Giovanni Cafaro: "sono codista e insegno a diventarlo"
2019-01-19 09:31:02
La crisi aguzza l’ingegno. In tempi di “magra” economica come questo c’è chi si ritrova senza lavoro da un giorno all’altro ma non si perde d’animo. Con un po’ di fantasia e spirito di osservazione si possono individuare spazi vuoti in cui far valere le proprie competenze, oppure ci si può reinventare completamente in una nuova professione, capendo quali sono le necessità e le esigenze del posto in cui si vive. Questo ha fatto Giovanni Cafaro, salernitano laureato in Scienze della Comunicazione che vive nella caotica Milano.Ritrovatosi disoccupato a quaranta anni, Giovanni si è inventato una professione che ha lanciato in tutta Italia ed anche in Europa. “Faccio il codista: professionisti, aziende e chiunque non ha tempo perché va sempre di corsa mi pagano per fare le code al posto loro. Mi occupo del disbrigo di pratiche burocratiche, apertura di partita Iva, registrazione di contratti, occupazione di suolo pubblico per gli eventi, ecc”, spiega.Rispetto ad un anno fa, quando Giovanni ha cominciato a svolgere questa attività a Milano, divulgando migliaia di volantini per la città, ora si può dire che la gratificazione economica non manca. “Per far conoscere questa nuova professione, che svolgo al prezzo di 10 euro all’ora, ho organizzato corsi di formazione, ho rilasciato interviste fino in Giappone, ho creato un contratto nazionale per codisti e infine anche un sindacato per proteggere i nostri diritti di lavoratori”, continua Giovanni.Nei corsi di formazione, che si tengono in tutta Italia (ogni partecipante paga 100 euro) Giovanni dispensa consigli su come avviare e affermarsi come codista, organizzando al meglio il tempo a disposizione e districandosi nei meandri della burocrazia. Il sindacato, invece, prende il nome di “Sinclado” ed è stato creato non solo per i codisti, ma anche per i lavoratori di altri settori e categorie.Per info consulta il sito: http://www.giovannicafarocodista.it/
Non tutti hanno una spiccata capacità di organizzazione, però l’arte di sapersi organizzare si può imparare, anche se si è disorganizzati cronici. L’importante è trovare il metodo giusto per sentirsi bene con se stessi, a casa, al lavoro e in famiglia.
Un grande storico dell’arte, l’austriaco Ernst Gombrich, diceva che “I Greci erano belli perché avevano piazze e città belle”. Molti anni dopo un giornalista siciliano scriveva che “ se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. Era Peppino Impastato.Diffondere una maggiore consapevolezza della bellezza che ci circonda è uno degli scopi perseguiti dal disegno di legge sulla bellezza che la Regione Puglia ha presentato lo scorso Luglio. Un documento composto da 7 titoli e 23 articoli, accompagnato da un “Manifesto” che spiega i principi, le ragioni e gli obiettivi che hanno guidato la mano degli estensori del testo.Questa legge (che in realtà è un progetto giuridico redatto da comitato tecnico scientifico) non potrà decollare senza l’indispensabile apporto di tutti i cittadini. Sono questi che devono proteggere e promuovere la bellezza della regione in cui vivono, la Puglia appunto. Si tratta di una legge in viaggio, un testo in movimento. Un viaggio di animazione dei diversi territori che prenderà il via Venerdì 18 Gennaio 2019 da Bari, che ospiterà la prima convention sulla Legge di Bellezza della Puglia.Il disegno di legge proteggerà la bellezza della Puglia in tre modi: 1) perseguendo un’alta qualità costruttiva nei futuri interventi che si attiveranno nei luoghi urbani e periurbani; 2) abbattendo o recuperando i cosiddetti “detrattori di bellezza” che oggi deturpano i territori; 3) preservando e valorizzando la peculiarità delle diverse province che compongono il “Mosaico” della regione. Ogni Regione d’Italia dovrebbe avere una legge sulla bellezza, un concetto è bene diffondere tra le persone affinchè guardino con occhi nuovi spazi e luoghi in cui vivono.