Spiegare il Coronavirus ai bambini: il suggerimento di uno psicoterapeuta https://www.cam.tv/mammaoggi/blog/il-coronavirus-spiegato-ai-piu-piccoli-con-le-parole/PID1896B3?shun=mammaoggi
DECALOGO CONTRO LA PAURA di Franco Arminio - PAESOLOGO
1. Le passioni, quelle intime e quelle civili, aumentano le difese immunitarie. Essere entusiasti per qualcuno o per qualcosa ci difende da molte malattie.
2. Leggere un libro piuttosto che andare al centro commerciale.
3. Fare l’amore piuttosto che andare in pizzeria.
4. Camminare in campagna o in paesi quasi vuoti.
5. Capire che noi siamo immersi nell’universo e che non potremmo vivere senza le piante mentre le piante resterebbero al mondo anche senza di noi. Stare un poco di tempo lontani dai luoghi affollati può essere un’occasione per ritrovare un rapporto con la natura, a partire da quella che è in noi.
6. Viaggiare nei dintorni. Il turismo è una peste molto più grande del coronavirus. È assurdo inquinare il pianeta coi voli aerei solo per il fatto che non sappiamo più stare fermi.
7. Sapere che la vita commerciale non è l’unica vita possibile, esiste anche la vita lirica. La crisi economica è grave, ma assai meno della crisi teologica: perdere un’azienda è meno grave che perdere il senso del sacro.
8. La vita è pericolosa, sarà sempre pericolosa, ognuno di noi può morire per un motivo qualsiasi nei prossimi dieci minuti, non esiste nessuna possibilità di non morire.
9. Lavarsi le mani molto spesso, informarsi ma senza esagerare. Sapere che abbiamo anche una brama di paura e subito si trova qualcuno che ce la vende. La nostra vocazione al consumo ora ci rende consumatori di paura. C’è il rischio che il panico diventi una forma di intrattenimento.
10. Stare zitti ogni tanto, guardare più che parlare. Sapere che la cura prima che dalla medicina viene dalla forma che diamo alla nostra vita. Per sfuggire ala dittatura dell’epoca e ai suoi mali bisogna essere attenti, rapidi e leggeri, esatti e plurali.
Buona domenica a tutti ☺️
Quando non siamo felici scatta il processo alla nostra infelicità, avrò ragione di non essere felice o torto? Forse sono io che non so essere felice. Colpa mia che non mi accontento. Devo pensare ai miei figli. Cosa dirà la gente. Sono in trappola. Ma lo sapete che non c’è ragione o torto nello stare bene o male? Questa è una cosa che io so bene, perché è stata la trappola della mia vita. “Tu sei un’insoddisfatta cronica, non puoi essere felice, hai tutto, non sei mai contenta”. Sono tutti bravi a dirci cosa dovremmo provare, chi siamo, come dovremmo vivere. Ce lo dicono così tanto che ci crediamo e restiamo in galera anche se abbiamo le chiavi in tasca. Io me l’ero perfino arredata la trappola del “è colpa tua che non ti sai accontentare del tanto che hai”, e ora la mia missione è dirvi che NON È VERO! Ho iniziato a stare bene psicologicamente quando ho smesso di ascoltare questo ricatto morale, di chiedermi se non fossi io sbagliata a volere altro e a desiderare di vivere secondo le mie regole, secondo i miei più profondi desideri e valori e non secondo quelli degli altri. Non si scappa solo dai matrimoni violenti, dal mobbing, dalle situazioni oggettivamente sgradevoli. A volte semplicemente non siamo nel nostro, magari vogliamo solo cambiare. E non accontentarsi non significa non sapersi godere le piccole cose o non sapere accettare le contrarietà e gli alti e bassi della vita, significa non vivere per assecondare le aspettative del mondo. E se sono egoista? Meno male che siamo egoiste, se non ci pensiamo noi alla nostra felicità chi mai dovrebbe pensarci? E se sbaglio? Se sbaglio sono grande e me ne prendo la responsabilità. Non ci serve né un permesso né l’approvazione di nessuno per cercare la felicità e se l’abbiamo trovata o meno lo decidiamo solo noi.