Oggi voglio affidare a CAM.TV un mio personalissimo pensiero sulla professione giornalistica. Ad un passo dall'esame per diventare giornalista professionista, dopo due anni di un Master impegnativo, mi sono fermata e mi sono chiesta se realmente era quello che volevo diventare. A distanza di anni da quel momento, sono felice di non aver compiuto quel passo. E spiego subito il perchè. Vedo aumentare intorno il numero di giornalisti (o aspiranti tali) che, per professione, hanno acquisito ormai un modo deformato di osservare la realtà. Non spostano il sedere dalla sedia se non si tratta di un delitto, di un suicidio, di un fatto di sangue, o se non c'è da mangiare o bere in un evento. La maggior parte di essi si aggira come sciacalli alla ricerca del brutto, del macabro, del lugubre, per poi pubblicare post o articoli che rattristano e bloccano l'energia che scorre nelle persone. Io ho scelto di parlare del bello, del nuovo, di chi ce l'ha fatta e di chi, silenziosamente, porta avanti battaglie civili senza fare clamore. Non mi interessa fregiarmi del titolo di giornalista se poi la professione mi toglie la curiosità e la voglia di conoscere cose belle e realtà di pace e condivisione. Io sono una blogger che vuole raccontare la bellezza del mondo, e non mi piego alle leggi del mercato, che obbliga a scovare bruttezza e orrore per aumentare i lettori. Convintissima della mia scelta (non fatta): oggi più che mai. #gocamgo
“Vuoi sposarmi?”: sembra facile da dirsi, ma l’emozione potrebbe rendere tutto più complicato. Una cosa è certa: la proposta di matrimonio è un momento unico e va vissuto nel modo più intenso possibile dai due futuri sposi.
Una "vecchia" 500 ancora fiammante e in splendida forma, immortalata nel cortiletto di un paesino pugliese. Un'immagine vintage che fa tornare immediatamente indietro nel tempo!