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Zafferano, caratteristiche e utilizzi: si coltiva anche in Puglia
Il nome zafferano deriva dal termine arabo “asfar” che significa giallo. Fin dall’antichità lo zafferano viene impiegato in cucina, ma anche per dipingere i tessuti, a scopo medicinale, e persino nelle ricette di bellezza. Pare che Cleopatra, per rendere la pelle più dorata e luminosa, aggiungesse questa spezia all’acqua in cui era solita immergersi per fare il bagno.
Il tipico aroma dello zafferano è dato da un mix di composti, due dei quali si trovano solo in tale spezia: la picrocrocina, dal sentore lievemente amaro, e il safranale, floreale e dolce. Anche a ciò si deve la grande versatilità dello zafferano in cucina.
I più lo conoscono come ingrediente del risotto alla milanese, o della paella alla valenzana, ma lo zafferano si sposa benissimo con latte, pesce, verdure e preparazioni sia dolci che salate. Persino con il ragù, le fragole e il melone, o nei tè freddi all’arancia: c’è davvero da sbizzarrirsi.
Lo zafferano è un prodotto prezioso, dato che per ottenere un chilogrammo occorrono 150 mila corolle di Crocus sativus e 500 ore di lavoro manuale.
I fiori si raccolgono alla fine di Ottobre, nelle prime ore del mattino. Si depongono sui cesti e, quindi, si procede con la sfioratura, ossia la separazione dei tre stimmi di colore rosso vivo dai petali violacei. Inizia così il primo processo di essiccazione, cui ne seguiranno altri, fino alla polverizzazione finale della spezia.
Tale operazione, che in cucina permette di risparmiare tempo e dosare meglio il prodotto da utilizzare, è anche utile per ottenere una migliore resa. La polvere, infatti, ha un profumo due volte più intenso e un colore quattro volte più acceso degli stimmi.
Lo Zafferano in Puglia
La coltivazione di questa spezia in Puglia è abbastanza rara, perché la pianta non ama i terreni pianeggianti e ha dei costi piuttosto alti. Tuttavia c’è qualcuno che ci ha provato con risultati anche eccellenti.
Ci sono appezzamenti di zafferano sia in Capitanata che nel Salento. Anche il costo eccessivo della manodopera scoraggia gli agricoltori a tentare la strada della coltivazione di questa preziosa spezia di origine medio-orientale. Il ricorso alle macchine, nel momento della raccolta, è pressochè nullo. Basti pensare che occorrono 100 fiori grandi o 200 piccoli per ottenere un solo grammo di prodotto che in media ha un costo di 20 euro.
Lo zafferano è ricco di carotenoidi, vitamine A, B1, B2 e se ne ricava un olio essenziale ad azione quasi del tutto eupeptica, cardiotonica, antispasmodica, emmenagoga e stomachica. La fitoterapia utilizza lo zafferano come rimedio per insonnia, dolori mestruali, mal d’auto e indigestione.
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"Dove stiamo andando? Stiamo cercando un pò di felicità. Ma sei scema? E dove si trova la felicità?
Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili" (dal film "La pazza gioia" di Paolo Virzì)
Lo avete visto questo film?
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Io sì/Seen la canzone candidata agli Oscar di Laura Pausini: ecco cosa significa
Nata come colonna sonora della pellicola di Edoardo Ponti “La vita davanti a sé/The Life Ahead”, la canzone scritta da Laura Pausini insieme a Diane Warren e Niccolò Agliardi è candidata ai Premi Oscar come “miglior brano musicale”.
Il medesimo brano ha già conquistato il premio come miglior canzone ai Golden Globes 2021. Per Laura Pausini e Agliardi questa è la prima nomination ottenuta nella loro carriera, mentre per Diane Warren si tratta delle dodicesima. E’ la prima volta che le due cantanti collaborano ad un brano musicale. “Ci siamo conosciute molti anni fa ma abbiamo fatto bene ad aspettare questo momento per proporre la nostra prima collaborazione. La stimo tanto e quando mi ha cercato per propormi questa canzone ho capito che era finalmente arrivato il momento che le nostre carriere si incrociassero", aveva dichiarato la Pausini qualche mese fa.
Niccolò Agliardi, l’altro autore del brano “Io sì/Seen”, ha raccontato in un’intervista di tempo fa il significato del testo: “Nel film si parla di accoglienza, affido, si parla di una mamma non biologica che accoglie tra le proprie braccia un ragazzino in difficoltà, che la fa tribolare e che è in realtà l'unico che le sorregge la mano fino alla fine. Io sono un papà affidatario single, tra l'altro, di due meravigliosi ragazzi: uno vive con me, l'altro è diventato grande e si è affrancato da questa figura paterna e ingombrante, che sarei io, quindi conosco bene la narrazione: conosco le difficoltà anche del raccontarla, conosco la poesia di essere papà di piccole anime che devono essere ricostruite anche grazie al tuo intervento". Non è un caso che alcuni dei versi più emozionanti recitino: Quando tu non sai più dove andare sto qui, sto qui. Scappi via o alzi le barriere, sto qui, sto qui. Quando essere invisibile è peggio che non vivere, nessuno ti vede, io sì".
Non ci resta che attendere il verdetto dei giudici sperando che la statuetta arrivi in Italia.
Il testo di Io sì/Seen
Quando tu finisci le parole
Sto qui, sto qui
Forse a te ne servono due sole
Sto qui, sto qui
Quando impari a sopravvivere
E accetti l'impossibile
Nessuno ci crede
Io sì
Non lo so, io
Che destino è il tuo
Ma se vuoi, se mi vuoi
Sono qui
Nessuno ti sente
Ma io sì
Quando tu non sai più dove andare
Sto qui, sto qui
Scappi via o alzi le barriere
Sto qui, sto qui
Quando essere invisibile
È peggio che non vivere
Nessuno ti vede
Io sì
Non lo so, io
Che destino è il tuo
Ma se vuoi, se mi vuoi
Sono qui
Nessuno ti vede
Ma io sì
Chi si ama lo sa
Serve incanto e realtà
A volte basta quello che c’è
La vita davanti a sé
Non lo so, io
Che destino è il tuo
Ma se vuoi, se mi vuoi
Sono qui
Nessuno ti vede
Io sì
Nessuno ci crede
Ma io sì
Cristiana Lenoci per Culturabiografieonline.it