Nel Regno Unito le lauree umanistiche servono a fare carriera: in Italia? Sono inutili!
2019-01-29 11:11:14
Top manager, diplomatici e principi del foro: nel Regno Unito la laurea umanistica è considerata un jolly. Mentre in Italia, patria delle humanities, viene bollata come inutile! In Italia viviamo un paradosso. Pur essendo patria delle humanities, la cultura classica e umanistica viene ghettizzata e considerata sostanzialmente inutile. In Gran Bretagna invece, è vero il contrario: non importa cosa hai fatto in teoria, importa cosa hai dimostrato di poter fare nella pratica. E se hai seguito buoni studi umanistici, in cui ti sei distinto con profitto, puoi intraprendere qualsiasi carriera: non ci sono preclusioni. Gli esempi sono innumerevoli. La più importate donna manager britannica, Emma Walsmley, a capo del colosso farmaceutico GlaxoSmithKline, è laureata in lettere classiche a Oxford. La donna più famosa della finanza, Helena Morrissey, ha frequentato filosofia a Cambridge. La direttrice della comunicazione di Mittal (il gruppo dell’acciaio che si è comprato l’Ilva), Nicola Davidson, è una pianista classica diplomata in musica, che poi ha cominciato la carriera facendo comunicazione finanziaria. PWC, il gigante della revisione contabile e consulenza manageriale, compra pagine di pubblicità sui giornali dirette ai laureati in materie umanistiche. Altro dato interessante: la metà degli avvocati inglesi non ha fatto legge, ma ha solo seguito un corso di specializzazione, dopo essersi laureati magari in storia o in lettere. Altro che lauree inutili, impariamo dagli inglesi e proviamo a cambiare rotta!
Ci sono esperienze di vita che segnano profondamente, che lasciano segni o cicatrici destinate a restare per sempre sulla pelle di chi le ha vissute. La malattia è una di queste: quando arriva, all’improvviso, ha una furia devastatrice e chi ne è colpito resta indifeso, privo di qualsiasi armatura psicologica per affrontarla. Eppure, in alcuni casi, nonostante il dolore e la sofferenza, la malattia può rendere migliori, dal punto di vista umano, portando con sé anche una voglia di vivere ed una forza che non si pensava di avere.Questo è successo a Carmela Palermo, 38enne di Bitonto (Ba), che ha realizzato una linea di coloratissimi turbanti fashion per donne che stanno affrontando la chemioterapia e tuttavia non vogliono rinunciare a sentirsi femminili. Le abbiamo rivolto alcune domande per conoscere la sua bellissima storia e condividere i suoi progetti futuri.
“Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l’industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita”. (Pier Paolo Pasolini). Genghi’s Apulians Do it Better è un laboratorio artigianale di taralli pugliesi fatti a mano, secondo l’antica ricetta tradizionale che risale agli avi. A gestirlo, ad Acquaviva delle Fonti (Ba), attualmente ci sono Roberta e suo marito. La storia di Roberta è particolare e abbiamo voluto raccontarla, proprio oggi che si fa un gran parlare di fuga dei cervelli dal Sud dell’Italia verso il Nord o verso i Paesi esteri. Abbiamo rivolto alcune domande a Roberta Genghi, imprenditrice artigiana pugliese che ha scelto di tornare nella sua terra di origine per investire tempo e risorse in un progetto che, ad oggi, si è rivelato vincente.