Cucina Italiana e Regionale

Founder Junior

2023-12-14 14:56:35

Una saporita ricetta della tradizione sarda : l' agnello in umido con i piselli e pomodori

Cari amici e menri della community di Cam.TV l' agnello in umido con piselli e pomodori è una ricetta saporita della tradizione sarda.

Ingredienti : 

1Kg di carne d'agnello

600g di piselli

200g di pomodori maturi

1 cipolla

3/4 di un bicchiere di vino Vermentino

Olio extravergine d'oliva

q.b. di sale

Istruzioni per la preparazione : 

Potete iniziare la preparazione della vostra squisita ricetta facendo rosolare bene  in un tegame capiente la carne tagliata a pezzetti con l’olio e sfumando con il vino a fiamma viva. Quindi toglierete la carne dal tegame e nel fondo di cottura aggiungerete la cipolla tagliata finemente e facendola appassire. Dopo di chè aggiungerete anche i piselli, aggiusterete di sale e porterete a cottura aggiungendo, se necessario un po’ di acqua bollente. Nel frattempo taglierete a tocchetti i pomodori maturi, che unirete ai piselli e continuerete con la cottura. Dopo circa 15 minuti rimetterete anche la carne rosolata e cuocerete a fuoco dolce con il coperchio, aggiustando con un pò di sale. Quando i piselli e la carne saranno diventati teneri, spegnerete e sarete pronti per servire la pietanza a tavola.

Fonte : RICETTE DI SARDEGNA

Immagine tratta dalla pagina web "RICETTE DI SARDEGNA"

Francesco Maccioni  

 

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Cucina Italiana e Regionale

Founder Junior

2023-12-12 16:19:50

Sergi Arola lo chef bistellato con 14 locali che chiude tutto per aprire uno snack bar, ritenendo che la nuova condiziona lo fa stare meglio

Sergi Arola si è trovato sul palcoscenico fiammante dell’alta cucina nella sua età dell’oro, acclamato chef del ristorante due stelle che portava il suo nome a Madrid, fino ad essere a capo di un impero internazionale di quattordici esercizi. Lo ritroviamo oggi ai fornelli sì, proprio ai fornelli di un ristorante di tapas tradizionali, Lola Tapas Bar a San Francisco de Mostazal, nel favoloso Cile. Nel paese sudamericano lo chef aveva messo piede per la prima volta dopo la grande crisi del 2008, su invito dell’Hotel Ritz Carlton di Santiago; seguono poi tanti viaggi di lavoro e un legame sempre più stretto, fino al matrimonio con un’infermiera cilena e al trasferimento definitivo nel 2021, con il progetto di ritirarsi un giorno non troppo lontano proprio qui, in qualche angolo sperduto.Ha cosa preso avvio La parabola di Sergi Arola, da Ferran Adrià a un tapas bar in Cile, passando per l’impero gastronomico internazionale e un debito milionario. “A 55 anni non possiedo nulla, ma il Cile mi ha dato un futuro” sostiene lo chef bistellato Sergi Arola che fa rimpiangere la Barcellona preolimpica, più autentica di quella odierna, seppur meno mediatica. “Allora eravamo politicamente scorretti, ma ci divertivamo”, racconta il discepolo di Ferran Adrià che prosegue “Volevamo combattere il sistema. Poi è andata come sempre. I ribelli sono diventati nomenclatura e hanno stabilito una specie di dittatura della creatività”. Qualcuno, tuttavia, prosegue sullo stesso sentiero e il noto chef conclude con le seguenti parole, con un pò di amarezza ma pur manifestando on una certa traquillià d'animo: “Credo esista un momento in cui se capisci di non essere all’altezza, ti fai da parte e ti rallegri del successo dei tuoi amici" per affrontare l' argomento relativo alla grande crisi gli ha lasciato sul groppone quasi un milione di euro di debiti rivelandoci “Ma è un argomento di cui si occupano gli avvocati, c’è un processo in itinere. A 55 anni non possiedo nulla. Dopo essere stato quello che sono stato, comprese molte cose che non mi vengono riconosciute, mi chiedo perché le ho fatte”. Dopo la chiusura del locale due stelle nel 2016 e lo scioglimento della società con l’ex moglie Sara Fort, è sopravvissuta solo un’attività in Portogallo, la consulenza sul LAB by Sergi Arola presso il resort Penha Longa a Sintra.

Sergi Arola conclude la sua storia di vita vagheggiando un pò: e senza troppi rimpianti “C’è una parte della vita che ho già vissuto, me la sono passata alla grande, ma non ho nessuna intenzione di vivere sotto la dittatura delle stelle Michelin e dei congressi gastronomici. Sono super riconoscente, ma non mi soddisfa più. Avevo sempre cercato di modernizzare le tapas e a un certo punto mi sono chiesto: perché invece non eseguirle alla perfezione ?. Ed ecco Lola, locale canonico con bancone e sgabelli, dove su sottofondo rock vanno in scena patatas bravas, tortillas e salumi iberici, senza niente di locale. L’ atmosfera è quella dei bar dove andavo con gli amici da ragazzo.Il Cile ha qualcosa di straordinario, che mi ricorda la Spagna prima dell’ingresso in Europa. I paesini non sono disabitati, ma posti che producono; ci sono contadini, allevatori, pescatori artigianali. È tutto molto reale.Qui rivivo situazioni della mia infanzia, come andare in latteria o assaggiare con un pescatore i molluschi appena catturati. E la biodiversità, considerata l’estensione, è sterminata, con potenzialità enormi per la gastronomia, se solo qualcuno ci credesse fino in fondo.

Questo è il paese che mi ha dato un futuro”,

Dedico l' articolo all' amico Giorgio Zucca, nato in Cile ed accolto con amore da una coppia sarda di genitori dai quali ha appreso il cognome italiano, l' Italia è diventa cosi' la sua seconda patria.

Fonte : REPORTER GOURMET

La fotografia raffigurante lo chef bistellato Sergi Arola è tratta dalla pagina web "REPORTER GOURMET"

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Founder Junior

2023-12-09 18:09:20

La storia di Giuseppe un termoidraulico con la passione per la pizza che lascia la Sardegna diretto in Germania per ritornarci successivamente ed assumere 10 persone nella sua pizzeria, aperta dopo aver ricevuto un surgerimento data la bontà delle sue pizze.Il buon Giuseppe ha cosi' vinto la sua scommessa

Giuseppe è un termoidraulico. Lavora in Sardegna e successivamente in Germania. Ritorna in Sardegna esattamente a Muravera, in provincia di Cagliari e riesce ad assumere 10 dipendenti. È il 2010, la crisi si fa sentire e cosii Giuseppe si vede costretto a licenziare i dipendenti. Prova ad andare avanti da solo, ma poco dopo alza bandiera bianca, si ritrova a 45 anni senza lavoro. “Cercherò fortuna in Germania”. si dice il buon Giuseppe, ma prima di partire lavora per una stagione come pizzaiolo. Non era mai stato in cucina se non solo solo per mettere qualche soldo da parte. “Ora vado, la Germania mi aspetta” è quanto si ripropone Giuseppe ma fortunatamente Sergio, un imprenditore di Muravera che aveva assaggiato le sue pizze gli presenta una proposta: “Le tue pizze sono ottime. Non lasciare la tua terra, apri una pizzeria. Il forno te lo regalo io”. È il 2014, Giuseppe apre  una pizzeria a Muravera su surgerimento di Sergio e la chiama "Pizzeria zio Ciro".Giuseppe diventa sempre più bravo, tant'è che lo scorso anno è arrivato secondo ai campionati mondiali della pizza, non solo dato che pochi giorni fa ha partecipato anche al trofeo “Il Magnifico”, in collaborazione con la guida stellata “Il peperoncino rosso”. La giuria ha valutato i candidati senza conoscere l’identità dei pizzaioli e Giuseppe ha trionfato nelle categorie “pizza napoletana”, davanti proprio ad un napoletano e “pizza regionale” con la pizza del pastore. Oggi, nella sua piccola pizzeria di Muravera la fila è assicurata, per una  scommessa quella Giuseppe vinta! 

Fonte : Sardegna 

La fotografia raffigurante il buon Giuseppe intento a tagliare una sua pizza è tratta dalla pagina web "Sardegna"

Francesco Maccioni  

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