La smania di tenere tutto sotto controllo ci impedisce di vivere serenamente: è invece importante imparare a lasciarsi andare.Sembra facile, ma per alcune persone lasciarsi andare e mollare le redini nella vita risulta (quasi) impossibile. Imparare a lasciarsi andare non vuol dire sviluppare uno spirito rinunciatario, né che non bisogna lottare per ciò a cui si tiene, ma accettare ciò che la vita ha in serbo, con un atteggiamento aperto verso il cambiamento. E’ la differenza tra padronanza e controllo: nel primo caso siamo padroni delle nostre azioni, nel secondo ci facciamo trascinare. Per spiegarlo, è illuminante la metafora del taxi. “Siamo passeggeri su un taxi guidato dall’Universo, che ci invita a salire a bordo e sta a noi accettare o meno. Una volta che decidiamo di fidarci, però, occorre lasciarsi andare, rilassarsi, guardare fuori dal finestrino, abbandonarsi ai nostri sogni. Un altro simbolo per spiegare il concetto è il fiume, utilizzato da Pema Chodron, insegnante americana di meditazione. Lasciarsi andare è come seguire il flusso dell’acqua, accettare gli eventi che arrivano senza entrare in una modalità reattiva, contrastante, come cercare di andare controcorrente, e senza rimanere arroccati sulle proprie posizioni (le rocce intorno al fiume): la ricerca di sicurezza lascia immobili sulla riva, mentre la vita scorre via.
Allarme Onu clima: i rischi del riscaldamento globale
2018-10-23 12:26:57
L’ultimo rapporto del panel delle Nazioni Unite che si è riunito di recente per discutere del cambiamento climatico in Corea del Sud prospetta uno scenario apocalittico. Il Riscaldamento globale della Terra ha toccato (e quasi) superato il punto di non ritorno: manca solo un grado e mezzo, che con l’attuale livello di emissioni potrebbe essere raggiunto entro il 2040. Il gruppo di esperti ONU ha lanciato l’allarme: se non si corre subito ai ripari, le conseguenze saranno gravi e “dirompenti” per l’intero ecosistema.
"Rimanendo sempre connessi nel web si rischia di non essere mai veramente, completamente soli. Quando si evita ad ogni costo di ritrovarsi soli, si rinuncia all'opportunità di provare la solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e costanza alla comunicazione. Certo, chi non ne ha mai gustato il sapore non saprà mai ciò che ha perso, ha lasciato indietro, a cosa ha rinunciato" (Zygmunt Bauman, dal libro "Cose che abbiamo in comune: 44 lettere dal mondo liquido", Laterza, 15 euro).