Founder Junior
Ragù lucano
Il ragù lucano è una gustosa ricetta della tradizione che si prepara con carne di maiale, pancetta, pomodori maturi, cannella e prezzemolo.Con tale ricetta cari amici e membri della community di Cam.TV desidero auguravi un Buon pranzo !
Ingredienti :
- 600g di polpa di maiale (in una fetta)
- 60g di pancetta tesa affettata
- 50g di pecorino
- 50g di lardo (oppure olio extravergine d'oliva)
- 300g di pomodori pelati
- mezzo bicchiere di vino rosso
- prezzemolo
- noce moscata
- aglio
- sale
- pepe
Preparazione :
Potete iniziare la preparazione del vostro squisito ragù lucano tritando l aglio e il prezzemolo, per poi disporre il trito sulla fetta di carne, ed aggiungere il pepe e la noce moscata.Quindi aggiungerete la pancetta e del pecorino (in parte grattugiato ed in parte a cubetti) e successivamente arrotolerete la carne, legandola infine con dello spago da cucina.Dopo di chè preparerete un soffritto con l'aglio ed il lardo (o l'olio) e vi farete rosolare la carne.Aggiungerete quindi il vino rosso, il sale e il pepe; dopo aver fatto evaporate il vino unite i pelati ed un po' di acqua tiepida farete cuocere per 30 minuti a fiamma bassa, coprendo la casseruola con un coperchio ed il vostro squisito ragù lucano è bello che pronto !
Fonte : La Cucina Italiana
Ricette Regionali
Immagine tratta da(by) Ricette Regionali Web Page
Founder Junior
Papa Francesco : la vita è la più grande impresa del Mondo
Cari amici e membri della community desidero avere il piacere di condividere con voi un messaggio di Papa Francesco, una esortazione la sua a non rinunciare mai alla felicità in quanto la vita è "un'incredibile spettacolo" che avrei voluto pubblicare ieri ma i problemi in Cam.TV mi hanno portato a rimandare ad oggi.
Sento inoltre di aggiungere all'esortazione del buon Papa Francesco il messaggio raffigurato che potete trovare nell'allegato.Cari amici e membri la vita nonostante le difficoltà che ci offre è comunque bella pertanto "remate controcorrente" e non mollate mai ! è quanto personalmente mi sento di surgerirvi.
Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del Mondo
.Solo tu puoi impedirne il fallimento
.Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.
Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni
.Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la sicurezza nella fase della paura, l'amore nella discordia.
Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.
Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti.
Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell'anonimato.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare
dentro se stessi.
Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino.
È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori"
.È avere il coraggio di dire "Mi dispiace".
È avere la sensibilità di dire "Ho bisogno di te".
È avere la capacità di dire "Ti amo".
E quando commetti un errore, ricomincia da capo.
Perché solo allora sarai innamorato della vita.
Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.
Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza.
Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza.
Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore.
Usa il dolore per intonare il piacere.
Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.
Non mollare mai.
Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano.
Non rinunciare mai alla felicità , perché la vita è uno spettacolo incredibile.
- Papa Francesco
Fonte : La notizia Blog personale
Immagine tratta da(by) Pinterest Web Page
Founder Junior
Cari amici e membri mi manca un pò ritornare nella Serenissima Repubblica di san marino e poter osservare dal Monte Titano quelle che sono le vallate del noto Giosuè Carducci del quale desidero proporvi la poesia "Agli amici della Valle Tiberina ".
Agli amici della Valle Tiberina
"Â Pur da queste serene erme pendiciÂ
D'altra vita al rumor ritornerò;Â
Ma nel memore petto, o nuovi amici,
 Un desio dolce e mesto io porterò.Â
Tua verde valle ed il bel colle apricoÂ
Sempre, o Bulcian, mi pungerà d'amor;Â
Bulciano, albergo di baroni antico,Â
Or di libere menti e d'alti cor.Â
E tu che al cielo, Cerbaiol, riguardiÂ
Discendendo da i balzi d'Apennin,Â
 Come gigante che svegliato tardi
 S'affretta in caccia e interroga il mattin,Â
Tu ancor m'arridi. E, quando a i freschi ventiÂ
 Di su l'aride carte anelerÃ
 L'anima stanca, a voi, poggi fiorenti,
 Balze austere e felici, a voi verrà .Â
 Fiume famoso il breve piano inonda;
 Ama la vite i colli; e, a rimirarÂ
Dolce, fra verdi querce ecco la biondaÂ
 Spiga in alto a l'alpestre aura ondeggiar.Â
 De i vecchi prepotenti in su gli spaldiÂ
Pasce la vacca e mira lenta al pian;Â
E de le torri, ostello di ribaldi,
 Crebbe l'utile casa al pio villan.
 Dove il bronzo de' frati in su la seraÂ
Solo rompeva, od accrescea, l'orror,Â
Croscia il mulino, suona la gualchiera
 E la canzone del vendemmiator.Â
 Coraggio, amici. Se di vive fontiÂ
 Corse, tocco dal santo, il balzo alpin,
 A voi saggi ed industri i patrii monti
 Iscaturiscan di fumoso vin:Â
Del vin ch'edúca il forte suolo amicoÂ
Di ferro e zolfo con natia virtú:
 Col quale io libo al padre Tebro antico,
 Al Tebro tolto al fin di servitù. Fiume d'Italia, a le tue sacre rive
 Peregrin mossi con devoto amor
 Il tuo nume adorando, e de le diveÂ
 Memorie l'ombra mi tremava in cor.
 E pensai quanto i tuoi clivi TarconteÂ
Coronato pontefice salì,Â
E, fermo l'occhio nero a l'orizzonte,Â
Di leggi e d'armi il popol suo partì;Â
E quando la fatal prora d'EneaÂ
Per tanto mar la foce tua cercò,Â
E l'aureo scudo de la madre dea
 In su l'attonit'onde al sol raggiò;Â
 E quando Furio e l'arator d'Arpino,Â
Imperador plebeo, tornava a te,
 E coprivan l'altar capitolinoÂ
Spoglie di galli e di tedeschi re.Â
 Fiume d'Italia, e tu l'origin traggiÂ
Da questa Etruria ond'è ogni nostro onor;Â
 Ma, dove nasci tra gli ombrosi faggi,Â
 L'agnel ti salta e túrbati il pastor.Â
Meglio cosÃ, che tra marmoree sponde
 Patir l'oltraggio de' chercuti re,Â
E con l'orgoglio de le tumid'ondeÂ
 L'orme lambire d'un crociato piè.
 Volgon, fiume d'Italia, omai tropp'anni
 Che la vergogna dura: or via, non piú.Â
 Ecco, un grido io ti do—Morte a' tiranni —;Â
Portalo, o fiume, a Ponte Milvio, tu.Â
Portal con suono ch'ogni suon confonda,Â
Portal con le procelle d'Apennin,Â
Portalo, o fiume; e un'eco ti rispondaÂ
Dal gran monte plebeo, da l'Aventin.Â
Tende l'orecchio Italia e il cenno aspetta:Â
Allor chi fia che la vorrà infrenar ?Â
Cento schiere di prodi a la vendettaÂ
Da le tue valli verran teco al mar
Romito e taumaturgo esser vorrò:Â
Da la faccia de' rei figli codardiÂ
 Ne le tombe de' padri io fuggirò.Â
 Con l'arti vo' che cielo o inferno insegnaÂ
Da questi monti il foco isprigionar,Â
E fiamme in vece d'acqua a Roma indegna,
 Al Campidoglio vile io vo' mandar."
- Giosuè CarducciÂ
Fonte : Poesie d'AutoreÂ
Fotografia panoramica tratta da (by) Italia Bike Hotels Web Page
Francesco MaccioniÂ