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Tree Hugging: perché abbracciare un albero è un toccasana per la salute psico-fisica
Che lo si chiami “tree hugging” (che significa letteralmente “abbracciare un albero”), dendroterapia oppure silvoterapia, il principio è il medesimo: restare a stretto contatto con un albero, toccare il tronco, sentirne l’odore, ascoltare il suono del vento che fa agitare le foglie.
Già un secolo fa la silvoterapia era riconosciuta come trattamento ottimale in caso di disturbi della respirazione, ma oggi gli esperti convengono sul fatto che il ventaglio di benefici sembra essere molto più ampio, e riguarda l’aspetto sia fisico che psicologico dell’individuo.
Potremmo quindi approfittare della bella stagione per conoscere questa dimensione di benessere naturale e alla portata di tutti.
I benefici del Contatto
La primavera è senz’altro la stagione ideale per dedicarsi alla silvoterapia. Gli alberi sono infatti nel pieno della loro vitalità, con foglie verdi appena spuntate, quindi esprimono al meglio gli effetti positivi. I benefici sono legati prima di tutto al fatto di essere all’aria aperta.
La luce naturale stimola la produzione di endorfine e serotonina, sostanze che regalano un benessere naturale, combattendo lo stress e scacciando la tristezza.
I raggi solari, inoltre, favoriscono la sintesi di vitamina D, con effetti benefici sull’intero organismo. Vicino ad un albero e ancora di più all’interno di un bosco, l’aria è ricca di ossigeno e di ioni negativi che contrastano gli inquinanti atmosferici.
Il profumo del legno, delle foglie, dell’umidità, riporta ad un’antica sensazione di benessere che fa sentire in pace. Le sfumature di verde, l’azzurro del cielo e la luce che entra dai rami inducono una sensazione di benessere interiore che si ripercuote positivamente sull’attività elettrica del sistema nervoso. Toccare il tronco ruvido, avvertire la freschezza delle foglie risveglia emozioni che troppo spesso dimentichiamo, regalando una profonda gratificazione sensoriale.
Non tutti sanno che…
Quando si sta nei pressi di un albero, la frequenza della respirazione rallenta a causa della presenza di ioni negativi. Di conseguenza, anche la pressione sanguigna si riduce notevolmente, con il risultato che l’organismo produce meno radicali liberi, responsabili delle infiammazioni.
Aumenta così il numero dei globuli rossi, mentre quelli bianchi si normalizzano. L’aria pulita che si respira accanto agli alberi favorisce l’eliminazione delle tossine attraverso la respirazione, e migliora la capacità polmonare.
Emettendo sostanze volatili con effetto germicida, gli alberi sono in grado di distruggere germi nocivi. Ad esempio la quercia produce un germicida che combatte i batteri responsabili della dissenteria, mentre pino, abete e altre conifere contrastano i germi che portano malattie della gola e dell’apparato respiratorio. La betulla, infine, rilascia, sostanze protettive per il benessere della pelle.
Abbracciare un albero: come fare in pratica
Per entrare in contatto con un albero, ognuno può trovare il sistema più congeniale. Gli antichi insegnamenti orientali e quelli dei nativi americani raccomandano di abbracciare l’albero. Circondare il tronco con le braccia, appoggiare la fronte alla corteccia, aspirando l’aroma del legno, avrebbe infatti il potere di donare stabilità e forza, allontanando i pensieri negativi.
Appoggiare la schiena al tronco e chiudere gli occhi, svuotando la mente e cercando di concentrarsi sul “qui e ora” è un utile esercizio da ripetere spesso, per almeno 20 minuti. In questo modo si assorbe l’energia positiva emanata dalla pianta e la si fa circolare in tutto il corpo.
Tree hugging utile anche i bambini
Far conoscere gli alberi ai bambini è un modo per contribuire al loro benessere, oltre che per avvicinarli alla natura. Restare a contatto con gli alberi aiuta la respirazione, soprattutto nei piccoli che vivono in ambienti inquinati, come la grandi città.
Pare che ci siano effetti positivi anche per coloro che hanno problemi di iperattività e deficit di attenzione, perché l’albero induce profonda calma e spinge a concentrarsi meglio sulle piccole cose. Il contatto con la pianta favorisce nei piccoli la creatività, e stimola la loro fantasia.
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Il destino può mutare, la nostra natura mai.
Buon lunedì a tutti ❤
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Pari Retribuzione: quando si realizzerà veramente tra Uomini e Donne?
Se la situazione continuerà a restare quella di oggi, solo nel 2297 donne e uomini riceveranno pari stipendio svolgendo lo stesso lavoro. Lo ha calcolato il World Economic Forum. Ciò significa che ci vorranno ancora più di due secoli per colmare il “gender pay gap”, il famoso “divario retributivo” che oggi nel nostro Paese si aggira intorno all’11%.
La parità tra uomini e donne in busta paga non è certamente un “capriccio” che riguarda solo l’impiego: è piuttosto il fulcro dei una vera uguaglianza tra i sessi (di cui tanto si parla, ma è ancora lontana concretamente).
Per fortuna, però, qualcosa comincia a muoversi. Secondo uno studio effettuato da Pew Research Center, ci sono 22 città statunitensi, tra cui New York, in cui le donne under 30 percepiscono lo stesso stipendio o addirittura il 10-20% in più dei loro colleghi.
Anche in Italia c’è maggiore attenzione sull’argomento. Dallo scorso Gennaio, infatti, è stata introdotta la certificazione sulla parità di genere, ossia lo strumento che attesterà le misure adottate da un’azienda per ridurre la differenza contributiva, e incentiverà i datori di lavoro ad equiparare gli stipendi grazie a sgravi e benefici.
Ultimamente la Lega Calcio, da sempre baluardo della disparità, ha annunciato che dal 1° Luglio prossimo le atlete diventeranno professioniste e ci sarà uguaglianza con i maschi sul fronte dei diritti e delle tutele.
Ma quando si parla di parità salariale il discorso diventa più complesso, in quanto donne, lavoro e parità sono tre parti uguali della identica “torta”.
Prospettive future
La parità salariale tra uomini e donne deve diventare obbligatoria: i primi passi da compiere verso tale direzione sono proprio la trasparenza sulle buste paga, reclamata a gran voce dal Parlamento europeo, e la certificazione di cui appunto si sta parlando in quest’ultimo periodo.
La questione “stipendio”, inoltre, dovrebbe andare di pari passo con l’aumento della presenza delle donne nel mondo del lavoro.
Gli stereotipi giocano ancora un ruolo fondamentale. Tanto è vero che una recente ricerca, intitolata “Donne e Denaro: una sfida per l’inclusione” promossa da Banca Widiba con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha evidenziato che un terzo delle donne italiane sente di non possedere sufficiente competenza, anche se sa di avere le stesse capacità degli uomini, nel gestire budget e spese quotidiane.
Ancora oggi la maggior parte delle donne cerca poco la consulenza degli “addetti ai lavori” e si limita a richiedere i consigli di amici e parenti, come se l’argomento “lavoro” e “stipendio” incuta timore e incertezza.
Cristiana Lenoci per news-italia.net