Cristina Passarani

PRIMO SOCCORSO NELLE FRATTURE PEDIATRICHE: La frattura è una lesione parziale o completa di un osso, conseguente ad un trauma diretto, a una caduta o ad uno schiacciamento. Si parla di frattura ESPOSTA quando le parti dell’osso sono visibili attraverso una ferita cutanea. Una frattura può essere: incompleta, se interessa soltanto una parte dello spessore dell’osso; scomposta se i due monconi ossei si spostano e non si trovano più allineati sullo stesso asse, o composta se rimangono sullo stesso asse. COME SI PRESENTA: Non sempre è facile riconoscere senza una radiografia se si è in presenza di una frattura o se si tratta di una distorsione o di una lussazione. In generale, la frattura provoca dolore violento, deformazione della parte interessata, gonfiore, impossibilità a fare movimenti, ecchimosi dovute a stravaso di sangue. Queste manifestazioni possono anche comparire alcune ore dopo il trauma. Le fratture, in particolare nei casi di politraumatizzati (presenza di molte fratture), possono provocare stato di shock con perdita di coscienza. COSA OSSERVARE Osservare l’aspetto del bambino, se la cute sopra la lesione è integra, se la zona è calda e c’è sensibilità al tatto, se sono evidenti deformità. Cosa Fare Tenere a riposo la parte. Se si tratta di un arto, immobilizzarlo con materiale di fortuna (avvolgere con un asciugamano o un panno morbido o un cuscino e fare una stecca con cartone o altro materiale rigido) nella posizione in cui si trova, bloccando le articolazioni a monte e a valle della frattura per evitare movimenti. Applicare ghiaccio o un impacco freddo avvolto in un panno sottile per non più di 20 minuti. Attenzione: Se la frattura interessa parti del corpo diverse dagli arti (testa, bacino, schiena) lasciare il bambino nella posizione in cui si trova e chiamare il 112/118. Se la frattura è “esposta”: coprire la ferita con materiale sterile o un panno pulito immobilizzare con materiale di fortuna nella posizione in cui si trova l’arto non fare nessuna altra manovra chiamare il 112/118. COSA NON FARE Non cercare di raddrizzare o far ritornare l’arto nella posizione fisiologica. Non muovere il bambino se si sospettano fratture alla colonna vertebrale, alla testa, al bacino. QUANDO RECARSI IN PRONTO SOCCORSO: Provvedere con i propri mezzi al trasporto in pronto soccorso solo se la sospetta frattura è stata immobilizzata e il movimento non provoca dolore, per cui non vi è il rischio di causare ulteriori danni. Diversamente, attendere il mezzo di soccorso attrezzato. BUONA LETTURA...

Cristina Passarani

UN CAVALLO PER AMICO: cominciamo col dire che i cavalli sono diversi dagli altri animali. Col cane o col gatto è differente, loro vivono con te, li nutri, sono attaccati; il cavallo è diverso, è un rapporto che non si basa sulla dipendenza per via del cibo, si tratta di avere una vera relazione, vogliono veramente spendere tempo con te per una forma di amicizia, per un senso di famiglia, ti riconoscono come un leader fraterno: loro cominciano a seguire i tuoi ordini invece dei loro istinti e tu cominci a fidarti dei loro istinti invece che solo dei tuoi ordini. Coi cavalli puoi facilmente provare l’esperienza del “flusso”: tutto il resto del mondo sparisce, siete solo tu e lui, esiste solo il presente e quello che stai facendo nel presente. Smetti di pensare, agisci e basta… l’apocalisse può infuriare nel mondo ma tu sei col tuo cavallo. Credo che l’equitazione superi tutti gli sport in solitaria e quelli in team perché c’è una vera connessione, una dimensione unica e diversa. Si tratta di fare sport e al contempo stare con qualcuno che ami, al punto che non senti la fatica se non alla fine. Lavori con un essere vivente, non con un attrezzo o una bici; ti domandi sempre cosa stai facendo, non pensi solo a te stesso, non deicidi tutto tu e ti metti in discussione, ascolti, impari un linguaggio nuovo, devi saperti controllare perché il cavallo legge le tue emozioni e reagisce al volo. PROVARE PER CREDERE...

Cristina Passarani

n Australia c’è un luogo “magico” dove crescono gigli giganti alti fino a sette metri. Gymea Lily è in effetti una pianta unica al mondo, con il suo stelo eretto, rigido, slanciato come una colonna e sormontato da un’enorme “testa” fitta di fiori rossi e carnosi, che sembra trasmettere un senso di potenza e superiorità. Con queste infiorescenze si prepara un’essenza floreale che ha molteplici utilizzi e che è indicata per le persone dominanti, che magari hanno anche una punta di arroganza ed amano stare al centro dell’attenzione, essere notate e ammirate da tutti, ma utile anche per chiunque abbia bisogno di una “carica” di energia luminosa e di coraggio per affermarsi nella vita. Un elisir per allentare le tensioni di mente e corpo Gymea Lily aiuta a “sciogliere” durezza e altezzosità, rafforza l’autostima e, a livello fisico, si dimostra molto efficace in caso di rigidità alla schiena, dolori alle ossa (molto frequenti in queste giornate fredde e umide di febbraio), postumi di fratture, problemi ai legamenti, e per migliorare la postura e l’allineamento della colonna vertebrale; risulta inoltre un buon coadiuvante in caso di artrosi e dolori alle articolazioni. Preparazione e utilizzo Gymea Lily si usa a livello locale per sciogliere tensioni e rigidità delle spalle e della schiena, alleviare il dolore delle contratture e rilassare i muscoli indolenziti. Emulsiona 10 gocce del rimedio in mezza tazzina di crema base e massaggia sulle zone interessate mattina e sera, fino a miglioramento. Il rimedio si prepara versando 7 gocce di Gymea Lily in una boccetta da 30 ml con contagocce. Aggiungi 2 cucchiaini di brandy. Riempi con acqua minerale naturale e assumi 7 gocce mattina e sera. In caso di dolore improvviso da cattiva postura, utilizza Gymea Lily come “pronto soccorso” immediato, strofinando 2 o 3 gocce del rimedio puro sul punto dolente.

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