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Plogging, anche lo sport diventa ecologico: cos’è e come si pratica
Raccogliere rifiuti mentre si fa running è diventata un’attività sportiva a tutti gli effetti. Ultimamente è stato istituito anche un campionato mondiale rivolto a tutti coloro che vogliono lasciare l’ambiente migliore di come l’hanno trovato. Il plogging è la disciplina che combina corsa e cura ambientale, attraverso la raccolta dei rifiuti lungo il cammino.
Le origini del plogging
Il termine “plogging” nasce dalla crasi tra il verbo svedese “att plocka upp” (raccogliere) e la parola “jogging”. Le sue origini, però, sarebbero italiane. Il fenomeno, infatti, è nato in maniera semiufficiale nel 2014, quando Roberto Cavallo, quel periodo esperto della Commissione per le tematiche ambientali, sollecitato dall’allora Commissario europeo per l’ambiente Janez Potocnik, pensò di lanciare un’iniziativa per festeggiare la Giornata europea contro l’abbandono dei rifiuti indetta per il 10 Maggio, il giorno successivo alla ricorrenza della nascita dell’Unione Europea.
Cavallo, plogger ante-litteram, propose allora di abbinare la corsa alla raccolta dei rifiuti, attribuendogli così il nome di “Keep Clean and Run”. Due anni dopo, Erik Ahlstrom ribattezzò il movimento con il nome più sintetico e accattivante di “plogging”.
In seguito, “Keep Clean and Run” è diventata il some-ombrello sotto cui vengono ricomprese altre iniziative di eco-corsa.
L’idea di base e i principi del Plogging
Il plogging viene praticato ufficialmente da oltre 20 mila gruppi organizzati in almeno 40 Paesi in tutto il mondo, senza contare le persone che da sempre e in modo spontaneo raccolgono i rifiuti mentre fanno trekking oppure corrono al parco.
L’idea alla base del plogging è la diffusione della cura e del rispetto del Pianeta, contro il rischio di assuefazione alla sporcizia, ai rifiuti e all’incuria. Chi pratica plogging tende a fare proseliti e ad uscire in gruppo, e questo è molto utile, soprattutto quando lo si pratica in montagna.
Può essere comunque vissuto anche in solitaria, come pratica meditativa durante la quale sospendere ogni giudizio verso chi ha abbandonato i rifiuti per concentrarsi invece sul “qui ed ora” e sul gesto di cura verso l’ambiente circostante.
L’importante è munirsi di scarpe da ginnastica, guanti anti-taglio e borse capienti per la raccolta dei rifiuti. Diventerà poi spontaneo uscire con il sacchetto e dedicarsi alla pulizia ogni qual volta lo si ritiene opportuno.
Plogging: tenersi in forma raccogliendo rifiuti
Con il plogging si tiene pulito l’ambiente e ci si mantiene in forma. In trenta minuti di attività, infatti, si possono bruciare fino a 235 calorie, 50 in più rispetto a quelle spese praticando il semplice jogging. Questo perché la corsa viene intervallata dagli squat necessari per raccogliere i rifiuti. Qualcuno lo pratica utilizzando la bicicletta: pedalando ci si può spostare più lontano, più velocemente e quindi si raccolgono più rifiuti.
Intorno a questa recente disciplina stanno nascendo numerose competizioni eco-sportive. Il primo week end di Ottobre si terrà la seconda edizione del Campionato Mondiale di Plogging, che si svolgerà nelle valli olimpiche di Sestriere.
Le qualificazioni della World Plogging Championship sono aperte a tutti. La finale sarà una gara di plogging vera e propria con l’aggiunta di sfide di orientamento, strategia e compiti speciali. Ai concorrenti saranno consegnati secchi dotati di microchip per la valutazione da parte della giuria. La competizione è aperta agli atleti diversamente abili, che hanno dato prova di quanto le doti strategiche possano sopperire alle difficoltà motorie.
Cristiana Lenoci per news-italia.net
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"Nankurunaisa": credo sia una delle parole più belle del mondo.
Nella lingua giapponese significa: "Con il tempo si sistema tutto".
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