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Lo Stupidario Linguistico: ecco come si mortifica l’italiano, la lingua più “ricca” del mondo
La lingua italiana è oggi soggetta alle mode e purtroppo spesso mortificata dai luoghi comuni e dal ricorso a parole e termini “inflazionati”. Proprio sulla scorta di ciò, in base a quello che vedo e sento ogni giorno intorno a me, ho elaborato una specie di “stupidario linguistico” che riporta le parole e le frasi più ricorrenti “in ordine di assurdità”. Seguitemi e fatene tesoro. Ne va del buon uso della nostra bella (e ricca) madrelingua.
L’elenco dello stupidario comincia con “Piuttosto che”, espressione che si è aggiudicata il gradino più alto del podio, con riferimento a quando viene usato al posto di “oppure”, mentre il suo scopo linguistico è quello di permettere di esprimere una preferenza. Ad esempio: “Piuttosto che mangiare la minestra, digiuno”.
A seguire, ecco alcune frasi fatte diventate veri e propri “tormentoni”. “Tutto e il contrario di tutto”, “Buona vita” (utilizzata in genere con sarcasmo e l’intento di augurare il peggio, per chiudere una discussione condotta in una chat). Poi c’è “Buon tutto” (il cui significato esatto non è dato sapere, data la vaghezza terminologica che contraddistingue questa espressione), “Ma anche no” (basterebbe un semplice “anche no”), Infine, il semplice ma raccapricciante “E niente…” riportato all’inizio e/o alla fine di una comunicazione.
E poi ancora, “ho una certa” (sottinteso, “età”), oppure “ad una certa” (sottinteso, “ora”), “ciaone” (termine orrendo, aldilà del richiamo alla politica), “andrà tutto bene” (c’è chi giura che porti male).
Infine, da evitare assolutamente l’espressione “Chiedo per un amico”, che ormai non è più spiritosa ed anzi è irritante.
Evitiamo pure la comune esortazione “Tranquillo/a”: anche se proferita con le migliori intenzioni, indispone chi è davvero tranquillo/a e aumenta l’agitazione in chi non lo è.
E voi, conoscete altre parole, termini, modi di dire ed espressioni da inserire nello “stupidario linguistico”? Aspetto il vostro contributo!