Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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L'agricoltura del "non-fare" può dare buoni risultati anche nei deserti e questo approccio può essere il punto di partenza per far sì che la natura spontaneamente si riprenda. Dopo 30 anni di viaggi, alla fine della sua vita, il padre dell'agricoltura naturale Masanobu Fukuoka lascia in un libro il suo ultimo messaggio per aiutarci a rinverdire la Terra. “La rivoluzione di Dio, della Natura e dell’Uomo” è il libro di Masanobu Fukuoka scritto negli ultimi anni della sua vita e pubblicato postumo. Contiene le riflessioni dei suoi ultimi dieci anni, periodo in cui egli viaggiò in tutto il mondo per esporre le basi dell’agricoltura naturale, di cui è considerato il padre. Iniziò dagli Stati Uniti, in California, per poi visitare i deserti di Iran e Iraq, andò in India, Thailandia, Malesia, Indonesia, Nepal, nelle Filippine, in vari paesi europei ed infine le sue ricerche si concentrarono in Africa, un continente che al momento si stima essere coperto per il 3% di vegetazione mentre solo 80 anni fa ne era ricoperto per l’80%. L’iniziativa di partire per questi viaggi non fu sua. Egli fu invitato in visita dal direttore del Desertification Prevention Council delle Nazioni Unite a New York e gli venne chiesto se La rivoluzione del filo di paglia non fosse, in ultima analisi, un libro di prevenzione alla desertificazione. Fukuoka in un primo momento non ne fu sicuro, non aveva mai visto un deserto in vita sua ma nel libro scriverà poi: “guardando indietro a tutto ciò oggi, realizzo che i quasi 50 anni che ho passato a coltivare un podere naturale in effetti hanno prodotto dei metodi contro la desertificazione” e riconoscerà al direttore del DPC il merito di questa intuizione. L’agricoltura naturale prevede di fare il meno possibile, l’indispensabile, il resto lo farà la natura. Ecco che sorge un’agricoltura in cui non si daeve lavorare la terra (dissodamento), non c’è alcun bisogno di usare concimi e prodotti chimici, tanto meno di estinguere le “erbacce”. Da queste idee sono nate molte pratiche agricole che oggi prendono il nome di “agricoltura sinergica”, “permacultura”, “agricoltura biodinamica” ecc. Pur essendo diverse in alcuni aspetti queste pratiche rispondono alle medesime esigenze di rispetto della natura e del suolo. Fukuoka in merito al tema della desertificazione non saltò subito alle conclusioni. La prima cosa che osservò nei suoi viaggi fu che molte tecniche contro la desertificazione si rivelarono inutili in passato. In particolare le soluzioni ingegneristiche che richiedono l’uso di grandi risorse per essere attuate, in molti casi, lasciano una situazione anche peggiore di quella di partenza. Molte di queste prevedono la costruzione di dighe al fine di conservare l’acqua, per poi distribuirla attraverso dei canali per l’irrigazione o di pompare l’acqua dal sottosuolo per generare delle oasi nel deserto. Quello che si può constatare è che queste operazioni di rinverdimento sono efficaci solo a breve termine, basta un periodo di siccità e si torna al risultato di partenza, anzi risulta che la salinità del suolo aumenta rendendo di fatto la situazione ancora più complicata da gestire. La conservazione dell’acqua in tubi sotterranei e l’irrigazione a goccia possono dare alcuni risultati ma sono opere che consumano troppe risorse, sia economiche sia in termini di energie spese, fino al punto di non essere realizzabili per superfici molto estese. Secondo Masanobu Fukuoka molti dei rimedi attuati fino a quel momento furono provvisori e locali, e non andarono alla radice del problema della desertificazione. Essa in molti luoghi è stata innescata da un’agricoltura sconsiderata e Fukuoka scrisse : “Il mondo è imprigionato in un ciclo di tre mali: taglio degli alberi, incendi e consumo di carne".

Cristiana Lenoci

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Bambini e Web: la provocazione di Jordan Shapiro, filosofo dei media

2019-08-15 12:54:15

Oggi voglio affrontare un argomento delicato, quello del rapporto tra bambini e tecnologia. Mi hanno incuriosito a tal proposito le teorie di un filosofo moderno studioso dei media, e vorrei proporvele per riflettere insieme.

Cristiana Lenoci

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Test dei 5 Secondi: vale anche per gli articoli su CAM.TV? A chi mi ha chiesto qualche consiglio per migliorare l’efficacia dei contenuti da pubblicare su CAM.TV vorrei sottoporre oggi questa riflessione interessante (e molto utile dal punto di vista pratico). 5 secondi. Questo è il lasso di tempo che impiega un utente per capire se il sito web o l’articolo di blog che sta leggendo è di suo interesse. È una finestra temporale decisamente ridotta. Anzi, possiamo chiamarla per ciò che realmente è: una dannata corsa contro il tempo! La legge dei “5 secondi” per attirare l’attenzione dei lettori sul sito/blog vale anche per chi scrive contenuti su CAM.TV? Secondo me sì. Proviamo a fare un test sugli articoli che pubblichiamo sulla piattaforma. Mettiti nei panni di una persona che non sa niente di te e leggi le prime righe della tua home page: si percepisce in maniera cristallina ciò che fai? La mancanza di chiarezza manderà in confusione l’utente che, terminati i suoi 5 secondi a disposizione, se ne andrà. Come evitarne la fuga? Esprimiti chiaramente e arriva dritto al cuore del tuo business, o del contenuto del tuo articolo. Usa il cappello introduttivo dei tuoi post o le descrizione del tuo sito per spiegare chiaramente e sinteticamente ciò che fai. Prendi il tuo punto di forza, ciò che più di caratterizza, ed esplicitalo senza paura. Non rimanere troppo generico o, per colpire l’attenzione di tutti, non colpirai nessuno. Rileggi bene ogni articolo prima di pubblicarlo, e chiediti sempre se soddisfa tali requisiti.

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