Lo street food è una tipologia gastronomica che in Puglia trova la sua massima espressione. I pugliesi poi sono tra i maggiori estimatori e fruitori del cibo da strada, che si lega spesso ad aventi estemporanei, sagre e iniziative la cui location è appunto la piazza, la strada.
L’importanza di dare e avere dei limiti: l’appello per il 29 Novembre, sciopero mondiale per il Clima
«L'umanesimo ci impegna a confrontarci non con il nostro ideale di perfezione, ma con il carattere insuperabile della nostra imperfezione. Non esiste una libertà svincolata dal limite; non esiste vita umana onnipotente, non esiste vita umana senza mancanza. La soppressione della nostra imperfezione nutre il fantasma di ogni antropocentrismo e sospinge la nostra vita e quella del nostro pianeta verso la rovina.
I "profeti della smisurata felicità" (Rosmini) sono, in realtà, i protagonisti della distruzione del mondo. Il grido dei nostri figli ricorda paradossalmente agli adulti quello che gli adulti dovrebbero invece ricordare a loro: assumete i vostri limiti o finirete per trascinare la vita verso la sua morte».
Massimo Recalcati
Voglio raccontarvi il significato della parola LEGGERE.
“Leggere” etimologicamente viene dal greco “lègo”, che in latino diventa “legere”. 2000 anni fa “legere” non significava scorrere su foglio con gli occhi per comprendere il testo. “Legere” significava “raccogliere” come le mele annunrca su un albero, i friarielli in un campo. “Legere” significava anche scegliere, come fanno frenetici i bambini in una libreria, toccando l’impossibile. “Legere” significava anche raccontare. Da questa parola, vecchi di millenni, oggi in tutta Europa “leggiamo”, in francese “lire”, in spagnolo “leer”, in portoghese “ler”, in tedesco “lesen”, in Lituania si dice “lesti”, che ancora oggi significa raccogliere. Quando entriamo in libreria non acquistiamo, ma scegliamo tra mille e mille storie, raccogliamo con le mani ciò che poi racconteremo a noi stessi. In latino il nostro “ti amo” non si esprimeva col poetico “amo te”, in latino ti amo si diceva “diligo te”, ti sceglo. “Deligere”, da qui deriva proprio il verbo “legere”. Ogni volta che prenderò dalla biblioteca un libro, ogni volta che l’afferrerò dirò a me stesso e a quel mucchio di carta, “diligo te”, per ricordarmi della potenza che ha una parole se ne conosciamo il significato profondo.