Cristiana Lenoci
Blogger, redattrice web
Davvero vogliamo rinunciare a tutta questa bellezza? Allora muoviamoci, tutti, prima che sia troppo tardi.
Cristiana Lenoci
Blogger, redattrice web
LA VERITA’ E’ CHE NON LO SAI La verità è che proviamo a incasellarli dal primo vagito in qualcosa che non riusciamo ad afferrare. Come quando te li trovi tra le mani in sala parto e non sai come maneggiarli eppure ti sembra di averlo sempre fatto. Tu che hai sempre avuto le mani di pastafrolla, hai rotto Swarowski e incasinato case e cuori, ti trovi a ballare sulle punte per non far rumore. Poi lo porti a casa e in un secondo ti accorgi dei respiri che ti fanno correre accanto alla carrozzina manco fosse un allarme nucleare. E dal silenzio si passa ai versi che provi a decifrare fino alle lallazioni, che ti giuro davvero che ha detto “mamma”, “papà” anche se l’avete sentito solo voi. Ed è un attimo che si arriva a gattonare e tu che sposti le cose dall’ultimo cassetto che sono pericolose. Ma mai quanto quelle testate che lui trattiene il fiato e tu inventi in un secondo tutte le preghiere del mondo per sentirlo piangere ancora. E lui piange ancora. Tanto. Di giorno, di notte, di notte, di notte.. Che tu le impari a memoria le sfumature della notte. Le sfumature dei risvegli affannati, assonnati, al rallenty. Poi una notte ti svegli e te lo trovi accanto al letto che ti fissa come le gemelline di Shining. E tu pensi “oh mio Dio, mi viene un infarto”. Ma subito dopo realizzi che è cresciuto e dopo averlo cacciato per mesi dal tuo letto ti trovi a sperare che lui preghi di venire nel tuo letto. Che ti cerchi. Che non si scansi ai tuoi baci. Che abbia ancora bisogno di te, di voi. E allora si che ne è valsa la pena affrontare i terrible two, i maledetti three, le feste di compleanno doppie a ogni weekend, le notti a cambiare pannolini, lenzuola e il tuo ritmo sonno-veglia. Sì che ne è valsa la pena imparare a memoria le sigle dei cartoni, svaligiare le edicole e fare lo slalom tra i pupazzi. Si che ne è valsa la pena se il premio è tornare a casa la sera con lui che ti accoglie con un “Ti voglio bene”. Perché la verità è che tu non lo sai se c’aveva ragione la Montessori o la Giochi Preziosi. Non lo sai se ha senso catalogarli per mesi fino a 7 anni manco fossero parmigiano. Non lo sai più dove finisci tu e dove iniziano loro. Tu che non sai nemmeno dove finisce la tua stanchezza ed inizia la tua gioia perché a volte si mischiano così bene che sarebbe un delitto separarli. La verità è che non lo sai se il viaggio senza patente che hai organizzato è stato all’altezza delle loro aspettative. Non lo sai se loro si aspettavano piloti migliori, diversi, più spericolati, più prudenti. Non sai se il panorama che gli hai regalato li ha lasciati a bocca aperta o se meritavano di più. Sai però che tu ce l’hai messa tutta e che non avresti cambiato neanche un centimetro di strada insieme a loro. Compresi i lividi, perché una volta passati saranno stati solo una scusa in più per poterli consolare.
Cristiana Lenoci
Blogger, redattrice web
In vacanza meglio sconnessi e felici, no al rischio workaholism
2019-08-07 15:10:07