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Visitare musei d’arte fa bene: gli effetti sulla salute del corpo e della mente
Con il ritorno della bella stagione la fine delle restrizioni gli italiani tornano a viaggiare per musei e città d’arte. L’arte viene considerata da molti una vera e propria “pillola magica” della salute, in quanto- secondo alcuni recenti studi epidemiologici- ha la capacità di stimolare il cervello, apportando una sensazione di benessere generale. L’attività artistica e museale arreca effetti protettivi verso numerose patologie, ad esempio la demenza. Scopriamo qualcosa in più nei dettagli.
Curare le persone con le visite al museo
Nel 2007 gli storici dell’arte dei servizi educativi del Museum of modern art (Moma) di New York hanno avuto l’intuizione di curare le persone con determinate patologie attraverso l’organizzazione di visite museali. L’iniziativa ha avuto subito un ottimo riscontro. Ed infatti, tre anni dopo, il progetto è stato ampliato e trasferito in Europa, con la realizzazione di diversi workshop nei maggiori musei di arte moderna.
Si tratta, nello specifico, di un percorso di due ore durante il quale gli operatori museali e sanitari, appositamente formati, prendono in considerazione un preciso numero di opere che abbiano una comune tematica: dipinti, sculture, installazioni di arte contemporanea.
Ogni persona che partecipa alla seduta di “museoterapia” è accompagnata da un familiare, ma il gruppo viene lasciato libero di interagire. Le persone si siedono davanti all’opera d’arte, in modo da poterla osservare con calma e da vicino, cercando di cogliere il messaggio che l’autore intende lanciare. In questo modo comincia l’elaborazione di un pensiero, di un ragionamento e di una reazione che vengono condivisi con l’intero gruppo.
Gli operatori invitano quindi i partecipanti a parlare in maniera molto semplice di quello che l’opera rappresenta: una figura religiosa, un paesaggio, un ritratto. Dopo di che, i pazienti iniziano a parlare delle loro emozioni, di ciò che stanno provando in quel momento. E’ questo il punto focale della museoterapia.
Il dibattito è stimolante per tutti, soprattutto perché si crea un immediato parallelismo tra l’opera e le esperienze personali di ciascuno, oppure di un’emozione passata o presente nella loro vita. Alla fine dell’osservazione e del dibattito, ogni paziente prova a dare un titolo all’opera. Successivamente, gli operatori museali svelano il titolo originale e aggiungono informazioni biografiche sull’autore.
Cosa succede quando si osserva un’opera d’arte
Non è necessario sottoporsi ad una seduta di museoterapia per accorgersi di ciò che succede durante l’osservazione di un’opera d’arte o installazione artistica. Guardando un’opera d’arte esposta in un museo si attivano quelli che gli esperti chiamano “processi bottom-up”, che conducono la persona ad identificare il soggetto dell’opera e a descriverla per come la vede.
Si attivano inoltre anche i “processi top down”, ossia quelli che fanno emergere le proprie conoscenze culturali. L’osservazione di un’opera d’arte non è uguale per tutti, ma attiva in ogni persona un’attività mnemonica che stimola l’attenzione, risveglia i sensi e migliora le condizioni di salute.
Nello specifico, quindi, è notorio che frequentare spesso i musei ha degli effetti stimolanti sul cervello umano, che si ripercuotono in maniera positiva sulla salute mentale e psicologica.
In particolare, alcune ricerche svolte da medici hanno rilevato che i malati di Alzheimer o di demenza hanno uno spiccato interesse verso le opere d’arte contemporanee, poiché riescono ad entrare subito in sintonia con il messaggio dell’autore e forniscono spunti molto creativi.
La museoterapia: a cosa serve
Gli effetti positivi di questa terapia basata sull’interazione con l’arte sono tuttora oggetto di studio, e riguardano sia gli aspetti cognitivi che il comportamento della persona. In primo luogo, la museoterapia consente di migliorare la memoria, il linguaggio ed anche le cosiddette abilità pragmatiche come la creatività, l’orientamento nello spazio, l’intuizione e la capacità di captare e saper spiegare una sensazione. Gli effetti sul comportamento, invece, riguardano la riduzione degli aspetti depressivi, dell’apatia, dell’isolamento e del ritiro. Le persone che frequentano abitualmente musei apprezzando le opere d’arte al loro interno sono più aperte verso il mondo esterno e più inclini alla socialità.
Cristiana Lenoci per News-italia.net
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Stereotipi: cosa sono e perché si differenziano dai pregiudizi
Nell’ambito della Psicologia sociale si tende a differenziare gli stereotipi dai pregiudizi. Entrambi, pur essendo schemi mentali piuttosto comuni e diffusi, possono creare una certa confusione perché, a prima vista, sembrano similari.