Cristina Passarani

Imballaggi e sostenibilità: un futuro possibile Gli imballaggi non sono tutti uguali: se vogliamo ridurre il nostro impatto ambientale dobbiamo imparare a guardarli con occhio critico e diventare più consapevoli di come vengono smaltiti e riciclati. Scegliere prodotti sfusi è uno dei modi più efficaci con cui ciascuno di noi può ridurre il proprio impatto ambientale. Non possiamo però chiudere gli occhi di fronte al fatto che, in molti casi, gli imballaggi sono indispensabili. Possiamo prestarci più attenzione, possiamo evitare quelli che usano una quantità spropositata di materia prima, ma sarebbe semplicistico pretendere di azzerarli da un giorno all'altro. Per fortuna, su questo fronte si stanno muovendo tante cose. Non tutti sanno come funziona il sistema di recupero e riciclo degli imballaggi in Italia, e nemmeno che centinaia di aziende nel nostro Paese stanno investendo tempo, competenze e denaro per rendere più sostenibile il loro packaging.

Cristina Passarani

La GENZIANA è aperitiva e digestiva, è utile nelle disappetenze, nelle convalescenze, nella scarsa produzione di succhi gastrici, nelle febbri. Nella Medicina Cinese ha un uso antico come antivirale, antinfiammatorio, analgesico ed antiepatotossico. La Genziana possiede proprietà aromatiche, amaricanti, aperitive, digestive, colagoghe (che stimola il flusso biliare verso l’intestino), coleretiche (stimola la secrezione della bile) e febbrifughe. LA PIANTA La genziana maggiore, Gentiana lutea della famiglia delle Gentianaceae che comprende circa 400 specie, è una pianta erbacea perenne con un robusto rizoma verticale, bruno-giallastro all’esterno e giallo vivo all’interno. Si distingue dalla genzianella, anche se possiede proprietà simili. Può arrivare ad 1,5 m, ma nei primi anni sviluppa solo una rosetta di foglie basali; è molto comune nei pascoli e prati delle zone montane alpine, fino a 2200 m, e più rara in quelle appenniniche. Le foglie basali sono ovali-ellittiche mentre quelle del fusto sono opposte a due a due, cosa che permette di distinguerla dal Veratro velenoso (attenzione) che ha foglie alterne. I fiori sono gialli riuniti in fascetti e il frutto è una capsula ovale-oblunga che si apre, a maturità, in due parti; i semi sono ovali e di colore bruno chiaro. Le radici si raccolgono in primavera e in autunno, si tagliano in pezzi di alcuni cm e si dividono a metà per il lungo. Si conservano in recipienti chiusi, di vetro, dopo essere state ben essiccate al sole. “Una radice grossa come un pugno vi basterà per un intero anno e sappiate che la genziana impiega da 10 a 15 anni per raggiungere la fioritura: non distruggete una specie …” così scrive Messèguè. Proprio in virtù del saccheggio perpetrato è diventata una pianta protetta e la raccolta è vietata perché rischia l’estinzione. Si trova in erboristeria, quella coltivata. COSA CONTIENE: La genziana contiene iridoidi come genziopicroside, gentisina, amarogentina. La genziopicrina costituisce il principale componente amaro isolato sin dal 1862. Contiene alcaloidi come la genzianina e acidi fenolici come l’acido caffeico che sono utili come antipiretici perché agiscono sulla termoregolazione. Sono contenuti oli essenziali, mucillagini e la gentisina che è la sostanza colorante gialla. I secoiridoidi (principi amari) sono le sostanze utili nell’inappetenza perché stimolano i recettori gustativi che fanno della genziana una tra le piante più efficaci come digestivo. In Cina, il gentiopicroside è un composto isolato dalla Gentiana lutea, Qin Jiao in cinese, rappresenta uno dei più comuni farmaci con attività antivirale, antinfiammatoria, analgesica ed antiepatotossica La Genitana rigescens e la Gentiana macrophilla contengono, come la lutea, gentiopicroside (genziopicrina) e sono due erbe utilizzate per trattare l’ittero e altre malattie epatiche e biliari nella medicina tradizionale cinese che le utilizza da migliaia di anni (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27582267). Alcuni studi, condotti sui topi e che necessitano di ulteriori ricerche, hanno indagato l’effetto anti-artritico e anti-reumatoide della genziana. I glicosidi iridoidi dai fiori della Gentiana macrophilla Pall, hanno prodotto dei miglioramenti nell’artrite indotta dal collagene nei ratti (Journal of Ethnopharmacology 2016 ). I principi amari della Genziana sono utili per stimolare e bilanciare la secrezione dei succhi gastrici e biliari, la cui carenza è causa di sonnolenza, mal di testa, fermentazioni intestinali, flatulenza e per aiutare, migliorando l’assimilazione del cibo, la ripresa di convalescenti e soggetti deboli e anemici. Tra i principi amari contenuti, l’amarogentina è responsabile del sapore amaro della genziana, il composto naturale più amaro mai isolato! L’altra proprietà della Genziana, grazie al suo principio attivo, il genziopicroside, è quella di essere un buon febbrifugo, soprattutto nel caso di febbri malariche o ricorrenti, poiché stimola le difese dell’organismo agendo sui meccanismi della termoregolazione.

Cristina Passarani

In ogni tempo e in tutte le culture una folta e lucente capigliatura è stata considerata non solo una cornice indispensabile alla bellezza, ma anche un sinonimo di gioventù e salute, perché rinnovandosi giorno per giorno e per tutta la vita, i capelli riflettono come uno specchio lo stato di salute generale del nostro organismo. Inquinamento, abuso di farmaci, stress, cattiva alimentazione e scompensi ormonali sono i principali nemici della salute dei capelli; perciò quando cominciano a soffrire è importante intervenire con i rimedi naturali che contrastano questi fattori, scegliendoli caso per caso, in base ai “sintomi” presentati. Gli amminoacidi che nutrono i capelli Come ogni cellula del corpo, anche i capelli per crescere e svilupparsi hanno bisogno di nutrimento, che il bulbo capillare attinge dalle riserve in circolo. Poiché la cheratina che costituisce i capelli è formata principalmente da due amminoacidi, lisina e cistina, con una piccola parte di grassi, oligoelementi, acqua e pigmenti colorati, questi componenti non dovrebbero mai mancare nella nostra alimentazione. Ecco dove trovarli: La lisina è un amminoacido essenziale che il corpo utilizza per numerose funzioni: per la riparazione e la crescita dei tessuti, per la produzione di anticorpi, ormoni ed enzimi, per la produzione di energia... Dati i suoi molteplici impieghi ne serve quindi una buona quantità, ma fortunatamente la si può trovare in un’ampia gamma di alimenti proteici, non solo nel pesce e nelle carni bianche e rosse, ma anche nei fagioli, nelle uova, nella soia, nel lievito di birra, nel latte e nei formaggi. La sua carenza, anche per pochi giorni, danneggia il bulbo dei capelli riducendone il diametro e se troppo prolungata nel tempo può portare all’atrofia. La cistina è un amminoacido solforato dall’azione antinvecchiamento: quando viene metabolizzata libera zolfo, necessario per disintossicare il fegato e le cellule in generale sbarazzandoli delle tossine prodotte dagli agenti inquinanti come il fumo e dai radicali liberi. La sua carenza rende lo stelo del capello secco, fragile e sottile. Presente nelle carni, nel fegato, nella selvaggina, abbonda soprattutto nelle piante ricche di composti solforati, come aglio, cipolle,crescione, cavoli e broccoli di tutti i tipi. Le vitamine giuste per proteggere i capelli: Fondamentali per la salute dei capelli sono anche la vitamina A e la vitamina E, ma in particolare quelle del gruppo B, presenti nei cerali integrali, negli ortaggi a foglia verde, nel lievito di birra, fegato, pesce, germe di grano, melone, semi di zucca e di sesamo, e nelle noci. I sali minerali in soccorso dei capelli Un elemento che viene spesso sottovalutato è il ruolo dei minerali nel corretto equilibrio nutrizionale. Per avere capelli sani e robusti indispensabile è ad esempio l’apporto di rame, che previene l’incanutimento, di ferro per garantire l’ossigenazione dei tessuti, ma anche di zinco, selenio, manganese e magnesio. Le cure naturali di bellezza per i tuoi capelli: Il micromassaggio quotidiano del cuoio capelluto è ottimo per migliorare l’irrorazione sanguigna e la vitalità dei capelli. Scegli una posizione che permetta il libero movimento delle braccia, appoggia i polpastrelli delle dita sulla nuca e, tenendo ferme le dita, esercita per 3-5 secondi una pressione graduale con un leggero movimento circolare, poi solleva le dita, aspetta qualche secondo e ripetere il procedimento in altre zone, fino a interessare l’intero cuoio capelluto. Fai un impacco settimanale Per aumentare lo splendore e la lucentezza dei capelli, è bene fare una volta alla settimana un impacco dopo shampoo: versare 4 gocce di olio essenziale di YlangYlang in 50 ml circa di olio di cocco, amalgamare bene e spargerlo sui capelli bagnati. Lasciare l’impacco in posa per circa 10 minuti e sciacquare abbondantemente.

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