Founder Junior
La pluripremiata chef Marame Cissè e quanto è successo nei giorni scorsi ad Agrigento Part. 2.
So che non ti farà piacere sapere che sebbene anche alcuni
operatori turistici locali, magari per miseri interessi di bottega,
alimentino lo stigma che portiamo sulla nostra pelle, viene a
trovarci tanta gente da varie parti d’Italia e del mondo, molti ci
dicono che hanno prolungato la permanenza in città solo per
venire a conoscerci. Ci invitano continuamente in Italia e all’estero
per presentare il nostro progetto o far conoscete la nostra cucina,
alcune università e giornalisti italiani e stranieri ne hanno fatto
un esempio di buone prassi. Tutti ci fanno la stessa domanda: ma che
ci fate qui? Beh, certamente ci siamo perché questa è la nostra
città e per le tante persone che qui ci adorano, ma devo
ammettere che adesso cominciamo ad interrogarci anche noi.
Certamente non stiamo riuscendo a cambiare il lato nero
dell’anima di quelli come te ma forse stiamo facendo emergere
quello, più subdolo e profondo, dell’anima di quegli altri”.
Cari amici e membri della community diciamo un NO alla discriminazione razziale.
Fonte : condivisione della gentile Raffaella Martello sulla pagina web “Il RUGGITO DEL CONIGLIO”
Immagine tratta dalla condivisione della gentile Raffaella Martello sulla pagina web “Il RUGGITO DEL CONIGLIO”
Founder Junior
La pluripremiata chef Marame Cissè e quanto è successo nei giorni scorsi ad Agrigento Part. 1
Al ristorante “Ginger People & Food” di Agrigento nei giorni scorsi è successo che due clienti sulla sessantina, una volta scoperto che la pluripremiata chef Marame Cissè è di colore, si sono alzati e se ne sono andati indignati.
Ad essi ha risposto il titolare del locale, il signor Carmelo Roccaro, e lo ha fatto con una lettera meravigliosa, provocatoria e che funge da esempio, una lettera la sua che desidero condividere con voi cari amici e membri di Cam.TV.
“Sei entrata di fretta, con il tuo compagno, capelli brizzolati,
tagliati cortissimi “alla Sinéad”, donna nostrana sulla sessantina circa. Sei stata accolta con il sorriso dalla nostra Karima, addetta di sala,
giovane ragazza di seconda generazione, grande lavoratrice,
che ti ha fatto accomodare dove volevi tu.
Dopo qualche minuto ti ho visto alzare da tavola, disturbata,
e dirigerti verso l’uscita. Ti sono venuto incontro per capire
cosa stesse succedendo, ma non mi hai degnato di uno sguardo e,
alquanto seccata, non hai neanche risposto al mio saluto e sei
andata via, così.
Karima mi guardava con gli occhi sgranati e a bocca aperta
dicendomi “Dopo avere visto il menù la signora mi ha chiesto se
per caso la proprietaria del ristorante fosse una signora neg… di
colore. E alla mia conferma si è alzata dicendo che non voleva più
cenare qui…”.
Io sono uscito e ti ho seguito mentre risalivi in macchina e
andavi via, evitando di guardarmi, mentre costringevi il tuo compagno
ad una improbabile inversione ad “U”.
Io non conosco chi sei, la tua storia, i tuoi problemi e non
oso nemmeno giudicarti. So solo che ho sentito una grande tristezza
nel cuore. Ieri sera ho preso consapevolezza di quanto profondo e
radicato sia questo sentire che emerge dal lato oscuro delle
persone.
Ma, ti sembrerà strano, ieri io ti ho anche ammirato. Ti ho
ammirato perchè hai avuto la coerenza di dire quello che tante
persone, concittadini, amici pensano, ma non hanno il coraggio
di ammettere. Non importa se si tratta di spazzatura, ma lo hai detto,
hai fatto uscire quello che si nasconde dentro di te, sei stata,a tuo
modo, sincera.
Perché, vedi, noi ci siamo proprio perché esistono persone come
te, e non ci disturbano i commenti del tipo “u vidisti? Dintra
a cucina su tutti nivuri” o i “negri!” urlati dalle auto in corsa davanti
al nostro ristorante. Non ci disturbano e ci fanno sorridere perché
li avevamo messi in conto e sapevamo che sarebbe stato difficile
costruire una comunità diversa da questa in cui viviamo.
Quello che ci sorprende e ci addolora davvero è l’assenza
della rete che doveva sostenere questo progetto rivoluzionario, degli
intellettuali e di gran parte degli attivisti delle associazioni culturali
di impronta progressista o del mondo cattolico, della
cooperazione, degli “amici”.
Perché frasi come “Non vi montate la testa, volate basso”, “Avete
i prezzi troppo alti, i più cari della città”, “Fate porzioni
troppo scarse”, ”Una cucina neanche minimamente paragonabile alla
nostra” “Tutto troppo piccante” in fondo vogliono dire quello che tu
hai detto, senza peli sulla lingua: la cuoca è nera, voi tutti siete
neri, avete oltrepassato il limite. E tutto questo, tra
disinformazione e misinformazione, alimenta un immaginario
comune che trae linfa dall’incorporazione di aspetti oscuri e
nascosti nel nostro inconscio profondo, innegabilmente
colonialista e suprematista.
Il “povero nero” è bravo e fa bene alla coscienza attraverso
le opere di carità “inclusive e antirazziste” dell’uomo bianco italico fin
quando fa il lavapiatti o si occupa delle pulizie, cioè rimane al suo
posto e non aspira a migliorare la sua condizione sociale. Ma se
il nero, grazie al genio che la Natura, per fortuna, dispensa a caso e
senza distinzione di sesso o di colore della pelle, diventa uno
chef, un capo, diventa più bravo di me o di mio figlio, allora questo non
va più bene. Diventa, appunto, troppo.
Fonte : condivisione della gentile Raffaella Martello sulla pagina web “Il RUGGITO DEL CONIGLIO”
Immagine tratta dalla condivisione della gentile Raffaella Martello sulla pagina web “Il RUGGITO DEL CONIGLIO”
Founder Junior
Cari amici e membri della community di Cam.TV le friselle costituiscono la base per tantissimi condimenti sfiziosi e gustosi. Oggi desidero proporvi una versione estiva di esse : le friselle con hummus di fagioli, peperoni e gamberettisurgeritaci dalla Fondazione Umberto Veronesi.
Vi invito pertanto ad osservare il video tramite il collegamento https://www.instagram.com/fondazioneumbertoveronesi/
riguardante la suddetta gustosa ricetta adatta per il periodo attuale dell'anno.
Fonte : Fondazione Veronesi
Immagine tratta dalla pagina web " Fondazione Veronesi "