano, infatti, come l’effetto dell’assunzione di probiotici non sia necessariamente associato ad una migliore risposta terapeutica, anzi “La caratteristica del microbiota intestinale forse più strettamente legata ad una migliore risposta all’immunoterapia è la diversità, che influenza sia la sua capacità di istruire il nostro sistema immunitario che di complementare le attività metaboliche di cui il nostro organismo necessita per mantenere uno stato di salute ottimale. In modo un po’provocatorio, ci siamo dunque chiesti se l’assunzione di generici supplementi probiotici non potesse turbare l’equilibrio dinamico dell’ecosistema intestinale e, in ultima istanza, compromettere la risposta all’immunoterapia. Come per le fibre, anche in questo caso i dati clinici raccolti dai pazienti hanno confermato la nostra ipotesi. Inoltre, il fatto che l’aggiunta di alcune formulazioni probiotiche non fosse in grado di migliorare la risposta all’immunoterapia neppure nel modello animale, ci ha indotto ad una profonda riflessione.” Infine dallo studio è emerso che il Microbiota intestinale contribuisce all’unicità di ciascuno di noi e che questa unicità deve essere presa in considerazione