Cristina Passarani

la salute globale: Siamo abituati a leggere articoli medici o sulla salute che mettono in relazione, in maniera chiara e diretta, problemi e cause o fattori che incidono evidentemente sulla manifestazione degli stessi. Poco tempo fa, ad esempio, ho letto che lo stress favorisce le infiammazioni e che quindi potrebbe evidentemente ripercuotersi su determinate patologie. Ciò che si verifica con una certa frequenza non può tuttavia dimostrare che i fatti siano realmente così. Mi spiego meglio: nell’esempio fatto sopra, lo stile di vita ha più probabilità di scatenare l’infiammazione rispetto allo stress. In questo senso, Sheldon Cohen, professore di psicologia dell’Università di Carnegie Mellon a Pittsburgh, attribuisce tali disturbi non soltanto allo stress, ma anche a tutto ciò che comporta lo stile di vita di una persona soggetta a tale fattore. Si verifica ciò che in statistica viene chiamata correlazione, poiché nella maggior parte dei casi lo stress è connesso a un’alimentazione non corretta e a cattive abitudini quali bere, fumare, assumere stimolanti e sostanze psicotrope per riposare o la mancanza di esercizio fisico, per citarne alcune. Il fatto è che nutrizionisti e terapeuti spesso non tengono conto del fatto che il concetto di alimentazione non corretta non riguarda soltanto i suoi componenti, come sentiamo abitualmente dire: la non corretta combinazione degli alimenti, la mancanza di fibre, l’eccesso di zuccheri, alcol, caffè e farine raffinate, l’eccesso di proteine e grassi animali, la mancanza di consumo di frutta, verdura e acqua, ecc. appiamo ad esempio che le emozioni negative favoriscono la comparsa di determinate patologie, rendendo più vulnerabile il sistema immunologico. Al contrario le emozioni positive apportano benefici alla salute, aiutandoci a sopportare le patologie. La buona salute è un processo complesso, basato su un perfetto equilibrio psicoemozionale al quale prendono parte vari fattori, che spesso non vengono presi in considerazione nella loro totalità. Un “cattivo stile di vita”, come si dice in linguaggio colloquiale, ha molti sfaccettature ed è necessario comprendere che quando entriamo in una dinamica non corretta è perché non ci curiamo della nostra salute spirituale, mentale e naturalmente fisica, dal momento che si tratta di un tutt’uno, di qualcosa che la medicina tradizionale ancora non ha imparato a prendere in considerazione. È dunque opportuno non cadere nello stesso errore. Non dobbiamo pertanto stupirci se lo stress determina maggiori possibilità di scatenare patologie infiammatorie, diabete, cancro, ecc., dal momento che ciò dipende dal fatto di non dare le giuste priorità alle cose davvero importanti della vita. Guardiamo pertanto alla salute in maniera più globale e olistica, prendendo in considerazione tutte le dimensioni che ci riguardano. In questo modo avremo a disposizione tutti i fattori necessari.

Cristina Passarani

VARIAZIONI DEL SISTEMA NERVOSO IN BASE ALL'ETA': l ruolo del Sistema Nervoso Centrale (SNC) quale regolatore e integratore delle attività dell’organismo e delle relative variazioni legate all’età segna il processo di invecchiamento della persona. A parte le logiche variazioni morfologiche quali la riduzione del volume e del peso del cervello sino a 15% nelle persone anziane di 80-90 anni, si verifica un deterioramento dei processi biochimici e cellulari. Oggi si parla più di variazioni che di perdite cellulari. Negli anziani considerati sani a livello di neocorteccia e di ippocampo le perdite neuronali sono minime, a differenza dei pazienti affetti da Alzheimer, che presuppone perdite notevoli. Inoltre nei pazienti che presentano questo tipo di problematiche, i processi di neuroplasticità, che comportano uno sviluppo di strutture e funzioni nuove a seconda dell’insediamento di nuove connessioni sinaptiche, sono quasi scomparsi. Problemi degenerativi: Sono strettamente connessi alle variazioni che avvengono nei sistemi di neurotrasmissione. In questi casi svolge un ruolo chiave lo stress ossidativo, la cui causa principale è la produzione di radicali liberi con l’invecchiamento e che comporta danni al DNA, alle proteine e al materiale lipidico del cervello quando aumentano i livelli di perossidazione. In sostanza le cellule nervose subiscono danni irreversibili. Tali processi negativi sul SNC attribuibili a percentuali più elevate di radicali liberi si osservano prevalentemente in pazienti affetti da Alzehimer e altre patologie del sistema nervoso. Test e trattamento Per il test è possibile utilizzare un kit per le patologie del cervello e del sistema nervoso, in particolare le fiale come quelle per l’Alzheimer, in grado di rilevare problematiche degenerative che compromettono la memoria e il coordinamento della persona. Si dovrebbe tuttavia intervenire con grande anticipo con una terapia di prevenzione, verificando i livelli di radicali liberi nella persona, come altresì le carenze di vitamine, sali minerali, antiossidanti, ecc. Sono innumerevoli i consigli suggeriti per evitare questo tipo di problemi. Fondamentale tra questi è quello che riguarda l’alimentazione, come abbiamo visto in uno dei nostri articoli dello scorso 18 settembre: “ La detoxificación celular del Dr. Shinya”. L’eccesso di proteine lascia residui proteici nelle cellule e sarebbe strettamente legato a patologie quali Alzheimer, Parkinson ecc. Risulta pertanto opportuno controllarne l’eccessivo consumo, come altresì quello dei grassi animali saturi. Inoltre le diete ricche in “enzimi”, ovvero di alimenti “vivi” quali insalate e frutti dall’elevato potere antiossidante, rivestono grande importanza. Integratori quali la vitamina B12, l’acido folico o la niacina sono estremamente importanti per il sistema nervoso delle persone anziane, migliorandone la memoria e il coordinamento. A ciò si dovrebbero aggiungere gli integratori di acidi grassi essenziali quali l’omega 3 e 6.

Cristina Passarani

Un regolare esercizio fisico è l’antidepressivo naturale più efficace che esista. Infatti, la maggior parte dei benefici dello sport studiati per la prevenzione delle malattie cardiovascolari si ricollegano alla capacità di migliorare lo stato d’animo delle persone, così come la funzione del sistema cardiovascolare. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che l’esercizio físico ha un grande effetto antidepressivo e che tutte le attività fisiche riducono i sintomi legati all’ansia, alla depressione e al malessere. È per questo motivo che chi svolge regolarmente esercizio fisico ha una maggiore autostima, si sente meglio ed è molto più felice di chi non ne pratica. Questo perché il regolare esercizio fisico aumenta la quantità di endorfine, collegate direttamente allo stato d’animo della persona. Ciò è dimostrato in uno degli studi più interessanti a riguardo, in cui si mettono a paragone i livelli di beta endorfine e il tipo di depressione di dieci persone praticanti esercizio fisico in modo regolare con quelli di dieci persone della stessa età che conducono una vita sedentaria. Questi ultimi risultano molto più depressi e più stressati, presentando una quantità maggiore di cortisolo e una minore di beta endorfine. Si è arrivati quindi alla conclusione che l’esercizio favorisce un’unione biochimica diretta tra attività fisica e depressione e che è fondamentale per prevenire la depressione. Allo stesso modo, si è poi registrata una certa relazione tra i problemi citati e la carenza nutrizionale. In realtà, questa carenza è solita indicare un problema riguardante lo stato d’animo, dal momento che il deficit di una qualsiasi sostanza nutritiva può alterare la funzione cerebrale e causare uno stato depressivo. Per questo motivo, in questi casi è fondamentale somministrare determinate vitamine e sali minerali, molto spesso ad ampio spettro (multivitaminici e sali minerali) in quanto molte persone affette da depressione presentano un carenza di varie sostanze nutritive come l’acido folico, la vitamina B 12 e la vitamina B 6.

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