Blogger, redattrice web
“Ti mangio il cuore”, il film del regista Pippo Mezzapesa al Festival del Cinema di Venezia
La pellicola, girata interamente in Puglia tra Ascoli Satriano, Castelluccio Dei Sauri, Margherita Di Savoia, Foggia, Carpino, Manfredonia, Vieste, Cagnano Varano e Barletta, segna l’esordio al cinema di Elodie, protagonista insieme a Francesco Patanè.
Oggi alla 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è il turno del film made in Puglia “Ti mangio il cuore”, tratto dall'omonimo libro scritto da Carlo Bonini e Giuliano Foschini e sceneggiato da Antonella Gaeta e Davide Serino.
La maggior parte delle persone che ha lavorato alla realizzazione di questa pellicola è nata e cresciuta in Puglia.
Ancora una volta questa regione approda ad una delle kermesse cinematografiche più famose e rinomate al mondo.
Nel film (che sarà distribuito dal 22 Settembre nelle sale italiane) c’è il racconto di una terra, il Gargano, dominata da clan criminali che si contendono il potere e il controllo. Al centro della storia un amore proibito, quello tra Andrea e Marilena, appartenenti a due famiglie rivali. La passione tra i due è indomabile e riesce a scardinare l’illogicità delle dinamiche che permeano la mafia foggiana.
Nel cast, tra gli altri, l’attore pugliese Michele Placido.
Blogger, redattrice web
A settembre, c’è nell’aria una strana sensazione che accompagna l’attesa. E ci rende felici e malinconici. Un’idea di fine, un’idea di inizio. 🌻
(Fabrizio Caramagna)
Blogger, redattrice web
Ho’oponopono: la pratica hawaiana che aiuta a cambiare vita
Risolvere i conflitti interiori che ci limitano nella vita quotidiana, favorendo il perdono e la riconciliazione con se stessi e con gli altri. E’ questo uno degli obiettivi principali di Ho’oponopono, una pratica che ha origini hawaiane, e che è stata riadattata e ripresa anche da esperti e studiosi occidentali.
In base a questo metodo, tutti noi possiamo migliorare la nostra vita, spogliandoci della spiacevole sensazione di essere vittime passive degli eventi. Per vivere meglio, infatti, dovremmo cercare di ripulire tutti i pensieri e i ricordi negativi e limitanti che si trovano nel Subconscio, acquisendo la piena consapevolezza che siamo noi i creatori di tutto ciò che abbiamo intorno.
La teoria, che si basa sul principio dell’individuo come partecipante attivo degli eventi e non come vittima degli accadimenti esterni, è piuttosto diffusa nell’ambito della ricerca interiore. Partendo da tale importante presupposto, è possibile procedere verso un radicale e definitivo cambiamento nel modo di approcciare agli eventi dell’esistenza.
Le origini di Ho’oponopono
Il termine significa “correggere un errore”, oppure “sistemare le cose”, e si basa sul principio che noi siamo responsabili al 100% della realtà che viviamo. Qualsiasi persona o esperienza con cui “facciamo i conti” nella vita l’abbiamo voluta noi.
Il “Bambino Interiore” (che sarebbe il Subconscio) è quella zona della nostra mente in cui si archiviano credenze, ricordi, memorie e modelli di vita. Il subconscio è in contatto direttamente con un’altra zona della mente, denominata “Superconscio”.
Secondo il metodo Ho’oponopono è il divino che interviene ad eliminare i ricordi fallaci e le memorie erronee che ostacolano il fluire della nostra vita.
Il Bambino Interiore è la chiave della felicità personale. Una volta eliminate o corrette le memorie accumulate nel subconscio, la qualità della vita migliora notevolmente. Il Bambino interiore è in grado di contattare “il divino”, chiedendogli di ripulire tutto ciò che crea problemi nella nostra vita.
Ecco un esempio di invocazione da recitare con continuità: “O Universo, ti prego di eliminare i miei pensieri limitanti e le memorie erronee, che mi impediscono di avere un rapporto buono con mio marito”. A tale invocazione seguono alcune frasi che-se recitate con regolarità- portano alla guarigione.
Le espressioni “guaritrici” da ripetere spesso sono: “mi dispiace”, “ti amo”, “perdonami”, “grazie”.