Vietato abbracciarsi.
Toccarsi.
Baciarsi.
Stringersi.
Sono vietate tutte le forme di affetto
fino a data da destinarsi.
Quel metro di distanza
è uno spazio siderale dove non cresce niente.
Questo virus ci sta uccidendo
nel modo più atroce che esista: Lasciandoci soli.
Bisogna trovare un modo, qualunque esso sia
per restare uniti: i virus non sopportano le persone felici.
Bisogna reagire pensando che non sarà sempre così.
Contrastando la paura con dosi spietate di bellezza.
Difendendo la dolcezza che possiamo ancora regalare
leggendo posie a chi ci sta vicino.
Mandando carezze con gli occhi
Facendo capire a chi ci vuole bene che ci siamo.
Usando la testa e non la rabbia per difenderci.
Torneremo alla nostra vita un giorno
rendendoci conto
di quanto sia incredibilmente bella e preziosa.
E forse, smetteremo per sempre di sprecarla.
E forse questa volta, la vivremo istante dopo istante.
Senza più aver paura di sbagliare.
Forse inizieremo a vivere davvero
senza avere più paura di sognare.
Andrea Faber
Non ci si può baciare. Prendersi la mano, abbracciarsi. Passarsi la birra, smezzarsi la sigaretta, mangiare dalla stessa forchetta, dare un morso sulle labbra. Programmare viaggi. Andare a un concerto, a ballare. Vedere uno spettacolo a teatro. Ok.
Si può contenere, ma non si può arrestare del tutto. Tocca armarsi di pazienza, tocca aspettare, imparare a stare fermi. Ma non possiamo cedere a pensieri catastrofici, panico, tristezza, o alla troppa distanza dagli altri.
Nell’attesa, con le mani pulite, soli o rigorosamente a 1 metro di distanza gli uni dagli altri (sic), possiamo: scrivere, leggere, cucinare, disegnare, giocare, guardare i film, organizzare cene. Fare telefonate agli amici. Bere vino, gin tonic, acqua, spremute. Camminare in strade spopolate da riscoprire. Far foto. Pensare. Considerare come la paura non debba intrappolarci.
Voglio immaginare già quello che resterà di questi giorni, quando finiranno, perché finiranno presto. Resterà il tempo allargato, che ha creato pensieri nuovi, risvegliato passioni profonde. Rimarrà la capacità di riscoprire in noi entusiasmi che non sapevamo di avere quando ci troviamo ad attraversare spazi incerti, deserti non protetti.
“Quello che rimarrà di questi giorni è l'essere stati scaraventati fuori dalle abitudini. Noi, protagonisti di un esperimento, che cerchiamo, stupiti, d'imparare”.
Trasformare un problema in un'opportunità: riflettiamoci insieme https://www.cam.tv/mammaoggi/blog/scuole-chiuse-e-figli-in-casa-riscopriamo-la-solidarieta/PID18F8D6?shun=mammaoggi