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La storia di Kimberly, venezuelana vissuta in Puglia: “Bari è stata la mia casa, aiutatemi a restare in Italia”
L’accorato appello di Kim, 26 enne originaria del Venezuela in Italia da quando aveva cinque anni, è racchiuso in un toccante video che in questi giorni sta girando sui social. In pochi minuti Kimberly racconta la sua storia, che di questi tempi ha dell’assurdo, invitando infine chiunque abbia la possibilità a contribuire alla realizzazione del suo sogno: restare in Italia, il Paese che ormai sente suo in ogni senso, visto che quando ci è arrivata, insieme alla mamma, era solo una bambina.
Dopo aver vissuto per ben 17 anni a Bari, da circa tre Kimberly Daniela Valles ha dovuto trasferirsi a Milano per trovare un impiego più stabile. E infatti, volenterosa e determinata com’è, un lavoro lo ha trovato: fa la commessa presso Berska, e il suo contratto è a tempo indeterminato.
“La Puglia, e in particolare Bari dove ho vissuto per tanti anni, ricorda molto il Venezuela. Forse per il mare, o per il sorriso della gente in strada. Io a Bari mi sono sempre sentita a casa. Qualche episodio di bullismo l’ho subito anche io, quando andavo a scuola, ma sono abituata a lasciarmi scivolare le cose addosso e a guardare sempre avanti con ottimismo e positività. Infatti a Bari ho trovato anche tante persone che mi hanno voluto bene e mi hanno aiutato nei momenti di maggiore difficoltà”, ha detto Kim, raggiunta da noi al telefono per un’intervista.
Nel periodo trascorso a Bari Kim è irregolare, fa dei lavoretti qua e là per mantenersi. Intanto sua mamma decide di ritornare in Venezuela a causa delle condizioni di salute precarie della nonna di Kimberly.
Kim non se la sente di ritornare nel suo paese, vuole restare in Italia perché è qui che ha scelto di vivere. Negli ultimi tempi il suo paese di origine ha visto un escalation di violenza e delinquenza, e molte delle vittime sono proprio le donne. Non è certo un posto sicuro per vivere e progredire dal punto di vista professionale.
Dopo aver ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari dal 2015 al 2021 (suo fratello è cittadino italiano, emigrato sul Lago di Garda e con un regolare contratto di lavoro), Kim si vede rifiutare il rinnovo a causa della farraginosa burocrazia italiana che non le permette di restare nel nostro Paese con un permesso di lavoro se non in possesso di un passaporto.
Per ottenere il passaporto, Kim deve quindi essere costretta a ritornare in Venezuela perché il Consolato non è in grado di effettuare il rilascio. Inoltre, sempre per poter restare qui in Italia “per motivi di lavoro” (avendo un regolare contratto a tempo indeterminato) dovrà farsi rilasciare, nel paese di origine, un atto di nascita perché quello in suo possesso “è vecchio”.
Ma come può un atto di nascita, essere sottoposto a scadenza o considerarsi datato? (Pare che le leggi venezuelane abbiano stabilito nuove regole da poco tempo, tra cui quelle sui documenti attestanti la nascita).
Kim è disperata: le varie associazioni di tutela per i diritti degli immigrati in Italia non hanno saputo aiutarla, o per lo meno suggerirgli un’alternativa.
Ecco perché mette insieme le forze e il coraggio e posta questo video, nel quale annuncia una raccolta fondi per sostenere il viaggio di andata e ritorno per il Venezuela, e le spese di soggiorno per lei e suo fratello che vive in Perù, e che le ha dato disponibilità ad aiutarla per produrre questi documenti e mettere fine finalmente a questa epopea che dura ormai da anni.
“La situazione della mia famiglia in Perù è molto precaria, per questo chiedo aiuto per il mio ritorno. So che per fare questo viaggio metto anche in serio pericolo la mia incolumità, perché il Venezuela in questo periodo sta vivendo un momento davvero difficile”, prosegue Kim.
La storia di Kim è emblematica del fatto che l’Italia è ancora grevemente impreparata ad accogliere e sostenere quegli stranieri che, come questa giovane ragazza, hanno scelto il nostro Paese per vivere onestamente.
Fate girare il video e, se vi va, contribuite per realizzare il sogno di Kim: vivere e lavorare in Italia senza una spada di Damocle sulla testa che la condanna a sentirsi sempre cittadina inferiore.
Raccolta fondi: https://gofund.me/c513cef3
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Le api sono creature da proteggere ❤
Abbiamo realizzato un abbeveratoio per rifocillare api ed insetti dal caldo.
Potete farlo anche voi, su balconi e terrazze.
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Se questa mattina avete preso un caffè o bevuto un succo d’arancia, dovete probabilmente ringraziare un’ape. Un terzo del cibo che mangiamo è legato all’azione di questi e altri insetti impollinatori, che volando di fiore in fiore favoriscono la fecondazione incrociata nelle piante.
Un rapporto simbiotico che va avanti da milioni di anni e rappresenta una delle chiavi di volta dell’evoluzione: le piante forniscono alle api il nettare di cui si nutrono; queste in cambio trasportano il polline dagli stami allo stigma, facendosi vettori della riproduzione. Le une non potrebbero vivere senza le altre.
E anche noi avremmo non poche difficoltà: se le api cessassero di esistere, non saremmo privati solo del miele, ma scomparirebbero varie specie vegetali, con effetti devastanti su tutta la catena alimentare.