Blogger, redattrice web
Se vuoi migliorare la tua vita, inizia dalla parola.
Rivedi completamente il modo in cui comunichi.
Come parli di te stesso, degli altri, dei tuoi progetti, della tua vita.
Se ti chiedono come va, non dire che sta andando tutto male.
Rispondi: "Mi sto impegnando per migliorare le cose".
Se ti offrono una sigaretta non dire che stai cercando di smettere.
Rispondi: "No grazie, io non fumo".
Non concentrare la tua parola sul passato, non dire che hai fallito.
Concentrala sul presente: "Sto imparando dai miei errori".
Se una situazione è difficile, non dire che non ce la puoi fare.
La motivazione nasce dalla parola.
Esprimiti così: "Non so come andrà, ma io ce la metterò tutta".
Se sbagli, non chiedere scusa a ripetizione.
Usa la parola per proiettarti in avanti: "Grazie per la tua comprensione, non capiterà più".
Esprimiti con calma e con chiarezza: se parli con superficialità di te stesso, sarai considerato una persona superficiale.
Non credere che urlare il tuo messaggio lo renda più comprensibile: è quasi sempre il contrario.
Se nel mondo immetti parole di odio, violenza, maleducazione e rabbia, il mondo ti restituirà tutto questo.
Se parli con timore dei tuoi sogni, nessuno ci crederà.
Nemmeno tu.
Ricorda che in molte religioni Dio crea e comanda con la parola.
"Dio disse: sia la luce. E la luce fu".
Le neuroscienze dimostrano che le parole sono così potenti da poter cambiare la nostra percezione della realtà, il nostro umore, il nostro sistema di valori, le nostre credenze più radicate.
Quindi presta attenzione a ciò di cui parli ogni giorno.
Se si tratta solo degli aspetti più pesanti e tremendi della vita (guerre, malattie, morte, tragedie), non ti aspettare una vita spensierata e leggera.
Dall'alba dei tempi l'essere umano usa la parola per affrontare al meglio la vita.
Mantra, preghiere, canti, meditazioni, poesie.
Una parola può uccidere, un'altra può donare felicità.
Se vuoi migliorare la tua vita, parti da questa consapevolezza.
Concediti qualche parola di incoraggiamento e amor proprio.
Usa parole gentili verso gli altri, le stesse che rivolgi a te stesso.
Ringrazia e complimentati.
Quando sei felice, dillo ad alta voce.
La mente crea la realtà anche attraverso la parola, che è l'espressione esteriore del pensiero.
Prenditene cura.
E infine ricorda: se non sai come esprimerti o non sai cosa dire, va benissimo non dire niente.
Non aggiungere rumore al rumore.
Il silenzio è una risposta, ed è spesso la più saggia.
Gianluca Gotto
Blogger, redattrice web
Nella vita cercate di essere felici, e se ci riuscite, pure un po' folli 🤪 ❤
Blogger, redattrice web
Sharenting: come regolarsi con le foto dei minori online
Fino a qualche anno fa, in tempi meno tecnologici di questi, si aveva l’abitudine di portare con sé le fotografie di figli e nipoti, magari riposte nel portafoglio, pronti a mostrarle ad amici e conoscenti appena li si incontravano. I progressi della tecnologia hanno mandato in soffitta, tra le altre, anche questa consuetudine.
Oggi quasi nessuno tiene le foto dei cari in tasca, quanto piuttosto conservate all’interno dei propri profili social, mettendole a disposizione di tutti i contatti, che possono guardarle in qualsiasi momento.
Lo sharenting consiste proprio in questo: nella condivisione di immagini dei figli. Sull’esempio di molte coppie famose, mamme a papà sembrano non riuscire a fare meno di pubblicare tantissimi scatti riguardanti i propri pargoli.
Secondo una recente indagine, i genitori con figli minori di 3 anni che ne postano le foto sui social rappresentano circa l’86%.
Il significato del termine
La parola “sharenting” deriva dall’unione di “share” e “parenting”. Il primo significa “condividere”, il secondo può essere invece tradotto con “fare il genitore”. Con il termine “sharenting” si intende appunto il fenomeno di mettere online le foto dei propri figli condividendole sui social network.
Instagram, Twitter, Facebook, WhatsApp e chi più ne ha più ne metta. Per mamme e papà che desiderano mostrare a tutti le varie fasi della vita dei loro amati figli non c’è che l’imbarazzo della scelta. Infatti, basta visitare i profili dei genitori per ripercorrere le tappe più significative, dalla nascita fino al primo giorno di scuola e anche oltre. La ragione principale che spinge madre e padri di oggi a farlo è la medesima che spingeva i genitori di una volta a mostrare ad amici e conoscenti le foto stampate dei figli: ricevere approvazione da parte degli altri.
Se un tempo i complimenti venivano fatti a voce, spesso davanti ad un caffè, oggi si ottengono con like, cuoricini e commenti vari sui social.
Quali sono i rischi dello sharenting
Anche se oggi molti genitori condividono le foto dei figli subito dopo averle scattate, prima di rendere accessibili queste immagini ad altri sarebbe opportuno prendersi un po’ di tempo e pensarci bene. Se non si sta abbastanza attenti, per esempio concedendo l’accesso a tali contenuti soltanto a persone ci cui ci si fida ciecamente, si può mettere anche a rischio la sicurezza dei piccoli. Inoltre, la condivisione di immagini espone i bambini a possibili furti di identità.
I pericoli dello sharenting non riguardano soltanto il presente dei figli, ma anche il loro futuro. L’archiviazione sui social di immagini che li ritraggono in tenera età potrebbe, infatti, essere utile ai cyberbulli per prenderli di mira, esponendoli alla gogna mediatica. Infine va sempre tenuto conto che i bambini, soprattutto una volta cresciuti, potrebbero non approvare la condivisione di immagini che li ritraggono.
Cristiana Lenoci per Comemagazine.it