“Mare nostro che non sei nei cieli, e abbracci i confini dell’isola e del mondo, sia benedetto il tuo sale, sia benedetto il tuo fondale. Accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde, i pescatori usciti nella notte, le loro reti tra le tue creature, che tornano al mattino con la pesca dei naufraghi salvati. Mare nostro che non sei nei cieli, all’alba sei colore del frumento, al tramonto dell’uva di vendemmia, ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste. Tu sei più giusto della terraferma, pure quando sollevi onde a muraglia, poi le abbassi a tappeto. Custodisci le vite, le vite cadute come foglie sul viale, fai da autunno per loro, da carezza, da abbraccio e bacio in fronte di madre e padre prima di partire”. (Erri de Luca).
Alcuni ricercatori del Boston College e dell'Università di Houston hanno evidenziato, in una recente indagine, la differenza tra le espressioni di rifiuto "no, non voglio" e "no, non posso". Immaginate di essere a dieta. Siete fuori a cena e il cameriere vi propone un dessert al cioccolato. Che cosa rispondereste? Se credete che non vi sia differenza vi sbagliate di grosso, perchè scegliere con cura le parole può rendere più forti. Dire "no, non voglio" esprime chiaramente una scelta, una presa di posizione, quindi fa sentire più solidi e determinati. Dire "non posso", invece, fa presumere che la scelta dipenda un'imposizione esterna e non dalla propria forza di volontà. Fateci caso! #gocamgo
Troppo impegnati a rispondere ai messaggi in chat sugli smartphone e poco attenti alle esigenze dei più piccoli: sott’accusa i genitori di alcuni bambini di Amburgo. Stanchi di vedere papà e mamma continuamente alle prese con i cellulari, rivendicano del tempo da dedicare al gioco insieme. A indire la manifestazione, che si è tenuta nel quartiere St. Pauli, è stato Emil Rustige, un bambino assai sveglio di sette anni. Lo slogan che ha animato la manifestazione a cui hanno partecipato circa 150 bambini è stato: “Gioca con me, non con il tuo cellulare”.I genitori dei bimbi si sono attivati per avviare le procedure burocratiche e ottenere le autorizzazioni necessarie per far compiere la marcia ai loro figlioletti. Sarebbe bello se anche i nostri figli facessero una cosa del genere per stimolare l'attenzione dei genitori troppo distratti dalla tecnologia.