Cristina Passarani

I cibi da evitare in caso di infiammazione Se soffri di infiammazione e altri disturbi correlati all'influenza, per non aggravare i sintomi, scegli con molta cura alimenti e bevande. Quando non stiamo bene, spesso l’ultima cosa che vorremmo è mangiare o occuparci della preparazione dei cibi; purtroppo, è proprio in quei momenti che dobbiamo fare più attenzione a cosa assumiamo. Alcuni cibi e bevande, infatti, non solo non aiutano il processo di guarigione dalla malattia ma lo ostacolano. Se stomaco e intestino soffrono, alt a questi cibi! La caffeina è da evitare in casi di gastrite o reflusso gastro-esofageo poiché comporta un aumento della motilità gastro-intestinale, peggiorando sintomi come nausea, vomito e diarrea. Anche il succo d’arancia per quanto possa contribuire a mantenere una sufficiente idratazione, contiene acido citrico che può irritare il rivestimento della gola, già infiammato a causa dell’infezione. Tuttavia, la presenza di sostanze nutrienti, come vitamina C e bioflavonoidi, utili a combattere l’infiammazione dell’organismo, rendono possibile il suo utilizzo anche quando si è malati, pur con moderazione. Un eccesso di zuccheri raffinati contenuti nei dolci può poi interferire con la capacità dei globuli bianchi di attivare la risposta immunitaria indebolendo ulteriormente l’organismo; in generale tutti i carboidrati raffinati andrebbero evitati, soprattutto in caso di infezioni gastrointestinali. Da limitare anche il peperoncino e le salse piccanti, poiché contengono la capsaicina, che ha irrita la mucosa del naso inducendo un peggioramento dei sintomi. Divieto assoluto e categorico invece per tutte le bibite gasate: oltre ad essere fortemente disidratanti (molte contengono in quantità variabile caffeina), sono anche piene di zuccheri raffinati. Questi cibi invece ti danno una mano: È molto utile in caso di malattia utilizzare l’acqua di riso, ottenuta cuocendo 30 grammi di riso in un litro d’acqua per venti minuti, filtrata e assunta un poco alla volta durante il giorno. Largo anche allo zenzero o al wasabi, ottimi in caso di sintomi da raffreddamento; questi cibi "esotici" hanno grandi proprietà digestive e importanti funzioni antiossidanti. Se si fa fatica a bere la giusta quantità di acqua, è meglio ricorrere a bevande leggere come il latte di cocco o delle tisane a base di finocchio o valeriana da assumere durante il giorno a più riprese.

Cristina Passarani

Peperoncino: dimagrante naturale Un aiuto per chi deve perdere peso arriva dal peperoncino rosso, alimento capace di ridurre i morsi della fame in chi lo assume e quindi aiutare il dimagrimento Il peperoncino è un alimento utilizzato sin dall'antichità. In Europa fece la sua comparsa solamente dopo i viaggi in America di Cristoforo Colombo. La sua principale caratteristica è sicuramente quella di essere piccante. La molecola responsabile dell'effetto è la capseicina, un alcaloide che reagendo con alcuni recettori presenti sulla lingua è in grado di provocare la tipica sensazione di bruciore. Da un punto di vista curativo il peperoncino è considerato un'ottimo antiossidante e antidolorifico. Non solo, ulteriori studi sembrerebbero aver dimostrato la capacità della pianta di abbassare il livello di insulina nel sangue. Il peperoncino aiuta a bruciare calorie Nell'ultima indagine dei ricercatori americani è emerso invece che il consumo di peperoncino porta ad una diminuzione del senso di appetito e ad una maggior quantità di energia consumata. Al risultato si è arrivati valutando il consumo calorico di 25 persone (13 delle quali consumatori abituali di peperoncino) dopo l'assunzione di una quantità moderata di peperoncino. Dalle analisi è emerso che il vegetale è stato in grado di incrementare la temperatura interna del corpo e favorire il consumo della calorie introdotte con i pasti. Come dichiara Richard Mattes, uno degli autori dello studio, "Abbiamo scoperto che mangiare peperoncino rosso può aiutare a diminuire la sensazione di fame e bruciare più calorie dopo un pasto. Questo effetto vale soprattutto per gli individui che non consumano la spezia con una certa regolarità". Dunque non ci resta che provare!

Cristina Passarani

Wasabi: l’amico della salute dai 10 benefici Nel classico accompagnamento piccante della cucina giapponese si nascondono interessanti proprietà, ma attenzione alle imitazioni. Il wasabi (Eutrema japonicum o Wasabia japonica), o ravanello giapponese, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Brassicacee, la stessa di cui fanno parte i cavoli, la senape e il ravanello. Conosciuto anche come namida, lacrima, il suo rizoma (parte di fusto che rimane nascosta sotto terra) ha un sapore simile al rafano e la sua piccantezza, che può far lacrimare gli occhi, ricorda quella del peperoncino Scorpion, uno dei più pungenti e forti in assoluto. In Italia, il wasabi è noto sotto forma di pasta cremosa di un bel colore verde che accompagna, insieme alla salsa di soia in cui si diluisce al momento dell’uso, il sushi, il sashimi, il pesce crudo in genere e la tempura (verdure o pesce fritti, avvolti in croccante pastella) serviti nei ristoranti giapponesi. Non sempre però questa crema è fatta con il vero wasabi.

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