Cristina Passarani
Medicina Siddha e AyurvedaLa medicina indiana non è solo Ayurveda. A fianco di questa antichissima scuola di medicina indiana famosa ormai in tutto il mondo, tra le più usate ed efficaci forme di medicina alternativa, troviamo anche la cosiddetta medicina Siddha, tipica dell’India del Sud e anch’essa particolarmente antica. A un occhio non troppo esperto sembrerà che le due scuole di medicina siano pressoché identiche, ma ciò non è corretto. Tuttavia tale somiglianza testimonia il continuo e profondo interscambio di conoscenze occorso nei secoli tra la medicina ayurdevica e quella Siddha. Origine e regolamentazione nella medicina Siddha“Siddha” è un termine sanscrito che significa “perfezionato”, “pieni poteri”, “che ha ragguinto il coronamento”. Oggigiorno la sua pratica è ufficialmente riconosciuta e regolamentata dal governo indiano. Si pratica negli ospedali e in speciali ambulatori ma il vero cuore della sua applicazione è ancora rurale, nei villaggi dove si insegna ancora tramite un lignaggio maestro-discepolo. Durate questo apprendistato e praticantato, gli allievi imparano a riconoscere l’influenza dei cinque elementi nei cibi, le caratteristiche degli “umori” nei vari corpi (dal più grossolano al più sottile) che compongono l’essere umano, e i segreti non solo dei materiali di origine organica (prodotti vegetali e di derivazione animale, ma anche quelli di origine inorganica, come polveri di rocce e cristalli. Questa cultura peculiare, di chiara matrice alchemica, è una delle principali differenze tra la medicina ayurvedica e quella Siddha. Le istituzioni indiane cercano comunque di tenere sotto controllo la pratica rurale della medicina Siddha e ritiene affidabili solo i praticanti che hanno studiato tale medicina in accademie con basi scientifiche, ritenendo nulle le autocertificazioni dei maestri tradizionali. Il lignaggio tradizionale si basa su evidenze che provano la pratica della medicina Siddha a partire dal terzo millennio avanti Cristo, quando i popoli tribali delle foreste si univano a quelli civilizzati della Valle dell’Indo, dove adesso rimangono le rovine di Harappa e Mohenjodaro. Oltre questi reperti, le leggende si estendono all’indietro facendone risalire l’origine divina a Shiva e Parvati. Umori ed elementi nella medicina SiddhaSecondo la medicina Siddha il corpo sarebbe composto da una combinazione di elementi, armonica sebbene dinamica. Tale armonia è data dall’equilibrio tra Vata, Pitta e Kapha, tre umori psicofisici che rappresentano secchezza ed eccesso di attività mentale, surriscaldamento ed eccesso di emotività, ed infine ritenzione idrica ed eccesso di lassismo. Quando l’equilibrio tra questi tre elementi si discosta da quello armonico (stabilito tradizionalmente con una proporzione 4:2:1), le attività fisiche e mentali tendono più al catabolismo che all’anabolismo, dirigendo l’individuo verso un disordine degenerativo che può prendere la forma di svariati disturbi o malattie, o una generale mancanza di energie e un accelerato invecchiamento. Le tecniche SiddhaIl medico Siddha interviene utilizzando tre tipi di elementi esterni: quelli erboristici, quelli a base di derivati animali e quelli inorganici. Il tutto può essere somministrato in varie forme: sostenze disciolte nell’acqua da bere o da inalare in forma di vapore, sostanze disciolte grazie alla temperatura, sostanze soffici da poter mangiare così come sono e sostanza da assumere in polvere perché troppo dure da masticare e insolubili. Mentre l’Ayurveda ha una natura preventiva, la medicina siddha si basa più sulla cura.
Cristina Passarani
Biscotti con farina di riso, la ricetta Questi biscotti con farina di riso senza burro e senza uova sono dolci facili da preparare, golosamente farciti con marmellata a piacere. L’utilizzo della farina di riso dona un sapore più ricercato a questa preparazione. Tempo di preparazione 25 minutiTempo di cottura 15 minutiTempo totale 40 minutiDosi per 5Categoria dolciDifficoltà facileCucina italianaAdatto a Dieta vegetarianaTipo di cottura al fornoIngredienti farina di riso 200 g fecola di patate 50 g zucchero integrale 70 g miele 1 cucchiaio raso latte 85 ml olio di semi di mais 60 ml vanillina 1 bustina sale un pizzico lievito per dolci 1/2 bustina scorza grattugiata di limone 1/2 un filo marmellata o confettura a piacere q.b PreparazioneImpastare in una ciotola la farina di riso, la fecola di patate, lo zucchero integrale, l'olio di semi, la vanillina, il lievito per dolci e trasferire successivamente il composto su un foglio di carta forno infarinato. Infarinare leggermente anche la superficie della pasta e, con un matterello, stenderla ricavando una sfoglia rettangolare larga circa 25 cm e spessa qualche millimetro. Spalmare la marmellata o confettura scelta sulla sfoglia e, partendo dal lato più lungo, chiuderlo piegando all'incirca in due e sovrapponendo leggermente i due lembi in modo da evitare la fuoriuscita di marmellata. Trasferire il rotolo (con la carta forno) in un piatto, coprirlo con pellicola trasparente e riporlo in frigo per un'ora. Preriscaldare poi il forno a 180 gradi e trasferire il rotolo in una teglia. Infornare il rotolo e farlo cuocere per 10-15 minuti; abbassare quindi la temperatura a 160 gradi e ultimare la cottura ancora per 5 minuti, controllando che la base dei biscotti resti dorata e non bruci (anche la superficie dovrà risultare dorata). Sfornare e lasciare stiepidire. Con un coltello tagliare i biscotti in tranci, con tagli obliqui, spolverizzarli con lo zucchero a velo e rimetterli in forno, facendoli cuocere ancora 10 minuti a 165 gradi. Infine servire non troppo caldi.
Cristina Passarani