Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Il sogno di una casa sull'albero? Ecco chi lo realizza per te!

2019-02-28 16:46:25

Quando ero piccola ho pensato più di una volta a quanto sarebbe stato bello costruire una casetta sulla grande quercia che si trovava in campagna. Poi gli anni sono passati e l’idea di quel rifugio in cui rinchiudermi con i miei sogni di bambina è stata accantonata. Ma ogni tanto torna a galla, come quando, navigando sul web, ho trovato per caso un albergo che dà la possibilità ai suoi ospiti di dormire in una bellissima casa sull’albero, tra i campi della Maremma toscana.Una casa del genere è il desiderio di molti, anche adulti. Per questo uno staff di professionisti e tecnici esperti ha pensato di mettere su un’azienda specializzata nella progettazione e costruzione di case sull’albero. Si tratta dell’unica azienda italiana che costruisce strutture architettoniche prensili in legno, ossia case sull’albero realizzate secondo le tecniche della bioedilizia.A guidare questa impresa rigorosamente made in Italy c’è Davide Torreggiani, un giovane e dinamico imprenditore varesino. La sua idea originale è piaciuta e i risultati sono arrivati presto, anche oltre ogni aspettativa. Nel 2013 a Torreggiani è stato assegnato il Premio Capitani dell’Anno, un riconoscimento che viene attribuito da parte delle Regioni Liguria, Lombardia e Lazio a quegli imprenditori che riescono a farsi strada sul mercato nazionale e internazionale in modo innovativo e moderno.Sul sito www.sullalbero.it si possono trovare tutte le soluzioni possibili per costruire una casa adatta alle proprie esigenze: il team di Davide Torreggiani realizza terrazze sull’albero, spazi da poter adibire a strutture turistico-ricettive e ambienti di lavoro, spazi per bambini, ecc. Le tecniche e i materiali utilizzati sono tipici della bioarchitettura, le costruzioni sono sicure e garantite al 100%.Guardare questo bellissimo sito mi ha fatto tornare bambina, ma chissà che il sogno di una casa sull’albero non stia per diventare realtà. Intanto facciamo i complimenti a Davide, uno di quegli imprenditori che ha saputo sfidare la crisi inventandosi un’attività originale e innovativa.

Cristiana Lenoci

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Alla scoperta o (ri)scoperta di uno dei borghi più belli d'Italia

2019-02-28 08:56:26

Biccari è uno dei borghi “gioiello” della Puglia, in particolare dei Monti Dauni. Proprio al fine di valorizzare e far conoscere ai più questo territorio pugliese il Comune di Biccari, in collaborazione con il Parco Daunia Avventura e Cooperativa di comunità ha lanciato l’iniziativa “Agosto 2019 gratis in vacanza per due persone”. Saranno infatti due (con età compresa tra i 18 e i 45 anni) i fortunati che potranno essere ospitati gratuitamente nel borgo pugliese per l’intero mese di Agosto. In cambio, dovranno prestare qualche ora giornaliera di volontariato presso il Parco Avventura oppure a sostegno della Cooperativa di comunità. Le due persone selezionate devono condividere la loro esperienza con il popolo social, in modo da poter diffondere la bellezza dei Monti Dauni, un territorio che merita senz’altro di essere scoperto (o riscoperto), per apprezzare la rigogliosa natura che circonda il borgo, la cultura e le tradizioni dei suoi abitanti, la tipicità delle viuzze del centro storico, e tanto altro ancora. Nel mese di Agosto, poi, il borgo e i dintorni pullulano di eventi di ogni tipo: enogastronomici, sportivi, culturali. Per candidarsi ci si può collegare a partire dal 1° Marzo sul sito www.coopbiccari.it e www.dauniavventura.com, dove sono disponibili tutte le info dell’iniziativa.

Cristiana Lenoci

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Sud Italia: il regno di leggende e credenze popolari

2019-02-27 08:57:01

Il Sud Italia è un crogiolo di leggende e credenze popolari, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Ci sono “perle” di saggezza popolare che si tramandano di generazione in generazione, formando un prezioso “contenitore” di ricordi condivisi che fa sempre piacere rispolverare.Io ricordo ancora alcune credenze di cui mi parlava mia nonna, che riteneva fossero vere perché sperimentate da lei in persona o da alcuni familiari e conoscenti. Ricordo la mia bocca semiaperta per lo stupore mentre ascoltavo i suoi racconti coloriti in particolare su “u’scazzamuridd”(lo scazzamurrillo) e “la augurie de la cais” (l’augurio della casa).Questi due personaggi erano diffusi nella provincia della Foggia. Secondo la tradizione popolare, lo scazzamurrillo è lo spirito di un bimbo nato senza essere stato battezzato. E’ uno spiritello dispettoso e ribelle, che si diverte a nascondere gli oggetti, e può apparire anche di notte. Ha le sembianze di un piccolo folletto, quindi indossa un cappellino magico. Se di notte si siede sulla pancia, bisogna cercare di togliergli il cappello dalla testa, altrimenti lui potrebbe farti del male. Per questo, anticamente, si riteneva fosse meglio non dormire con la pancia all’aria.“Oggi ho visto l’augurie de la cais che si aggirava per le stanze. Ne sono sicura, perché ero sola in casa, non c’era nessun altro”. Ricordo mia nonna con il viso concitato mentre comunicava la notizia a figli e nipoti presenti a tavola. “L’augurie de la cais qui è un uomo alto e robusto”, aggiungeva. In genere, però, questa entità è invisibile e quindi non definibile, che protegge la casa dalla negatività. Di solito è uno spirito benigno, ma non bisogna farlo arrabbiare pronunciando parolacce o bestemmie in casa.I vecchietti, quindi, erano soliti ripetere a vivaci nipotini: “Non dite parolacce, se no l’augurie della cais si potrebbe arrabbiare. E poi sono cavoli nostri!”. In cosa potesse consistere la punizione, non era dato saperlo. Ma i più piccoli vivevano con grande apprensione questa evenienza, e quindi diventavano improvvisamente educati.Nel repertorio di spiriti benevoli/maligni anticamente, nella provincia di Foggia, c’era anche la “Malombr” (malombra). Questo era uno spirito maligno, un’anima in pena che fa sentire la propria presenza con comportamenti strani (ad esempio spostando oggetti in casa o facendo rumore). Per tenerla lontana, i vecchietti del paese mettevano una scopa fuori alla porta. Ancora oggi si suole dire: “è come una malombra” per indicare chi indossa sempre abiti scuri o adotta un comportamento anomalo.

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