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A volte capita di cercare qualcosa e di trovare tutt’altro. Il termine “serendipità” indica proprio il fenomeno delle scoperte casuali, fatte mentre si cercava altro. L’intera storia dell’umanità ne è costellata.
La parola “serendipity” è stata coniata nel XVIII secolo dallo scrittore inglese Horace Walpole, che lo trasse dalla favola persiana “I tre principi di Serendip”: i tre facevano continue scoperte di cose nuove che però nessuno di loro stava cercando.
La serendipità non è nuova agli scienziati: anche loro progettano un esperimento pensando di ottenere una determinata risposta e scoprono invece qualcosa d’inatteso ma altrettanto importante. Tale fenomeno si chiama appunto serendipità, dal nome della mitica Serendippo, l’antica denominazione dello Sri Lanka, la grande isola che si trova sotto l’India.
La favola persiana “I tre principi di Serendip”
Secondo una favola persiana, tre principi partirono da quel paese all’esplorazione del pianeta. E spesso si salvarono la vita grazie alle loro scoperte: intuizioni dovute al caso, ma anche alla loro spiccata capacità di osservazione. Per esempio, uno di loro intuì che poco prima era passato dalla loro strada un mulo cieco all’occhio destro, perché l’erba era stata mangiata soltanto dal lato sinistro.
La casualità e l’intuizione
In tempi più vicini a noi, il termine è stato ri-coniato in inglese, “serendipity” dallo scrittore Horace Walpole, nel 1754. Questi, in una lettera scritta ad un amico, parlava di una fortunata scoperta casuale.
Se guardiamo la storia della ricerca scientifica, molte grandi scoperte sono avvenute proprio così. Il concetto di serendipità può essere contrapposto al metodo della “conferma sperimentale“, nel quale il ricercatore sa esattamente ciò che cerca e gli basta avere una riprova a garanzia di una realtà già prevista.
Diversa invece è una scoperta scientifica ottenuta mediante serendipità, che ha alla base la casualità e l’intuizione.
Alcuni casi clamorosi
Il caso di serendipità più famoso nella storia è la scoperta delle Americhe, avvenuta nel 1492 da parte di Cristoforo Colombo, esploratore che era partito, com’è noto, per cercare le Indie.
Nel 1895 Wilhelm Conrad Rontgen scoprì casualmente i raggi X mentre eseguiva esperimenti sui raggi prodotti da un tubo catodico. In medicina è altrettanto celebre il caso di Alexander Fleming, che nel 1928 scoprì la penicillina per l’errata disinfezione di una piastra di cottura contaminata da una muffa.
È noto anche il caso del Viagra, la pillola blu contro l’impotenza, che fu scoperto per caso nel 1989, mentre si cercava di mettere a punto un farmaco per curare l’angina pectoris, un serio problema che riguarda il cuore.
Chi pensa che la serendipità sia dovuta soltanto alla fortuna, si sbaglia. Questa nasce piuttosto da un intreccio di astuzia e curiosità, sagacia, immaginazione e imprevisti colti al volo.
Nel 2001 al cinema uscì “Serendipity”, il film che racconta una storia nata su eventi casuali e fortuiti, e che vi consiglio di guardare (se non lo avete già fatto prima).
Cristiana Lenoci per news-italia.net
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"Les feuilles mortes" é il titolo di una splendida canzone tratta dai versi di Jacques Prevert, e resa immortale dall'interpretazione di Yves Montand: accosta le foglie morte dell'autunno alla felicità ormai finita di due amanti. La definizione "foglie morte" in realtà non mi è mai piaciuta.
Piuttosto mi piace pensare che l'autunno è il momento in cui, per prepararsi al lungo letargo invernale, gli alberi si spogliano delle foglie.
È solo l'inizio di una breve pausa. Il "foliage" autunnale è lo spettacolo folgorante con cui gli alberi ci dicono "arrivederci".
Settembre, quindi, è il mese che porta in sé la prospettiva di una futura Rinascita. Ho sempre pensato che l'autunno, proprio perché stagione "di mezzo", sia anche un pò magico.
Quindi, viviamolo al meglio.
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Ci sono Regine che passano, e poi ci sono le Regine di cuori che restano per sempre ❤